DI BARTOLO MILANA, Gaetano
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- DI BARTOLO MILANA, Gaetano
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Gela
- Data di nascita
- April 6 1902
- Luogo di morte
- Gela
Biografia / Storia
- Nasce a Terranova, l’attuale Gela (Cl), il 6 aprile 1902 da Carlo e Carmela Milana. Compiuti gli studi ginnasiali, trova impiego come orafo. Attivo militante nel Primo dopoguerra, è animatore del gruppo comunista-anarchico “P. Gori” e del giornale «La Fiaccola anarchica», pubblicato in numero unico poligrafato, subito sequestrato, il 3 giugno 1922. Nello stesso periodo si pone in contatto col Direttorio nazionale degli Arditi del popolo al fine di costituirne una sezione a Gela. Sigla una circolare Ai compagni d’Italia, a firma della Commissione esecutiva del Partito Anarchico italiano, espressione di alcuni “gruppi isolati” delle province di Siracusa e Caltanissetta, che contestano all’Unione anarchica italiana la scarsa rappresentatività e l’inconsistenza organizzativa; la pubblicazione su «Umanità nova» del 30 settembre 1922 viene seguita da un commento di E. Malatesta che principalmente non condivide la scelta del nome, e da ben più dure note polemiche di Paolo Schicchi apparse su «Il Vespro anarchico». In realtà la proposta del Partito Anarchico corrispondeva a quella di un Fronte Unico tra anarchici, da più parti nel movimento invocato anche per isolare “coloro che preferiscono battere la via dell’individualismo inconsistente”, deleteria per l’intero movimento (il riferimento è alla strage del teatro Diana). Ciò spiega perché, una volta chiarito l’equivoco e smussate le posizioni, tra Schicchi e D. i rapporti diverranno amichevoli. In questi anni scrive delle poesie che vengono pubblicate anche su «La Gazzetta letteraria» di Vittoria. Subisce perquisizioni, arresti e una diffida, nel 1923, per la sua attività anarchica. Evita pertanto di esprimere giudizi contrari al regime e partecipa perfino a manifestazioni patriottiche: segretamente però si mantenne in corrispondenza con «L’Adunata dei refrattari» di New York e «Il Risveglio» di Ginevra, firmandosi con lo pseudonimo di “Nunzio Tempesta” (“annunzio la tempesta”). Scoperto dopo una lunga indagine e arrestato il 19 maggio 1934, viene condannato il 28 luglio successivo a cinque anni di confino che sconta prima a Ponza e poi, dal 1938, a Tremiti. A Ponza “si affianca sempre ai peggiori elementi della colonia”: Schicchi, Fedeli, Failla, Pertini, Terracini, Li Causi, Macaluso ecc., coi quali partecipa a una protesta collettiva, nel febbraio 1935, che gli costa 10 mesi di reclusione nel carcere di Poggioreale. Altri due mesi, stavolta nel carcere di Foggia, li trascorre per aver solennizzato il 1° maggio. È liberato il 23 maggio del 1940. Nel dopoguerra è presidente del cln di Gela. Nel 1946 viene eletto, malgrado la sua riluttanza, consigliere comunale indipendente nelle file socialiste, carica da cui si dimetterà presto; assume anche la segreteria della Lega Contadina. Per lunghi anni rimane un punto di riferimento per la sinistra gelese. Nel giugno 1946 costituisce in città un Gruppo Libertario che aderisce alla Federazione libertaria italiana. Il 26 gennaio 1947 ospita Failla nel suo giro di conferenze per la Sicilia e nel marzo 1948 Antonino Carbonaro, a Gela per lo stesso scopo. In una sua lettera del 22 aprile 1948 a Schicchi, di cui diffonde il giornale «L’Era Nuova», torna alla polemica degli anni ’20 precisando definitivamente il suo pensiero: “L’atto individuale – che io ammiro – se vuole essere utile deve essere integrato dalla comprensione collettiva della sua opportunità e non annegare nel mare dell’indifferenza infame che deturpa e svirilizza tutte le cose belle”. Non accettando privilegi e prebende per il suo passato di vittima del fascismo, vive molto modestamente col mestiere di orologiaio appreso al confino di Ponza. Negli ultimi anni si apparta dalla vita politica, riprendendo di tanto in tanto i contatti con gli anarchici siciliani, diffondendone la stampa e collaborando, ma di rado, ai loro giornali. Muore a Gela il 12 dicembre 1984. (G. Gurrieri – G. Vizzini)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; ivi, Pubblica sicurezza, 1934, ad nomen; Archivio storico degli anarchici siciliani - Ragusa, Archivio Paolo e Nicolò Schicchi, Corrispondenza politica, Tano Di Bartolo a Paolo Schicchi, 22 apr. 1948; G. Gurrieri, Di Bartolo Milana, «Umanità nova», 17 mar. 1985.
Bibliografia: G. Cerrito, La rinascita dell’anarchismo in Sicilia, Genova 1956; E. Malatesta, Pagine di lotta quotidiana. Scritti, ii vol., Carrara 1975, pp. 168-171; S. Carbone, L. Grimaldi, Il popolo al confino. La persecuzione fascista in Sicilia, Roma 1989, ad nomen; F. Falcone, Antifascisti nisseni, Caltanissetta 1992, passim; E. Francescangeli, Arditi del popolo. Argo Secondari e la prima organizzazione antifascista (1917-1922), Roma 2000, ad indicem.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Carlo e Carmela Milana
Bibliografia
- 2003