DEFENDI, Eugenio detto Giovanni

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
DEFENDI, Eugenio detto Giovanni

Date di esistenza

Luogo di nascita
Casalmaggiore
Data di nascita
June 24 1849
Luogo di morte
Londra

Biografia / Storia

Nasce a Casalmaggiore (Cr) il 24 giugno 1849, commerciante, detto Giovanni. Non si hanno notizie certe sulla formazione politica e culturale del giovane D., come molti altri della sua generazione accorre, aderendo all’invito del generale Garibaldi, in difesa della Francia repubblicana. Dopo la tragica fine della Comune di Parigi, viene arrestato ed è condannato in Francia a circa otto anni di prigione per aver partecipato al moto comunardo. Dall’esperienze della prigione riporta una “camminatura” grave e sollecita per l’abitudine di passeggiare continuamente in una piccola cella. Riconquistata la libertà alla fine del decennio emigra in Inghilterra, nello stesso 1880 egli figura, infatti, residente a Londra e nell’anno successivo appare già in intima relazione con Emilia Carolina Trunzio (Cosenza 9 lug. 1858-Londra 17 mar. 1919, casalinga e commerciante). La loro vita di intreccerà sia nelle scelte politiche che in quelle affettive a E. Malatesta. Dalla loro unione nascono sei figli, precisamente Luigia detta Virginia (poi maritata all’anarchico Giulio Rossi), Enrico, Cocò, Giulietta detta Giugiù (che si unirà più tardi con l’anarchico Antonio Fabrizi), Adele e un’altra figlia, di cui non conosciamo il nome (ma, forse, Giannetta). Altre scarne notizie ci informano che tutta la prole avrebbe visto la luce in Inghilterra e che Virginia dovrebbe essere nata nei primi anni Ottanta, Enrico nel 1883 (il dato è certo perché esiste il suo certificato anagrafico), Cocò (soprannome di un individuo maschio descritto come miope e ritardato del quale non si registra il vero nome) intorno al 1887-88, Giulietta probabilmente nel 1890, Adele nel 1892 e l’ultima figlia tra la fine del secolo e gli inizi del Novecento. Emilia è adottata dalla famiglia Zanardelli (dopo che la ragazza aveva perso i genitori a causa del colera) e perciò verosimile è l’idea che Malatesta l’abbia conosciuta attraverso il suo fratello d’adozione, Tito Zanardelli. Ancora verosimile, appare l’ipotesi relativa al comportamento di Malatesta nei confronti della coppia Trunzio-Defendi; il fatto cioè che egli avrebbe accettato – se non addirittura favorito – la loro relazione perché in tal modo si sarebbe sentito “più libero a fare le sue escursioni rivoluzionarie”. Inoltre non va dimenticato – e questa è la cosa più importante – che Malatesta, per tutti gli anni che vive a Londra, abita quasi sempre in casa Defendi e che questa coabitazione viene indicata, anche da molte altre “voci” provenenti da fonti diverse, quale prova “provata” della relazione tra Malatesta e la Trunzio. Vi sarebbe stata dunque, per circa un trentennio, una sorta di ménage à trois? La cosa non deve stupire più di tanto, se si considera che i coniugi Defendi sono entrambi anarchici militanti e dunque – si presume – favorevoli al “libero amore”. I Defendi, poi, secondo i rapporti di polizia, nutrivano verso Malatesta “un’ammirazione che sconfina[va] con l’idolatria”. Per di più il marito e i figli sarebbero stati sempre soggiogati dalla personalità della moglie e della madre e ciò spiegherebbe, ulteriormente, l’accettazione da parte di tutti dell’insolita situazione. Se è vera quindi l’ipotesi del “triangolo”, la domanda inevitabile che sorge ora è questa: quanti, di questi sei figli, sono di D. e quanti di Malatesta? Si tratta naturalmente di una domanda a cui non si può rispondere, tranne forse per Cocò perché, se è vero che questi era nato intorno al 1887-88, allora non può essere stato generato dall’anarchico italiano, dato che egli era allora in Argentina. Più voci, provenienti sempre da fonti “confidenziali” (non però da “Virgilio”, l’informatore del Ministero), indicano in Enrico Defendi un probabile figlio di Malatesta. Enrico è nato il 3 settembre 1883 a Londra. Definito, nella scheda biografica redatta dalla polizia italiana, come individuo “molto intelligente e di carattere altero”, egli risulta attivo militante anarchico già alla fine del secolo, tanto che viene in Italia nel marzo del 1897 (ha allora 14 anni) con Malatesta quando questi prende dimora ad Ancona per dirigere «L’Agitazione». In quell’occasione il giovane fa il fattorino per la redazione del giornale. Il 30 maggio 1898 il Tribunale di Ancona lo condanna, per insubordinazione e propaganda sovversiva, a sei mesi di carcere che sconta nella città marchigiana. Il 28 novembre viene rimesso in libertà e successivamente espulso dall’Italia da dove parte per far ritorno in Inghilterra. Ritroviamo sue notizie in molti rapporti di “Virgilio”, ma si tratta quasi sempre di informazioni insignificanti. Enrico Defendi muore a Londra l’8 novembre 1916 per tubercolosi. Ma non solo questi può essere stato figlio di Malatesta. Secondo “Virgilio”, anche Adele – una delle due sorelle più piccole – potrebbe essere stata generata dall’anarchico italiano e, ugualmente, Giulia detta “Giugiù”. In tutti i casi comunque, sempre secondo “Virgilio”, Malatesta avrebbe poi deciso di lasciare ogni suo avere (poca cosa, naturalmente) a tutti i sei figli Defendi. Difficile comunque avere una qualche certezza. Malatesta in una lettera a L. Fabbri definisce tutta la prole dei Defendi come “i figli e i nipoti dei Defendi” mentre il rapporto tra lui e la loro madre viene presentato in senso cameratesco, non certo sotto forma di relazione amorosa: “la Defendi, a cui mi legano più di cinquant’anni di affetto fraterno”. A Londra la famiglia Defendi è proprietaria di una rivendita di alimentari, olio, formaggi e vino a Islington. Spesso Malatesta accompagna Giovanni nelle sue consegne a domicilio e quindi i due sono molto conosciuti nella colonia degli emigrati italiani. L’intera famiglia partecipa assiduamente nel corso degli anni a tutte le iniziative organizzate dagli anarchici italiani a Londra. Giovanni ed Enrico sottocrivono le circolari programmatiche che annunciano la pubblicazione dei giornali «L’Internazionale» e la «Rivoluzione sociale». Di quest’ultimo periodico Enrico è il responsabile delle sottoscrizioni. Con l’avanzare dell’età e dopo la tragica morte della propria compagna, Giovanni abbandona progressivamente ogni impegno politico e muore a Londra il 10 ottobre 1925. (G. Berti)
 

Fonti

Fonti:, Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; ivi, Trunzio Emilia Carolina; ivi, Belelli Ennio; ivi, Insabato Enrico; «La Gogna», Londra, lug. 1912; E. Insabato, Fallimento. Retroscene del socialismo contemporaneo, Bologna 1898. 

Bibliografia: E. Civolani, La partecipazione di emigrati italiani alla Comune di Parigi, «Movimento operaio e socialista», n. 2, 1979, pp. 172-73; C. Levy, Malatesta in exile, «Annali della Fondazione Luigi Einaudi», 1981, pp. 262-270.

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2003

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