​MARZETTI, Giovanni

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​MARZETTI, Giovanni

Date di esistenza

Luogo di nascita
Lugo
Data di nascita
November 28 1872

Biografia / Storia

Nasce a Lugo di Romagna (ra) il 28 novembre 1872, da Achille e Adelaide Ferretti, falegname. Frequenta solo le classi elementari. Aderisce in gioventù alle idee libertarie e ben presto acquisisce una discreta influenza nel movimento anarchico, circoscritta all’ambito della Romagna. È in corrispondenza epistolare con militanti di varie località, riceve e spedisce giornali e stampe sovversive, fa propaganda con discreto profitto fra la classe operaia. Nel “Cenno biografico al giorno 7 Dicembre anno 1897”, conservato nel suo fascicolo al Casellario Politico Centrale, il Prefetto di Ravenna lo definisce “fanatico, audace, temibile per l’ardore che pone nelle teorie da lui professate, convinto che possano prossimamente trionfare”. Si aggiunge che è di “carattere violento” e che nei confronti delle Autorità “tiene contegno sprezzante”. Negli anni 1890, 1891 e 1892 prende parte attiva alle manifestazioni del 1° Maggio, che a Lugo costituiscono occasione di forti tensioni con le forze di polizia. Collabora ai numeri unici pubblicati a Forlì dagli anarchici intransigenti del Circolo “Sempre Avanti” (Vittorino Valbonesi, Temistocle Bondi e altri) negli ultimi mesi del 1890: «Spartaco» (11 novembre 1890), «Lo Staffile» (22 novembre 1890), «La Vittima» (20 dicembre 1890). Nel maggio 1891 è condannato a 29 giorni di reclusione per oltraggio alla forza pubblica. Mentre si trova detenuto nelle carceri di Lugo riceve una condanna ad altri 8 giorni di reclusione e al pagamento di una multa per avere “deteriorato con violenza la porta della cella nella quale era rinchiuso”. Nel 1893 è denunciato per reato di stampa ma si dichiara il non luogo a procedere per insufficienza di prove. Con ogni probabilità la denuncia è da mettere in relazione con il n. u. «Humanitas» (Lugo, 21 mag. 1893), di cui M. è gerente. Alla redazione, oltre a M., è probabile che abbiano collaborato, tra gli altri, Pio Martini e Vivaldo Lacchini. Nelle intenzioni degli anarchici lughesi dovrebbe essere il primo di una serie di numeri unici. In effetti si ha notizia anche di un altro numero unico, dal titolo «I Malfattori», subito sequestrato dal fisco, finora non reperito («La Propaganda», Imola, 1° ott. e 8 ott. 1893). Il 17 giugno dello stesso anno M. è condannato a 59 giorni di reclusione, di nuovo per oltraggio alla forza pubblica. È nel frattempo coinvolto in un processo a 15 giovani anarchici lughesi, tutti di età compresa tra i 17 e i 28 anni, accusati di aver costituito un’“associazione a delinquere” col fine di “commettere delitti contro l’amministrazione della giustizia, l’incolumità pubblica, le persone e la proprietà”. Tra gli altri imputati ci sono V. Lacchini e Ferdinando Raulli. Il processo si svolge presso il Tribunale di Ravenna e si conclude il 22 settembre con pesanti condanne per gli imputati. M. è condannato a 15 mesi e 29 giorni di reclusione e alla vigilanza speciale della P.S. per un anno, pena poi confermata in appello. Nell’ottobre 1894 la Commissione Provinciale lo assegna a domicilio coatto per 18 mesi, periodo che compie interamente fino al suo rilascio nel marzo 1896. In ottobre, a distanza di pochi mesi, munito di regolare passaporto si imbarca a Ravenna per Trieste, forse alla ricerca di un lavoro o più probabilmente per sfuggire alle persecuzioni. Mentre si trova in territorio asburgico nel maggio 1897 è arrestato e processato per “offesa alla Maestà Sovrana”, per eccitamento alla lotta tra le classi sociali e per “azioni contrarie alle leggi, quella cioè di abbandonare in massa il lavoro”, ma la Corte d’Assise di Spalato con sentenza 5 novembre 1897 lo assolve. È comunque espulso e costretto a rimpatriare. Poco dopo si trasferisce a Ferrara dove trova occupazione in un mobilificio, ma a seguito di nuove disavventure giudiziarie nel luglio 1898 è costretto a rientrare a Lugo. Forse per essere lasciato tranquillo, dichiara alla polizia “che da vario tempo ha fatto passaggio dalla setta anarchica al partito socialista libertario, e che, avendo in Ferrara proficuo ed assicurato lavoro, intendeva fare ritorno in detta città”. Ritorna effettivamente a Ferrara, poi va a Pontelagoscuro (FE) ma in ottobre, licenziato, torna a Lugo. In novembre, nonostante l’espulsione, emigra in territorio austriaco, dove passa da una città all’altra facendosi chiamare Italo Marzetti. È segnalato prima a Budapest, poi a Bucarest. Nel 1900 il suo nome compare nelle carte sequestrate negli uffici clandestini de «L’Agitazione» di Ancona, come sostenitore del giornale stesso. Nel 1901 ritorna a Lugo, da dove riparte nel marzo dell’anno successivo con regolare passaporto per Lugano a scopo di lavoro. Nel maggio 1902 torna in Italia e si stabilisce a Milano, dove lavora come falegname e carpentiere. Continua a professare idee anarchiche, frequenta compagni e prende parte a riunioni, senza mettersi però in particolare evidenza. Nel 1909 passa a Roma e da qui due anni dopo a Napoli. Dopo un breve rientro a Roma e poi a Lugo, raggiunge Trieste e da qui si imbarca per il Sud America. Il Console italiano a Trieste ritiene di averlo identificato in un individuo in un Giovanni Mazzetti partito l’11 gennaio 1912, insieme alla moglie e il figlio Argento, con il piroscafo Martha Washington diretto a Buenos Aires. Da questo momento si perdono completamente le sue tracce, anche se le autorità italiane, che ritengono che la sua vera destinazione sia piuttosto il Brasile, continuano ad indagare inutilmente almeno fino al 1942. Nel 1934 viene anche inserito nel «Bollettino delle Ricerche». S’ignorano data e località di morte. (G. Landi)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Sezione Archivio di Stato Imola, Gabinetto Sottoprefettura, 1893.
 
Bibliografia: 15 concittadini sotto processo, «La Vedetta» (Lugo), 23 lug. 1893; Il processo degli anarchici a Ravenna, ivi, 30 lug. e 27 set. 1893; Processo degli anarchici lughesi, «La Propaganda» (Imola), 24 set. 1893; Gli anarchici lughesi in appello, «La Vedetta», 10 dicembre 1893 e ss.; A. Mambelli, Il giornalismo in Romagna, Forlì 1966.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Achille e Adelaide Ferretti

Bibliografia

2004

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Collezione

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