​MERLONI, Egidio

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​MERLONI, Egidio

Date di esistenza

Luogo di nascita
Cesena
Data di nascita
December 25 1882
Luogo di morte
Cesena

Biografia / Storia

Nasce a Cesena (FC) il 25 dicembre 1882, da Pietro e Rosa Fusaroli, macellaio, bracciante e operaio. Frequenta la terza elementare. Fin da ragazzo aderisce al movimento anarchico, ma comincia effettivamente la sua militanza a Milano, dove si trasferisce all’inizio del secolo. In seguito ad uno scontro a fuoco (di cui non si conoscono le motivazioni) si rifugia nell’aprile 1904 a Lucerna (Svizzera), ma è espulso nel settembre successivo e riconsegnato alle autorità italiane. Nel frattempo, il 31 agosto 1904 la Corte d’Assise di Milano lo aveva condannato a tre anni e un mese di carcere per “lesioni aggravate e porto d’armi senza licenza”. Ancora il 5 luglio 1907 è condannato dal Tribunale di Milano ad 8 mesi di reclusione per “lesioni volontarie a pubblico ufficiale”. Dopo aver espiato le condanne, fa ritorno a Cesena e riprende la militanza. È tra i principali diffusori locali del periodico «l’Aurora» di Forlì. Riceve numerosi giornali anarchici e sottoscrive per la stampa libertaria. È in corrispondenza epistolare, tra gli altri, con Armando Borghi e con alcuni anarchici residenti in Svizzera. Si distingue per essere un fervente antimilitarista. Il 2 giugno 1915 è condannato dalla Corte d’Assisi di Forlì a 8 anni, 7 mesi e 17 giorni di reclusione e a due anni di vigilanza speciale per “mancato omicidio dell’ispettore delle guardie municipali di Cesena, oltraggio con minaccia, porto di rivoltella e coltello proibito”. Tradotto nelle carceri di S. Andrea di Cagliari, è liberato il 28 dicembre 1922 per effetto di un indulto. Resta tuttavia sottoposto a vigilanza speciale fino al 27 dicembre 1924. La polizia continua a sorvegliarlo negli anni successivi: “Non dà luogo a rilievi ma non ha fornito prove di ravvedimento”. Le autorità del regime lo includono nell’elenco “dei sovversivi attentatori capaci di compiere attentati o atti terroristici”. Fa anche parte dell’elenco “delle persone da arrestarsi in determinate contingenze”. Il 16 agosto 1941, impiegato come facchino insieme al fratello minore Aristide, cerca di sedare un alterco scoppiato tra il caposquadra e il fratello adducendo la seminfermità mentale del parente, ma viene anch’egli minacciato dal superiore per essere notoriamente un sovversivo. M. risponde di non vergognarsene affatto: è immediatamente denunciato “per pubblica ostentazione di appartenenza a partiti sovversivi” e tradotto nelle carceri di Cesena. La Commissione Provinciale di Forlì lo assegna al confino per un anno a Pisticci (MT), dove giunge il 4 ottobre 1941. È liberato il 2 maggio 1942, beneficiando del condono di un terzo della pena ai sensi di una circolare ministeriale del 1939, e fa ritorno alla città natale. Si mantiene fedele fino alla fine ai suoi principi politici e, nonostante le precarie condizioni economiche, continua a sottoscrivere per la stampa anarchica. Muore a Cesena il 27 dicembre 1964. (T. Marabini, R. Zani)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Da Cesena, «Umanità nova», Roma, 10 gen. 1965.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Pietro e Rosa Fusaroli

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

città