MARCUCCI, Enrico
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- MARCUCCI, Enrico
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Grosseto
- Data di nascita
- March 19 1875
- Luogo di morte
- Castelnuovo dei Sabbioni
Biografia / Storia
- Nasce a Grosseto il 19 marzo 1875 da Socrate e Caterina Scotti, impiegato. Dopo aver frequentato la prima ginnasiale, lascia gli studi e abbraccia le idee socialiste. Nel 1894 sottoscrive mezza lira per le famiglie delle vittime del piombo regio in Sicilia, poi diventa anarchico e lavora, come impiegato, nel Municipio di Roccastrada. L’8 maggio 1898 guida le proteste contro lo stato d’assedio a Sassofortino e a Roccastrada, lanciando “grida sovversive”, facendo chiudere i negozi e tagliare i fili telegrafici e scagliando sassi contro la caserma dei carabinieri. Arrestato, viene condannato dal Tribunale militare di Firenze, il 27 giugno, a 5 anni di reclusione e a un anno di vigilanza. Il 1° maggio 1899 gli sono condonati due anni di carcere e il 6 gennaio 1900 gli viene rimessa la pena residua. Il 15 giugno 1907 presenta al Congresso anarchico di Roma, insieme a Luigi Fabbri e Egidio Dei, un odg, che approva la relazione di Ignazio Scaturro sulla religione, e si astiene sull’odg di Libero Merlino e Luigi Fabbri relativo ai rapporti fra socialismo ed anarchismo. Il 16 giugno viene schedato dalla Prefettura di Grosseto, che ne segnala il carattere “violento e aggressivo” e le qualità oratorie e, negli ultimi mesi dell’anno, promuove il Convegno anarchico, che si tiene a Follonica il 26 aprile 1908. Verso la fine del 1909 si allontana dal movimento anarchico grossetano, come ricorda nel 1910 in una polemica lettera al direttore dell’«Etruria nuova», Giuseppe Carlo Benci. Il 1° maggio 1911 M. parla a un comizio che si tiene a Grosseto e il 24 settembre interviene al Convegno anarchico di Roma, sfilando poi per la capitale, nel corteo che commemora Carlo Pisacane. Fondatore del Circolo libertario Germinal, è presente, il 4 febbraio 1912, al convegno di Follonica contro la reazione e la guerra, e il 2 aprile diventa segretario della Federazione anarchica maremmana. Qualche mese più tardi, viene arrestato dopo un attentato, compiuto dall’anarchico Antonio Vecchi a Grosseto, e il caffè Greco – che è gestito da sua moglie Anna Bernieri – viene provvisoriamente chiuso. Liberato dopo qualche giorno, M. si dimette da segretario della Federazione anarchica e si distacca dal movimento libertario, poi, nel 1913, alla vigilia del ballottaggio fra il candidato socialista prof. Merloni e il liberale conservatore avv. Pallini, fa stampare un foglio volante, dove ringrazia pubblicamente Pallini, che lo ha difeso nel 1912. L’atto, scambiato per un invito a votare Pallini, indigna i compagni, che lo considerano ormai fuori dal movimento. Durante la prima guerra mondiale M. è lontano dalle posizioni antibelliche degli anarchici, e sensibile piuttosto agli interessi patriottici, come fa pensare una lettera di cordoglio, da lui inviata a un redattore dell’«Etruria nuova» di Grosseto, dopo la morte del giovane repubblicano Piero Benci a Fagaré. Dopo la fine del conflitto, M. versa delle piccole somme a «Umanità nova» di Milano e a «L’Avvenire anarchico» di Pisa e gestisce il caffè Greco sino al 30 giugno 1921, quando il locale è devastato dalle bande fasciste nelle terribili ore della caduta di Grosseto. Nei giorni seguenti si trasferisce a Castelnuovo dei Sabbioni, restandovi sino al 26 marzo 1926, quando improvvisamente muore. La salma è trasportata a Grosseto e l’epigrafe, posta in ricordo della sua militanza libertaria, è fatta cancellare dai fascisti. Uno dei suoi figli, Libero, viene a lungo perseguitato dagli squadristi. (F. Bucci - C. Gregori - A. Tozzi)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Socrate e Caterina Scotti
Bibliografia
- 2004