​MARGARITA, Ilario

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​MARGARITA, Ilario

Date di esistenza

Luogo di nascita
Castelrosso
Data di nascita
February 4 1887
Luogo di morte
Torino

Biografia / Storia

Nasce a Castelrosso (TO) il 4 febbraio 1887, da Carlo e Carola Regis, muratore. M. è schedato come anarchico dal 1906, anno in cui subisce la prima condanna di 3 mesi e 7 giorni e £ 50 di multa per “minacce, istigazione a delinquere, incitamento all’odio di classe”. Nel 1909 redige il numero unico «Senza Patria», che gli causa un’ulteriore condanna di 4 mesi e 20 giorni di reclusione e £ 70 di multa. Nel 1913 si reca a Ginevra in cerca di lavoro, ma appena messo piede in territorio elvetico viene immediatamente espulso. Nel 1914 è uno dei creatori del Fascio Libertario Torinese, di cui diviene segretario. Nel 1916 partecipa al convegno nazionale anarchico clandestino tenutosi a Firenze, lo stesso anno sconta un mese e dieci giorni per aver “preso parte ad una dimostrazione contro la guerra”. Nel 1917 è condannato a 3 anni di reclusione per istigazione alla diserzione, quale autore, assieme a Tommaso Elia, Enrico Cherubini, Francesco Allolio, Giuseppe Rubino e Corrado Quaglino, di un volantino antimilitarista firmato “Un gruppo di religiosi”. Collabora all’«Avvenire Anarchico» di Pisa e ad altri giornali utilizzando molti pseudonimi come Barricata, Red, Evelino Margherita, Evelino Iglesias, Iglesia, Ilario di Castelred, ecc. Valente oratore e abile conferenziere, prende la parola, a nome degli anarchici o dell’usi, varie volte e in diverse occasioni durante le agitazioni operaie del Biennio rosso. Nel 1920 partecipa all’occupazione delle fabbriche; l’anno seguente è per pochi mesi segretario dell’usi di Brescia, dopodiché è costretto a rientrare a Torino a causa “delle indagini poliziesche, riguardanti la costituzione di un gruppo di Arditi del Popolo, sciolto dal Prefetto” della città lombarda (cfr. R. Bernardi, Umberto Mincigrucci (1905-1926). Note sull’anarchismo bresciano, «Rivista storica dell’anarchismo», n. 1, gen.-giu. 1997, Pisa, p. 59). Nel 1922 è tra gli organizzatori degli Arditi del Popolo torinesi (cfr. P. Spriano, Storia del Partito Comunista Italiano, vol. I, Da De Amicis a Gramsci, Torino, 1958, p. 144 n.). Lo stesso anno è arrestato per concorso in tentato omicidio di un agente di PS (commesso da Giuseppe De Luisi, il quale “subito dopo il fatto ebbe a riparare e a nascondersi” nella sua abitazione). L’anno seguente, dopo essere stato prosciolto, espatria stabilendosi prima a Parigi e poi a Marsiglia. Nel 1925 è a Cuba, presso la comunità degli anarchici italiani ivi residenti, partecipando alle attività della cdl dell’Avana. Nel 1927 (all’epoca dell’assassinio legale di Sacco e Vanzetti, che conosce personalmente e andrà a visitare in carcere - cfr. “Commemorazione di Vanzetti a Villafalletto”, «Era Nuova», Torino, 1 set. 1946), è costretto, per sfuggire alle persecuzioni contro gli anarchici del generale Machado, ad emigrare clandestinamente negli usa dove, con lo pseudonimo di Ilario di Castelred, assume temporaneamente la direzione de «L’Adunata dei Refrattari» e, dal 1928 al 1930, del quindicinale di Boston «L’Aurora». Nel 1931 riattraversa l’Atlantico diretto in Spagna, dove nel 1932 è arrestato ed espulso, dopo aver scontato tre mesi di carcere. Dopo una breve permanenza a Tolosa rientra clandestinamente a Barcellona, partecipando, nel luglio del 1936, all’insurrezione popolare contro i generali golpisti e arruolandosi poi nella Colonna Ortiz e successivamente nella Colonna italiana (Ascaso). “Sempre clandestinamente [...] ritornammo a Barcellona, prendendo parte all’insurrezione del 19 luglio 1936 contro Franco; quindi arruolatisi volontariamente dai primi giorni di guerra antifascista io nella II Colonna Ortiz di fronte a Belchite e la mia compagna nella Colonna Durruti di fronte a Saragozza” (da una memoria dattiloscritta di I. Margarita). Giuditta Zanella (nata a Barzola (VR) il 26/4/1885, morta a Torino nel 1962) della redazione della «Cronaca Sovversiva» torinese, compagna di vita di Margarita, condivide le sue peregrinazioni a Cuba, negli USA e in Spagna. Nel 1939, rifugiatosi in Francia, è internato (Argeles sur Mer, Gurs). L’anno successivo, trasferito in una compagnia di lavoro e liberato dopo l’occupazione nazista, riesce a raggiungere a piedi il Belgio, dove chiede il rimpatrio al consolato di Bruxelles. Al rientro, viene condannato a cinque anni di confino per attività antifascista all’estero (Tremiti); nel 1942 è condannato a 3 mesi di reclusione per contravvenzione agli obblighi. Liberato nel settembre 1943, collabora alla resistenza (“quando arrivai a Torino [dal confino, N.d.A.] i tedeschi e i fascisti erano già ritornati padroni della situazione. Viste le cose, dopo aver pernottato nella Stazione ferroviaria [...], al mattino presto, invece di recarmi in questura a consegnare il foglio di via, mi recai a Nole (Val di Lanzo) [...]; e così per il periodo della Repubblica di Salò vissi da quelle parti con escursioni fino a Balme con i partigiani”, da una memoria dattiloscritta, cit.). Il 23-25 giugno 1945 partecipa a Milano al congresso interregionale della Federazione Comunista-Libertaria dell’Alta Italia. Nel dopoguerra è un attivo conferenziere e pubblicista del movimento libertario ed è tra i promotori della ricostituzione dell’usi (cfr. «Guerra di Classe», organo del Comitato di coordinazione della costituenda Unione Sindacale Italiana AIT–Associazione Internazionale dei Lavoratori, Torino, 1950, di cui è redattore). Anche dopo la liberazione, ormai sessantenne, continua ad essere costantemente sorvegliato dalla PS (cfr. Questura di Torino - UP al Prefetto, in data 18 feb. 1948, Archivio di Stato Torino, Gabinetto Prefettura, b. 196). Negli anni 1963 e 1964 edita quattro numeri unici: «La Rivendicazione Sociale» (3 numeri) e «Rivoluzione Libertaria», incentrati soprattutto sulla repressione degli anarchici cubani da parte di Fidel Castro (cfr. L. Bettini, Bibliografia dell’anarchismo, vol. 1 t. 1. Periodici e numeri unici anarchici in lingua italiana pubblicati in Italia (1872-1971), Firenze 1972, ad indicem). M., pur rimanendo un anarchico “tradizionale”, nel Secondo dopoguerra assume posizioni di rigido anticomunismo che, a volte, lo fanno scivolare su concezioni “riformiste” di difesa ad oltranza della democrazia, interpretata non più come “male minore” ma come “baluardo di libertà”. “La posizione dell’anarchico sta sempre dalla parte dove si difende la libertà con lo scopo di ampliarla sempre più ostacolando quelle forze e quei partiti che non vogliono riconoscere il diritto alla critica, all’operato dei dirigenti attuali. Per questo motivo la mia posizione è prima di tutto contro ogni tendenza totalitaria. [...] Quindi, tutto malgrado, anche contro la vecchiaia, continuo a mantenermi diritto sul terreno dell’anarchismo, senza farmi mai prendere dalle infatuazioni marxiste autoritarie e senza cadere davanti ad infatuazioni di altro carattere” (I. Margarita, Infatuazioni marxiste nel movimento anarchico, «Volontà», n. 3, mag.- giu. 1974, p. 220). Muore a Torino il 21 ottobre 1974. (T. Imperato)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Ivi, CP, f. personali, b. 623; Lutti nostri: Ilario Margarita, «Umanità nova», 2 nov. 1974.
 
Bibliografia: U. Fedeli, Giornali, riviste, numeri unici anarchici, stampati in italiano dal 1914 al periodo clandestino, «Movimento operaio», n. 7/8, apr.-mag. 1950, Milano; P. Spriano, Storia di Torino operaia socialista. Da De Amicis a Gramsci, Torino 1958, ad indicem; Id., L’Ordine Nuovo e i consigli di fabbrica. Con una scelta di testi dall’“Ordine Nuovo” (1919-1920), Torino 1971, p. 56 nota; Centro Studi P. Gobetti - AICVAS Sez. Piemontese, Antifascisti piemontesi e valdostani nella Guerra di Spagna, Parma 1975, ad nomen; L. Bettini, Bibliografia dell’anarchismo, vol. 1 t. 2. Periodici e numeri unici anarchici in lingua italiana pubblicati all’estero (1872-1971), Firenze 1976, ad indicem; A. Molinari, I giornali delle comunità anarchiche italo-americane, «Movimento operaio e socialista», Genova, n.s., n. 1-2, (1981); A. Dal Pont, S. Carolini, L’Italia al confino, Milano 1983, ad nomen; A. Lòpez, La Colonna Italiana, Quaderno n. 5, Roma 1985, ad nomen; I. Rossi, La ripresa del Movimento Anarchico Italiano e la propaganda orale dal 1943 al 1950, Pistoia 1981, ad indicem; T. Imperato (a cura di), ‘Barricata’ una vita militante, «Bollettino dell’Archivio G. Pinelli», ago. 1998; La Spagna nel nostro cuore. 1936-1939, Tre anni di storia da non dimenticare, Roma 1996, ad nomen; L. Di Lembo, Guerra di classe e lotta umana. L’Anarchismo in Italia dal Biennio rosso alla Guerra di Spagna, Pisa 2001, ad indicem.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Carlo e Carola Regis

Bibliografia

2004

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Collezione

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