DEL GUASTA, Gino Ciro Zeffiro Bianco

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
DEL GUASTA, Gino Ciro Zeffiro Bianco

Date di esistenza

Luogo di nascita
Pisa
Data di nascita
September 14 1875
Luogo di morte
Pisa

Biografia / Storia

Nasce a Pisa il 14 settembre 1875 da Emilio e Antonia Castellani, medico. Giovanissimo profonde il proprio impegno civile e politico tra i mazziniani, collaborando tra il 1892 e il 1893 al periodico pisano «La Giovine Italia», “rivista mazziniana d’arte, letteratura, politica e sociologia”. Poi, con la conoscenza di P. Gori e V.S. Mazzoni si avvicina al movimento anarchico. Durante tutta l’epoca giolittiana è collaboratore assiduo, oltre che ovviamente della stampa pubblicata a Pisa, di diversi periodici nazionali come ad esempio «Il Libertario» della Spezia e «Il Grido della folla» di Milano e saltuariamente, negli anni 1905 e 1906, anche de «Il Pensiero» di Roma. La sua visione dell’anarchismo è di tipo socialista con forti venature pacifiste, ed ha radici nella lettura delle opere di Kropoktin e in particolare nella rilettura, in chiave libertaria, del cristianesimo di Tolstoj. Come egli stesso ricorda “a diciottanni fui tolstoiano anch’io”, “dopo Cristo, nessuno come Tolstoj incarnò la meravigliosa dottrina della fratellanza umana” (Tolstoj, «L’Avvenire anarchico», 27 nov. 1910). L’anarchismo per D. è una naturale evoluzione del cristianesimo e questa interpretazione si ritrova in tutta la sua produzione sia di carattere politico che letterario. Nell’ottobre del 1906 in un contraddittorio con Libero Tancredi sul tema “individualismo e societarismo” afferma: “La violenza non è dottrina umana, non è dottrina anarchica; una società che si fonda e si regge colla violenza è antianarchica ed è inconciliabile col consorzio sociale” (cfr. gli articoli apparsi su «Il Precursore» del 31 mar. e 15 apr. 1907). Come molti altri militanti dell’epoca, si cimenta anche nel campo poetico e artistico. Spesso le manifestazioni degli anarchici pisani iniziano con la lettura di poesie che lo stesso D. declama dal palco delle sale gremite di popolani. Conferenziere abile ed elegante svolge opera di propaganda in numerose località della Toscana. È aderente all’Associazione Razionalista per la quale ricopre l’incarico di redattore del periodico «Il Razionalista», che esce a Pisa tra il 1903 e il 1904. Successivamente è redattore del periodico anticlericale «Satana» stampato sempre a Pisa fra il 1907 e il 1911, nel quale pubblica un carteggio amoroso con una suora di nome Paola, dove oltre a esternare il suo “casto” e intenso amore per la sorella si lascia andare a riflessioni filosofico-religiose che tendono a unire la fede anarchica con quella cristiana. Nel 1908 D. è attivo sostenitore degli scioperanti del parmense e il 26 dicembre 1910 partecipa al iii Convegno degli anarchici della Toscana. Fra il 1910 e il 1920 è assiduo collaboratore del settimanale «L’Avvenire anarchico». È autore di numerosi opuscoli; particolarmente legato a Gori, dopo la morte, lo ricorda in molti scritti e commemorazioni pubbliche. (Tra i numerosi articoli: Pietro Gori come Oratore e Poeta, «A Pietro Gori», n.u., 29 ott. 1911 e La tomba dell’apostolo, «8 gennaio in memoriam», n.u., 8 gen. 1912). Nel gennaio del 1919 fa parte del Comitato di Pisa per le onoranze a P. Gori. Fra il 1912 e il 1913 è collaboratore del periodico anticlericale pisano «Il Prete». Contrario alla Grande Guerra, convinto sostenitore di un pacifismo libertario fortemente influenzato dal cristianesimo, pubblica un opuscolo antimilitarista, Gli orrori della guerra alle madri d’Italia, che però viene sequestrato dalle autorità. Divenuto assistente nella Clinica medica dell’Università di Pisa nel settembre del 1918 promuove la rivista medico-scientifica «La Terapia italiana» (poi «Italia medica») che è stampata presso la tipografia “Germinal!”. Intanto inizia a pubblicare anche lavori di natura professionale. Nel giugno del 1920 tiene una conferenza presso la sede dell’Associazione Razionalista pisana dal titolo Da Gesù di Nazareth e Francisco Ferrer e in questo periodo continua a collaborare con la stampa libertaria e in special modo con «L’Avvenire anarchico» ancora fino al 1922 e con la rivista mensile «Anarchismo». Dopo il Biennio rosso e l’affermarsi del fascismo entra in una profonda crisi mistica che lo porta a convertirsi al cattolicesimo. Il 3 luglio 1928 il prefetto di Pisa propone al Ministero dell’Interno la radiazione del suo nome dallo schedario politico e dall’elenco dei sovversivi con la motivazione che da anni D. “conduce un sistema di vita ineccepibile” e “sofferente per una grave forma d’asma che ne mina l’esistenza, esercita poco la sua professione di medico che prodiga, invece, gratuitamente a favore dei bisognosi”. Lo stesso D., pur mantenendo le distanze dal fascismo, in uno dei suoi ultimi lavori (Ricordi mistici, p. 25) ricorda i suoi anni giovanili come un errore: “Il dubbio, l’agnosticismo, il deismo sterile, ed amorfo, il monismo Haekeliano, il materialismo alla Bücner e alla Molescott, la filosofia atea del Trezza e di Ardigò, di moda allora, s’insinuarono nel mio spirito dopo l’entrata nell’Università per un fenomeno di mimetismo scolastico”. Muore a Pisa il 6 luglio 1940. (F. Bertolucci)
 

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.

Bibliografia: scritti di D.: Discorsi, Carrara 1903; Inno alla libertà, Navacchio 1905; L’anarchismo non è morto né mai morrà. Risposta a uno sproposito di Filippo Turati, Pisa 1906; Il nido libero, Pisa 1907; Commemorazione di Giosuè Carducci. Discorso tenuto a Pietrasanta, Pisa 1909; I figli del dolore, Carrara 1911; Visioni d’arte e di bellezza in Pisa, Pisa 1912; Discorso inaugurale della Scuola Laica il 19 maggio 1912 di Migliarina a Monte (Spezia) (opera pubblicizzata dal periodico «Il Prete», 1 ott. 1912); Mentre spuntano gli astri. Poesie ad una monaca, Pisa 1914; Lettere amorose a Suor Paola, Pisa 1915; Gli orrori della Guerra, alle madri d’Italia, Pisa 1914 [recte 1917]; Discorso inaugurale tenuto al primo Congresso toscano per la revisione sugli infortuni del lavoro, pronunciato nel Regio teatro “G. Verdi” la sera del 10 ottobre 1915, Pisa 19172; Le malattie dell’apparato respiratorio nei lavoratori d’alabastro. Scritti su D.: A. Marianelli, Movimento operaio, forme di propaganda e cultura sovversiva a Pisa tra ’800 e ’900, Pisa 1990.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Emilio e Antonia Castellani

Bibliografia

2003

Persona

Bibliografica

Collezione