​MARIGA, Giovanni

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​MARIGA, Giovanni

Date di esistenza

Luogo di nascita
Padova
Data di nascita
September 24 1899
Luogo di morte
Carrara

Biografia / Storia

Nasce a Padova il 24 settembre 1899 da Antonio e Carolina Betella, comunemente conosciuto come “Il padovano”. Non s’interessa di politica fino alla fine della Prima guerra mondiale. Viene richiamato alle armi con la sua classe e partecipa alle battaglie sul Piave e nel Trentino fino ad essere a Trieste con i “liberatori”. In una sua memoria autobiografica (Pedrini p. 70) si può leggere: “subito dopo la guerra ero ancora bersagliere ed ero stato dislocato con la mia compagnia ad Ancona, nella caserma Villa Rei.Un giorno governanti e generale decisero di mandarci con altre truppe alleate a sedare una rivolta in Albania, ma, giunti al porto, quando gli ufficiali diedero ordine di montare sul piroscafo, noi ritornammo in massa in caserma. In effetti, nei giorni precedenti l’imbarco, alcuni compagni (commilitoni anarchici) avevano portato in caserma, con una di quelle autoblindo che uscivano per la spesa del rancio, Errico Malatesta. Costui, vestito da bersagliere nonostante i suoi sessant’anni circa, si mise a fare discorsi antimilitaristi: invitò la truppa alla diserzione e condannò tutte le guerre”. Terminato il servizio di leva, M. ritorna a Padova e conosce un cameriere triestino che gli parla dell’anarchia e gli passa diverse pubblicazioni anarchiche; diventa anarchico egli stesso e comincia a reagire alle violenze fasciste, ma le leggi del regime non perdonano e M. dal 1922 al 1943 colleziona numerose condanne e passa circa sedici anni in prigione. Dal giugno 1944, data in cui viene liberato dal carcere di Massa ove era detenuto, aderisce alla Resistenza e combatte nella formazione “Elio” (formazione dipendente dalla Brigata “Lunense”) fino a raggiungere il grado di vice capo squadra, per poi passare, per motivi di competenza territoriale, alla Brigata “Garibaldi” di Carrara, comandata da “Memo”. Nella stessa Brigata “Lunense” combatte, come comandante di sezione, un altro anarchico, Sergio Ravenna (che nasce a Carrara il 4 giugno 1914 da Argante e madre ignota e muore a Carrara il 27 aprile 1987). Dopo il 4 gennaio 1945 M., passata la linea gotica, viene assunto dalla “Special Force” alleata di Firenze e inquadrato nel gruppo sabotatori “Tullio” fino alla liberazione dell’Italia. M. partecipa a diverse azioni pericolose sia contro i nazifascisti, sia in aiuto ai propri compagni. Ad esempio l’8 novembre 1944 da solo affronta in piazza Farini (oggi piazza Matteotti) a Carrara un numeroso gruppo di soldati tedeschi che, coadiuvati da una spia, procedono ad un rastrellamento di partigiani. M. uccide tanto la spia che numerosi tedeschi favorendo così l’occupazione della città da parte delle forze della Resistenza. Dopo la liberazione di Carrara, precedendo le truppe alleate, entra a Sarzana e La Spezia ove cattura, con l’aiuto di altri partigiani, centoventicinque tedeschi. Nell’immediato dopoguerra M. viene coinvolto, insieme ad altre quattro persone, in un processo indiziario con l’accusa di omicidio, avvenuto in un locale pubblico di Santo Stefano Magra, di un ex segretario del partito fascista locale. M., peraltro sempre dichiaratosi estraneo ai fatti, viene condannato in prima istanza a venti anni di prigione e in appello all’ergastolo. Nel frattempo, per le sue attività partigiane, viene proposto per l’assegnazione di una medaglia d’oro, da lui comunque mai sollecitata in coerenza con le proprie idee. L’onorificenza non gli viene però concessa in quanto M. è stato condannato all’ergastolo. Nel 1968, dopo ventidue anni di prigione scontati fra l’altro nei penitenziari di Fossombrone, Pisa, Genova, Livorno, Portolongone (oggi Porto Azzurro) e dopo un’intensa mobilitazione di compagni di tutta Italia, grazie anche all’interessamento di Sandro Pertini (a quel tempo presidente della Camera dei Deputati), M. ottiene la grazia e può rientrare a Carrara. Riprende la sua attività anarchica, contribuisce alla formazione del circolo anarchico “Bruno Filippi” insieme a Belgrado Pedrini, Giovanni Zava e Sergio Ravenna. Muore in seguito ad un incidente stradale il 16 novembre 1979. (I. Rossi)

Fonti

Fonti: Memoria autobiografica di M. in B. Pedrini, Noi fummo i ribelli, noi fummo i predoni, Carrara 2001, pp. 70/75; Biblioteca Civica, Carrara, Archivio Comitato Provinciale Liberazione Nazionale, b. 6, f. 15; «Umanità nova» n. 19, 17 mag.1953 e n. 39, 25 nov. 1979.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Antonio e Carolina Betella

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

città