​MARIANI, Giovanni

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​MARIANI, Giovanni

Date di esistenza

Luogo di nascita
Piovera
Data di nascita
August 11 1891
Luogo di morte
Genova

Biografia / Storia

Nasce a Piovera (AL) l’11 agosto 1891 da Candido e Francesca Tosi, fabbro, calderaio. Abbandona gli studi dopo la IV elementare e si trasferisce con la famiglia a Sestri Ponente (GE), dove si occupa come operaio in una fabbrica metallurgica. Chiamato alle armi, viene arruolato in marina e vi resta fino al termine della guerra. Congedato e ritornato a Sestri P. si mette in evidenza negli ambienti anarchici e sindacalisti “rivelandosi elemento violento e facinoroso esplicando intensa attività di propaganda sovversiva”. Nel gennaio del 1911 sposa Ernesta Scapin che, parecchi anni dopo, gli darà una figlia. Nel Biennio rosso M. svolge un’intensa attività sindacale, spostandosi da una città all’altra. Nel novembre del 1917 M. è indiziato, insieme a Alibrando Giovannetti (allora segretario della Camera del lavoro di Sestri P.), per organizzazione sovversiva tesa a “istigare militari alla diserzione”. Nel 1919 è a Voghera dove viene denunciato per “avere attentato a mutare violentemente la costituzione dello Stato e la forma di governo nonché a far sorgere in armi i cittadini” e per “formazione di banda armata”. In seguito è amnistiato. Nel 1920 è a Milano, poi a Verona e a Parma (durante lo sciopero generale e quello agrario). Tiene comizi, partecipa a riunioni, lavora al riassetto organizzativo delle cdl sindacaliste e delle sezioni dell’USI. Nell’autunno del 1920 M. è di nuovo a Sestri P. dove assume la segreteria del Sindacato metallurgico locale. Nel settembre di quell’anno è denunciato, ma in seguito assolto, per un attentato dinamitardo alla caserma dei carabinieri di Sestri P. Successivamente è ancora denunciato per complicità in tentato omicidio nei confronti di membri di ps e per detenzione di armi ed esplosivo. Nel luglio del 1921, sapendosi ricercato, emigra clandestinamente in Francia, stabilendosi a Nizza dove, pochi mesi dopo, è raggiunto dalla famiglia. Si impiega come calderaio nella ditta Loquendre. In Francia prende contatto con ambienti anarchici e antifascisti e aderisce al circolo anarchico “Sacco e Vanzetti”. Collabora al giornale dell’usi “Lotta di Classe” e a “Insorgiamo!”. A causa di ciò viene iscritto in “Rubrica di frontiera” come “anarchico da perquisire e fermare”. Nel 1924 M. è a Villeurbanne (Lione) dove partecipa a un comitato per la propaganda antifascista, costituito da Camillo Berneri, del quale è cassiere e incaricato della raccolta fondi per l’uscita di un giornale antifascista. Negli anni successivi M. intrattiene relazioni con i principali esponenti dell’emigrazione anarchica all’estero come Francesco Barbieri e Carlo Frigerio e con un gruppo di anarchici genovesi fuoriusciti come Dante e Roberto Stanchi, Marcello Bianconi e Giulio Conte. La sua abitazione è un punto di ritrovo per le riunioni politiche del gruppo. Nel 1927, a causa di un infortunio sul lavoro rimane disoccupato e deve impiegarsi presso una libreria come venditore a domicilio. Negli anni successivi M. continua senza sosta la sua attività antifascista, ma nel 1939, perso il lavoro a causa della guerra, deve spostarsi in continuazione per evitare l’espulsione. All’occupazione tedesca tenta di rientrare in Italia ma è arrestato al rimpatrio il 24 dicembre 1941. Viene assegnato al confino (prima Pisticci, poi Castel di Guido) per due anni, ma è liberato condizionalmente nel novembre 1942. Tornato a Sestri P. M. riprende il suo posto nella lotta antifascista. Come rappresentante del “Partito Comunista-Libertario” entra a far parte, a partire dal 1943, del direttivo dei Comitati di agitazione sindacale clandestini che dirige gli scioperi degli anni ’44-’45. Nel dopoguerra dopo un’iniziale militanza nella Federazione Comunista Libertaria Ligure, poi nella Federazione Anarchica Ligure, sempre con incarichi sindacali (fa parte della Camera del lavoro), si trova in forte dissenso con gli altri compagni genovesi sull’utilizzabilità dei Consigli di gestione e in generale sulla tattica da tenere all’interno della CGIL e si allontana dal movimento anarchico. Muore a Genova il 16 luglio 1974. (G. Barroero)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Istituto storico della Resistenza in Liguria, fondo CLN; Archivio Storico del Centro di Documentazione di Pegli, Verbali FCLL.
 
Bibliografia: G. Bianco, L’attività degli anarchici nel biennio rosso (1919-1920), «Movimento Operaio e Socialista in Liguria», n. 2, 1961. G. Barroero, Anarchismo e Resistenza in Liguria, «Rivista storica dell’anarchismo», lug.-dic. 1998; Id., Il mito del controllo operaio. Anarchici e Sindacalisti Rivoluzionari di fronte ai Consigli di Gestione, «Sindacalismo di Base», n. 3, 1997.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Candido e Francesca Tosi

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

frazione