DELL'AMICO, Ezio

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
DELL'AMICO, Ezio

Date di esistenza

Luogo di nascita
Carrara
Data di nascita
September 28 1894
Luogo di morte
Carrara

Biografia / Storia

Nasce a Carrara (Ms) il 28 settembre 1894 da Francesco e Veneranda Dell’Amico, cavatore. La sua formazione politica e culturale, come per i fratelli Ettore Romano (Bergiola 24 set. 1897-Carrara 30 set. 1931), Gino Pietro Domenico (Carrara 5 set. 1902-28 mar. 1982) e Romano (Carrara il 30 gen. 1887-10 mar. 1963), nasce dalla frequentazione degli ambienti operai di Bergiola che hanno una forte tradizione sovversiva. Il paese è una piccola frazione a pochi chilometri da Carrara abitata quasi esclusivamente da cavatori e all’epoca non supera il migliaio di abitanti. Il nome di D. salta agli onori della cronaca quando insieme a gran parte della propria famiglia e a buona parte della popolazione del suo paese partecipa a un conflitto a fuoco con un gruppo di fascisti. Questi ultimi si sono già distinti per una lunga serie di efferati assassini e devastazioni allo scopo di troncare ogni resistenza operaia e democratica. Nei mesi precedenti a Carrara gli scontri tra fascisti e antifascisti hanno provocato già decine di morti e feriti. Le squadre delle “guardie bianche” guidate dal ras Renato Ricci, aiutate da fascisti provenienti soprattutto da Firenze e Pisa, si sono già distinte nell’assalto e nella devastazione di leghe, circoli e associazioni della cdl e delle organizzazioni politiche di sinistra. Uno degli eventi più sconvolgenti della comunità di Carrara avviene il 2 giugno 1921 quando un gruppo di fascisti fiorentini guidato dal famigerato Amerigo Dumini ha ucciso a sangue freddo il socialista Renato Lazzeri e sua madre accorsa in aiuto del figlio. Diversi sono gli anarchici che sono stati assassinati come Arturo Michelini, Corrado Federici e Alcimedonte Cattani. Nella stessa Bergiola tra la fine di luglio e dell’agosto quattro operai rimangono sul selciato feriti a morte dai fascisti. Al termine dell’anno Ricci ha deciso di dare l’assalto all’amministrazione comunale di Carrara gestita dai repubblicani provocando una serie di ulteriori gravi incidenti. Anche i fatti di Bergiola si inquadrano in questa strategia e nel clima infuocato di quei mesi. Il casus belli nasce sempre nell’ambito del controllo della associazione ex combattenti, dove i repubblicani hanno un ampio seguito, e vista dai fascisti come una struttura paramilitare antagonista alla loro. Anche nella frazione a monte di Carrara la domenica dell’8 gennaio 1922 un gruppo di lavoratori si dà appuntamento nella trattoria di Battista Fabiani per discutere la costituzione di una sezione dell’associazione di ex combattenti. Poco dopo si presentano alla porta un gruppo di fascisti guidati dal segretario del fascio locale Renato Dell’Amico. La presenza degli squadristi fa nascere immediatamente un acceso diverbio con accuse e offese lanciate da entrambi le parti fino a quando si passa a vie di fatto e nasce una rissa furibonda che provoca il ferimento del segretario del fascio. Quest’ultimo si rifugia nella casa della famiglia Picciati i cui figli, studenti universitari, sono militi fascisti che subito escono di casa armati per fronteggiare gli avversari. Inaspettata per i fascisti è la reazione a questa ennesima provocazione. I fratelli Picciati insieme a un altro fascista cadono sotto i colpi degli anarchici, tra i quali i fratelli Dell’Amico che ingaggiano con gli squadristi una furiosa battaglia a colpi di revolver e fucilate. Anche l’intervento dei carabinieri – tra l’altro anche alcuni dei militi dell’arma vengono feriti nella sparatoria – coadiuvati da una squadra di fascisti giunta da Bedizzano, non serve a placare la resistenza e solo dopo molte ore hanno ragione degli antifascisti. Scatta subito dopo un’ampia azione repressiva che porta all’arresto di 16 tra anarchici e repubblicani, mentre i fascisti sparsasi la voce danno l’assalto a sedi operaie e circoli in tutta l’area del comune di Carrara e nella notte tra l’8 e il 9 gennaio uccidono a freddo il consigliere repubblicano di Bergiola Battista Fabiani, proprietario della trattoria dove è iniziato lo scontro. Il 13 gennaio cade l’amministrazione repubblicana, il sindaco Starnuti si dimette e le associazioni combattentistiche vengono sciolte, «Umanità nova», il quotidiano nazionale degli anarchici, qualche giorno dopo parla di Carrara come di una città “in balia del terrore fascista”. La famiglia Dell’Amico con molti altri compaesani sarà processata a Massa l’anno successivo. Ezio insieme a Romano e Gino vengono condannati a 30 anni, Ettore a 18 anni di reclusione più un’ammenda, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e tre anni di vigilanza speciale. Durante i primi anni della carcerazione D. è in corrispondenza con E. Malatesta che gli invia degli aiuti e dei libri. I quattro fratelli vengono dimessi dal carcere nel marzo del 1937 per sopravvenuta amnistia ma il mese successivo, dopo diverse pressioni delle gerarchie fasciste di Carrara che non desiderano il loro ritorno in città, le autorità di polizia decidono di proporli per il confino: Ezio viene inviato a Taurianova (Rc) e Fuscaldo (Cs), per tre anni, Gino e Romano a San Giovanni in Fiore (Cs). Nel frattempo il fascicolo personale di Ezio, con il profilo biografico della Prefettura di Massa Carrara del 25 maggio 1937, si accresce di rapporti e un ulteriore relazione lo ascrive tra i “più pericolosi anarchici” della provincia. Prosciolto dagli obblighi del confino insieme ai fratelli,  rientra a Carrara nell’aprile del 1940. Ancora nei primi anni della guerra risulta attentamente sorvegliato. Muore a Carrara il 31 agosto 1960. (F. Bertolucci)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; ivi, Ettore Romano Dell’Amico; ivi, Gino Pietro Dell’Amico, ivi, Romano Dell’Amico; A. Frezza, Notte di sangue a Bergiola, «La Nazione», 10 gen. 1922; Il grave conflitto di Carrara tra fascisti ed ex combattenti. Quattro morti e diversi feriti, «Umanità nova», 11 gen. 1922; La verità sui fatti di Bergiola, ivi, 14 gen. 1922.

Bibliografia: H. Trene [U. Fedeli], Una pagina del martirologo italiano, «L’Adunata dei refrattari», 31 ott. 1925; Alfa, Il martirio di Bergiola, «Il ’94», Carrara, 15 set. 1945; A. Bianchi, Lotte sociali e dittatura in Lunigiana storica e Versilia (1919-1930), Firenze 1981, p. 206; S. Saetta, Renato Ricci. Dallo squadrismo alla Repubblica Sociale Italiana, Bologna 1986, pp. 33-55.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Francesco e Veneranda Dell’Amico

Bibliografia

2003

Persona

Collezione

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