​MASTIONI, Bernardo

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​MASTIONI, Bernardo

Date di esistenza

Luogo di nascita
Sinalunga
Data di nascita
December 8 1891
Luogo di morte
Roccatederighi

Biografia / Storia

Nasce a Sinalunga (SI) l’8 dicembre 1891 da Calisto e Domenica Cassinelli, minatore. Anarchico, in epoca imprecisata si trasferisce a Ribolla, dove lavora nella miniera di lignite. Chiamato alle armi, diserta durante la prima guerra mondiale e viene condannato a 3 anni di carcere da un Tribunale militare il 31 ottobre 1918. Rilasciato verso la fine del 1919, in virtù dell’amnistia nittiana, fa ritorno a Ribolla, dove viene arrestato l’11 settembre 1921, insieme a Ansano Pecorini, Giuseppe Carré, Lando Della Marina e Pietro Sogno, perché sorpreso, verso le 23, a cantare a squarciagola in piazza e a gridare: “Abbasso il re, morte al re”. Trovato in possesso di una rivoltella Mauser, si vede negare la libertà provvisoria il 28 ottobre, quando gli altri quattro arrestati vengono scarcerati, e il 5 novembre subisce, nella Pretura di Roccastrada, una condanna a 7 mesi di reclusione per porto abusivo e omessa denunzia di arma. Rifugiatosi in Francia dopo la marcia su Roma, ne viene espulso il 19 ottobre 1931 per motivi politici, insieme a Edel Squadrani, Mario Brenco, Alfredo Rusconi, Francesco Fortini, Ferdinando Fontani e Vito Pasetto, e si rifugia in Belgio, dove trova un lavoro a Fontaine. Arrestato dalla polizia locale e incarcerato a Forest, viene portato alla frontiera del Lussemburgo il 15 dicembre. Ottenuta la residenza nel comune di La Buiverie, cerca di impiantare, insieme alla moglie Irma Anchisi e ai figli Silvio e Aurora, un’attività commerciale, ma viene arrestato e scortato alla frontiera belga il 3 maggio 1932. L’intervento del segretario del Fondo Matteotti, Vandervecken, non è sufficiente per farlo rimanere in Belgio e qualche giorno dopo M., munito di foglio di via obbligatorio, rientra in Italia, dove va a vivere, nel 1935, presso alcuni congiunti, a Borgomanero (Novara). Dopo la caduta del fascismo, torna nella Maremma grossetana e si stabilisce a Roccatederighi, organizzandovi un gruppo anarchico, insieme a Ermanno Neri, ex “miliziano rosso” di Spagna, e ad altri compagni di fede. Negli anni seguenti sottoscrive spesso delle piccole somme in favore di «Umanità nova», e, insieme a Ermanno Neri, spende molte energie per ottenere che il busto di Francisco Ferrer, scolpito dal grossetano Ivo Pacini nel 1913 e abbattuto dai fascisti nel 1922, venga ricollocato nell’abitato di Roccatederighi, con una solenne cerimonia, che ha luogo il 12 settembre 1948, oratore l’antico segretario della Camera del Lavoro sindacalista di Piombino, Riccardo Sacconi. M. muore tragicamente a Roccatederighi il 5 giugno 1967, in seguito al cedimento del soffitto della sua abitazione. L’anarchico Giuseppe Sandri gli dedica questo necrologio: “Mastioni era un compagno molto attivo. Tornato dalla Francia molti anni fa, fece rimettere sul suo piedistallo il busto marmoreo di Francisco Ferrer rovesciato dalla teppa nerocamiciata. Bernardo, che aveva 77 anni, non volle alle sue esequie né preti e né fiori. Eravamo in molti ad accompagnarlo alla sua ultima dimora, al cimitero di Sassofortino ...” (F. Bucci - G. Ciao Pointer - M. Lenzerini)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Divisione Polizia Politica, ad nomen; Il gruppo. Roccatederighi, «Umanità nova», 5 set. 1948; G. Sandri, Lutti nostri. Bernardo Mastioni, ivi, 17 giu. 1967.
 
Bibliografia: F. Bertolucci, La diffusione del “mito” di Ferrer nella Toscana prefascista (1909–1922), «Rivista storica dell’anarchismo», gen.-giu. 2002, pp. 64-65. 

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Calisto e Domenica Cassinelli

Bibliografia

2004

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