​MAZZARESE, Vito

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​MAZZARESE, Vito

Date di esistenza

Luogo di nascita
Trapani
Data di nascita
June 15 1862
Luogo di morte
Palermo

Biografia / Storia

Nasce a Trapani il 15 giugno 1862 da Girolamo e Agrusa Rosa, scrivano. Interrotti gli studi, dopo due anni d’istituto Tecnico, conosce Alberto Giannitrapani e abbraccia l’ideale anarchico. Dall’ottobre 1889 collabora ai giornali anarchici trapanesi “La Riscossa” e “La Nuova Riscossa”, diretti da Antonio Costantino e Giovan Salvatore Cassisa, coi quali condivide l’amore per la letteratura rivoluzionaria e in particolare per la poesia di Mario Rapisardi. Dal 21 dicembre 1890 è gerente responsabile de “Il Proletario”, settimanale stampato a Marsala, che acquista ben presto un rilievo nazionale e riesce ad attirare all’anarchismo molti giovani provenienti dalle file radicali e mazziniane. In Sicilia funge da organo di collegamento tra i gruppi sparsi ormai in ogni provincia, assumendo dapprima un indirizzo possibilista nei confronti del partito anarchico sorto a Capolago, facendosi, in seguito al 1° maggio 1891 e al suo esito disastroso, portavoce degli “antiprimomaggisti”, denominazione che anticipa quella di “antiorganizzatori”, divenuta di lì a poco d’uso comune. Nell’inverno 1891, M. ritira con pubblica dichiarazione la gerenza del giornale, in dissenso con l’amministratore Azzaretti, la cui polemica ha raggiunto punte ingiuriose che rischiano di frantumare il movimento anarchico isolano. Fino all’avvento dei Fasci dei Lavoratori, verso i quali mantiene un atteggiamento diffidente ma non di chiusura pregiudiziale, M. partecipa a tutte le manifestazioni locali del movimento. Subisce perciò ripetuti arresti preventivi e perquisizioni domiciliari. Molto nota e apprezzata anche fuori dall’isola la sua vena poetica, con ballate brevi e corrosive quali I Pezzenti, il Canto dei zappatori, Il Canto dei briganti e soprattutto il Canto della plebe, che provoca il sequestro del numero del “Proletario” in cui è riportato. Sarà lo stesso Canto della plebe, recitato con contorno di canzoni e grida rivoluzionarie emesse insieme ai compagni Costadura e Virzì, l’8 febbraio 1894, a procurargli una condanna del Tribunale Militare di Guerra di Trapani a cinque mesi di detenzione per vilipendio alle istituzioni. La carcerazione ha un effetto dirompente sulla sua psiche. Già nel settembre 1894 scampa all’ammonizione perché “esaltato di mente”. Il 1° maggio 1895 invia lettere minacciose e inconcludenti alle autorità in cui accenna di voler commettere “eccessi clamorosi” e il 22 ottobre successivo grida “Viva l’anarchia” a bella posta in piazza Marina. Comincia a entrare ed uscire dai manicomi. Agli inizi del ’900 è impiegato come scrivano presso la locale agenzia delle Imposte, ma qualche tempo dopo, il 22 febbraio 1912, viene definitivamente ricoverato nel manicomio della Vignicella di Palermo. Radiato dal Casellario Politico Centrale solo il 18 marzo 1929, muore all’Ospedale Psichiatrico della stessa città il 10 dicembre 1941. (N. Musarra)

Fonti

FONTI: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell'Interno, Casellario Politico Centrale, ad nomen; ID., Ministero di Grazia e Giustizia, Misc. AA.PP., b. 103, f.. “1894 - Fasci in Sicilia”; Archivio di Stato Palermo, Gabinetto Questura (1920-1936), b. 1088, f. Mazzarese Vito; Archivio di Stato Trapani, Tribunale Penale, bb. 324 (1891) e 454 (1894); V. Mazzarese, Dichiarazione, «La Plebe», Terni, a. I n. 8, 17 dic. 1891.
 
BIBLIOGRAFIA:
Scritti di M.: Humanitas: Canti, Napoli, 1891.
Scritti su M.: G. Bonetta, L’Esule (1891-1892), Palermo 1984.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Girolamo e Agrusa Rosa

Bibliografia

2004

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