MENICAGLI, Arnaldo
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- MENICAGLI, Arnaldo
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Cecina
- Data di nascita
- June 20 1904
Biografia / Storia
- Nasce a Cecina il 20 giugno 1904 da Orfeo e Argia Mancini, contabile o scrivano. Buon oratore, subisce l’amputazione di una gamba, a causa di una grave malattia. Dopo le leggi eccezionali è la “mente ideatrice” e il “costruttore” della società anarchica degli “Scarponi” di Cecina. Celata abilmente “sotto lo azzurro vessillo della vecchia società sportiva Benito Mussolini”, l’organizzazione libertaria annovera, fra gli aderenti, molti giovani di Cecina, di Rosignano e delle località circostanti, fra cui Giulio Perini, che cadrà in Spagna, Alvaro Rusticali, Gino Gennai, Azelio Tori, Mario Rocchi, Bruno Bardini, Libero Matteoni, Gualberto Faccini, Tullio Guazzino, Roberto Massini, Carlo Trino, Arturo Orlandini, Orfeo Menicagli e Duilio Panicucci. Iscrivendosi all’associazione, gli affiliati giurano solennemente di non tradire la causa, di tacere dinanzi al nemico fascista e di vendicare i martiri della fede e i compagni arrestati. Queste rigide norme cospirative non sono sufficienti ad impedire la caduta dell’organizzazione e l’arresto, l’11 novembre 1927, di M., che viene tradotto a Roma, per essere messo a disposizione del Tribunale speciale. Il 3 dicembre il prefetto di Livorno riferisce che, a Cecina, M. “si affiancava sempre a soli pochi amici, come lui disoccupati e di certo non filofascisti. Fu perciò oggetto di continua vigilanza. Non esistono a di lui carico precedenti politici e giudiziari, ma in quest’ultimo periodo di tempo il Menicagli fu sempre associato a elementi politicamente sospetti. Durante la breve licenza fruita a Cecina dal carabiniere Panicucci Duilio, il Menicagli fu sempre unito a lui. Capeggiava il gruppo anarchici degli Scarponi di Cecina, i cui componenti furono insieme a lui arrestati l’undici novembre decorso e denunziati al Tribunale Speciale”. Il 12 maggio 1928 M. viene condannato a 7 anni di reclusione e a 3 anni di vigilanza speciale per “cospirazione contro i poteri dello Stato” (Panicucci a quattro anni e due mesi, Rusticali, Gennai, Tori, Perini, Rocchi, Bardini, Massini e Trino a un anno di reclusione, mentre gli altri imputati sono prosciolti in istruttoria) e rinchiuso nel carcere di Turi, dove rimane fino al 10 novembre 1932, allorché viene rilasciato, dopo la concessione dell’“amnistia del decennale”. Tornato a Cecina, è sottoposto a libertà vigilata fino al 25 novembre, poi, nella primavera del 1933, viene incluso tra i sovversivi attentatori, insieme a Alessandro Cinci, Virgilio Fabbrucci, Nello Malacarne, Carlo Di Prato, Giovanni Morelli, Corrado Faiani, Oreste Lenzi e altri oppositori. Radiato dalla lista dei terroristi nel 1937, perché lo si ritiene in grado di organizzare attentati, ma non di compierli, continua ad essere inserito nell’elenco degli antifascisti pericolosi, “da arrestarsi in determinate circostanze”, come conferma, il 20 gennaio 1938, la Prefettura di Livorno, che lo fa vigilare fino alla caduta del regime. Nel secondo dopoguerra M. fonda a Cecina un altro gruppo anarchico, che, nel 1946, conta 18 aderenti. S’ignorano data e luogo di morte. (F. Bucci - G. Ciao Pointer - A. Tozzi)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; ivi, Ministero dell’Interno, Divisione Generale, Pubblica Sicurezza, 1928, b. 207.
Bibliografia: A. Dal Pont, S. Carolini, L’Italia al confino, Milano 1983, ad indicem; Antifascisti nel casellario politico centrale, 18 voll., Roma 1988-1995, ad nomeni, G. Sacchetti, Sovversivi agli atti. Gli anarchici nelle carte del Ministero dell’Interno. Schedatura e controllo poliziesco nell’Italia del Novecento, Ragusa, 2002, ad indicem.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Orfeo e Argia Mancini
Bibliografia
- 2004