​MARZIANI, Emilio

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​MARZIANI, Emilio

Date di esistenza

Luogo di nascita
Villa Borgo
Data di nascita
May 28 1895
Luogo di morte
Villa Borgo

Biografia / Storia

Nasce a Villa Borgo di San Benedetto Po (MN) il 28 maggio 1895 da Anselmo e Seconda Pedrazzoli, contadino e poi meccanico. Nello schedario della polizia è segnalato come militante anarchico fin dall’età di 15 anni. Durante la Grande Guerra, è arruolato in fanteria. Finite le ostilità, anticipa la smobilitazione allontanandosi dall’esercito. Viene condannato per diserzione: dovrebbe scontare tre anni di reclusione, ma beneficia dell’amnistia. Nel dopoguerra prende parte attiva alle manifestazioni: dal 3 al 5 dicembre 1919, in contemporanea con le giornate rosse di Mantova, partecipa ai disordini che avvengono a S. Benedetto. Al processo che segue è anche accusato d’aver affisso un manifesto incendiario, inneggiante alla devastazione e alla Rivoluzione sociale a firma degli anarchici. Così, alla Corte d’Appello di Brescia, nel 1920, viene condannato a 7 mesi di reclusione per “istigazione a delinquere”. Intanto il 24 novembre 1920 i carabinieri procedono al suo arresto in quanto colpito da mandato di cattura. M. riesce a scappare e a darsi alla latitanza. Dopo alcuni mesi, nel maggio del 1921, è ritenuto colpevole dell’assassinio di tal Scarduelli Tullio, fascista san benedettino. Da tale epoca si rende irreperibile tanto più che per omicidio e porto di rivoltella dovrebbe scontare più di venti anni (28 ottobre 1922, Corte d’Assise di Mantova). Una nota di polizia lo vede imbarcato a Genova, clandestinamente, su un piroscafo diretto a Barcellona. Ivi lavora in uno stabilimento meccanico fino al 1924-25. Con un falso documento, intestato a Pedro Biosca, si trasferisce nella capitale francese; s’impiega in svariate occupazioni e “nell’anno 1930, in Francia e precisamente a Parigi - come dichiara M. stesso alla polizia italiana, il 27 aprile 1942, al questurino che gli ha contesta la lunga serie di condanne riportate in contumacia - sono stato ricoverato in Manicomio, perché affetto da squilibrio mentale e amnesia, quindi molte circostanze della mia vita passata non sono in grado di ricordarle e di precisarle”. Dal suo schedario sappiamo, invece, che simula la pazzia per rinviare il decreto d’espulsione (Tale versione confermata anche dal cortometraggio di Keller). Nel corso degli anni Trenta, comunque, continua a professare apertamente idee anarchiche, frequenta i gruppi antifascisti e in particolar modo il Comitato Anarchico di Parigi. Ai primi del 1937 fa perdere le sue tracce, si ipotizza che si rechi in Spagna ma si ignora dove combatta e che attività svolga. Da una parte tale supposizione è confermata dagli anarchici mantovani Sandro Carreri e Aldo Turcato, che lo conobbero nel dopoguerra. Dall’altra rimangono dei dubbi per l’assenza del nominativo di M. dalla pubblicistica “ufficiale” sul volontariato in Spagna, assente il suo nome infatti dal fondo anagrafico dell’AICVAS di Milano come da quello della FGS di Bologna. È da segnalare inoltre che nel filmato del Keller non vi sono riferimenti in proposito, comunque il filmato, girato nel 1989 con il protagonista novantaquatrenne, è impostato più nel delineare il personaggio che non ad una accurata ricostruzione storica. Ricompare nelle carte delle autorità il 5 settembre 1939 allorché giunge a Bruxelles, dopo essere stato espulso dalla Francia, a seguito di un processo per ricettazione. Nella capitale belga viene arrestato, perché sprovvisto di documenti d’identità, e condotto al campo di concentramento di Merxplas da cui evade due volte. Il secondo tentativo riesce e pertanto si reca ad Anversa con un falso passaporto, col quale cerca di partire per il Messico. Ma è arrestato di nuovo. A causa dell’invasione tedesca, ritorna in libertà. Con il biglietto, rilasciato dal Consolato italiano di Bruxelles, col quale dovrebbe andare in patria, si reca, invece, a Parigi. Viene arrestato per l’ennesima volta dalla polizia locale nel febbraio del ’41. Per alcuni mesi riesce a darsi alla latitanza finché viene acciuffato dalla polizia tedesca e tradotto in Italia. Ivi viene condannato a cinque anni di confino alla colonia di Ventotene. Nel dopoguerra vive a San Benedetto Po, collaborando saltuariamente alla stampa anarchica, muore nella Casa di Riposo del suo paese, il 23 marzo 1993. (G. Cattini)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; R. Keller, L’umin-Der Anarchist, cortometraggio della durata di 45 minuti, girato a San Benedetto Po, 1989.
 
Bibliografia: G.C. Cattini, Ricerche su alcune figure di antifascisti italiani nella Guerra Civile spagnola. Sovversivi ed esuli della provincia di Mantova, Tesi di laurea, Università di Bologna, 1998.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Anselmo e Seconda Pedrazzoli

Bibliografia

2004

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