MANETTI, Silvio Giovanni
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- MANETTI, Silvio Giovanni
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Gavello
- Data di nascita
- April 18 1873
- Luogo di morte
- Venezia
Biografia / Storia
- Nasce a Gavello (RO) il 18 aprile 1873, da Valentino e Giuseppina Cappato, pizzicagnolo ed oste, cuoco. Completa gli studi fino alla prima tecnica. Il 25 aprile 1882 emigra con la famiglia a Bologna. A 17 anni si arruola volontario come mozzo in Marina, dove rimane circa 7 anni conseguendo il grado di sottocapo timoniere ma viene retrocesso poco prima del congedo. Contrae matrimonio con Maria Maccapani dalla quale ha 11 figli. Abbonato al giornale anarchico «L’Agitazione», sottoscrive la protesta per l’applicazione dell’art.248 c.p. alle associazioni anarchiche, pubblicata dal giornale di Ancona. Svolge propaganda anarchica “fra la classe degli operai”. Il 2 agosto 1898 è condannato dalla Pretura di Bologna a 19 giorni di reclusione per lesioni personali. Nel settembre 1898 si reca ad Iselle alla ricerca di occupazione nei lavori per il traforo del Sempione ma, disoccupato e privo di mezzi di sussistenza, viene arrestato e tradotto a Bologna. Nel 1899 è segnalato per l’assidua partecipazione “a tutte le conferenze e riunioni indette dalla Setta” e per la sua attività di propaganda. Nel 1902, ritornato a Gavello, partecipa al movimento delle leghe: cassiere della lega di miglioramento locale, è tra gli organizzatori degli scioperi bracciantili “agli ordini della Federazione Polesana delle Leghe”. È corrispondente dei giornali «La Lotta» e «Il Gazzettino». Dopo la secca sconfitta del movimento leghista, M. riprende la propria vita da giramondo, condotta durante i lunghi anni del servizio militare: nel 1904 è in Germania, nel 1908 ritorna a Gavello, nel 1911 a Loreo (RO), nel 1912 a Venezia, dove si imbarca come cuoco su piroscafi mercantili fino allo scoppio della guerra; nel 1915 a Venezia trova lavoro nel bacino di Canareggio. Dal 1925 al 1930 è imbarcato come cuoco su vari piroscafi, recandosi “continuamente all’estero, toccando i porti di quasi tutte le nazioni europee e dell’America”. Nel 1931 lavora nello stabilimento SAVA di Marghera: licenziato nel novembre 1936 “per la sua fede politica”, viene riammesso al lavoro all’inizio di dicembre. Dal 1937 viene costantemente classificato nel cenno biografico come “simpatizzante per l’attuale Regime”. Muore a Venezia il 24 dicembre 1949. (V. Tomasin)
Fonti
- Fonti: Archivio di Stato Rovigo, Gabinetto Questura, Casellario politico, ad nomen.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Valentino e Giuseppina Cappato
Bibliografia
- 2004