DEL CARPIO, Alfredo

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
DEL CARPIO, Alfredo

Date di esistenza

Luogo di nascita
Camerino
Data di nascita
26/04/1865
Data di morte
13/03/1942

Attività e/o professione

Qualifica
dentista e medico generico

Biografia / Storia

Nasce a Camerino (MC) il 26 aprile 1865 da Settimio e Maria Spuri, dentista e medico generico. Del Carpio cresce in una famiglia agiata, con la quale “bene si comporta”. Grazie alla favorevole condizione economica può compiere studi superiori e proprio nell’ambiente accademico che frequenta ha la possibilità di avvicinarsi agli “ideali sovversivi” leggendo diverse opere di “cultura libertaria”. L’11 luglio 1888 consegue il diploma in “flebotomia e odontoiatria” all’Università di Camerino, presso la quale, qualche anno più tardi, ottiene anche la patente di assistente farmacista.

Del Carpio è ritenuto dalle autorità di polizia “persona educata, intelligente, di carattere facile ad esaltarsi”, ma allo stesso tempo anche un uomo “pericolosissimo perché fanatico ardito e capace di ricorrere a qualunque mezzo per il trionfo delle proprie idee”. Nei primi anni ’90  Del Carpio si “ascrive al partito socialista anarchico” e all’inizio del 1894 costituisce a Camerino una sezione dello stesso, alla quale però aderiscono “in pochi”. Nel giro di alcuni mesi il gruppo, “senza un locale fisso per le riunioni”, e per il timore delle conseguenze derivanti dalle leggi eccezionali crispine si scioglie. Del Carpio stesso, per sfuggire all’assegnazione al domicilio coatto e per ottenere il posto di farmacista a Serravalle del Chienti, il 2 gennaio 1895, rilascia una “dichiarazione pubblica di rinuncia a qualsiasi principio politico sovversivo”. Per qualche tempo non fa parlare di sé e nel 1897 decide di prendere parte alla campagna Greco-Turca in qualità di medico.

Tornato in Italia si trasferisce temporaneamente a Civitavecchia, ma già alla fine dello stesso anno torna a Camerino, dove dimostra di “non avere del tutto sconfessato i principi di comunismo rivoluzionario” nei quali crede. Riprende perciò la sua opera di propaganda libertaria fra gli operai “firmando e distribuendo manifesti e programmi anarchici”. Firma il supplemento a «L’Agitazione» di Ancona del 31 marzo 1898 nel quale si protesta per la dura repressione seguita ai moti ed esprime “solidarietà coi processati Malatesta e compagni”. Durante i moti per il caropane della primavera del 1898 è molto attivo nella sua regione. Il 27 aprile, “durante una turba di popolo”, dopo avere arringato la folla nella piazza del municipio, impedisce la partenza di una partita di granturco per Caselle d’Urbino. Il giorno dopo, “di ritorno da Arnano, ove aveva impedita altra partenza di grano”, prende parte alla conferenza tenuta dal socialista milanese Costantino Lazzari. Per questa sua azione di “agitatore di piazza” e per avere istigato più volte la folla a “compiere violenze alla libertà del commercio” riporta una forte condanna pecuniaria.

Nei mesi a cavallo dei due secoli si sposta in diverse città della penisola: prima a Fabriano (aprile 1899), poi a Cremona (dicembre 1899) e Milano (gennaio 1900) e infine alla Spezia (febbraio 1900) che sceglie come seconda residenza. Nei primi mesi del 1901 è, con Pasquale Binazzi, tra gli anarchici più impegnati nella costituzione della CdL spezzina. Per diversi anni Del Carpio fa la spola fra Camerino, dove è rimasta la moglie Adele Scardacchi con la figlia Anarchia, e La Spezia, e approfitta dei frequenti viaggi per tenere conferenze di propaganda in diverse località del Nord Italia. Durante uno di questi spostamenti conosce la parmense Giuseppina Varazzini con la quale nel novembre 1901 ha un figlio che chiama Ideale. Un terzo figlio, Vero, prenderà parte alla Resistenza come comandante partigiano di una formazione di Giustizia e libertà in Lunigiana.

Nel corso dei primi anni del secolo Del Carpio diviene uno dei più stretti collaboratori di Binazzi alla redazione de «Il Libertario», per il quale firma diversi articoli. Per molti anni, pur rimanendo “propagandista attivissimo” e continuando “a prendere parte a riunioni pubbliche e private socialiste anarchiche”, Del Carpio non ha grossi guai con la giustizia; almeno fino al 17 luglio 1919 quando, nel quadro di una retata preventiva nei confronti dei “più noti sindacalisti e anarchici” dello spezzino, viene arrestato per “associazione a delinquere”. Rimesso in libertà il 4 settembre per amnistia Del Carpio continua a rimanere nell’entourage de «Il Libertario». Nel giugno 1922 “unitamente ai compagni di fede fonda il gruppo comunista Clarté” e si impegna nell’opposizione agli squadristi che agiscono alla Spezia.

Negli anni del regime fascista Del Carpio si astiene da ogni attività “antistatale”. Nonostante ciò, il 7 dicembre 1926, viene diffidato ai sensi dell’art. 166 e il 2 luglio 1930, “per i suoi precedenti politici”, gli vengono ritirati l’abbonamento e la tessera ferroviaria. Nel dicembre 1938 risulta far parte della associazione “Volontari contadini” della Spezia. L’ultimo cenno della polizia sul suo conto porta la data del 13 marzo 1942. S’ignorano data e luogo di morte. (A. Mameli)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen

Bibliografia: «Il Libertario», Numero Unico della Federazione Anarchica Spezzina, La Spezia 1946; A. Bianchi, La Spezia e Lunigiana. Società e politica dal 1861 al 1945, Milano 1999; G. Bianco, L’attività degli anarchici in Liguria nel biennio rosso (1919-1920), «Il Movimento operaio e socialista in Liguria», 2, 1961.

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