DALOLI, Artorige

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
DALOLI, Artorige

Date di esistenza

Luogo di nascita
Mantova
Data di nascita
June 25 1910
Luogo di morte
Milano

Biografia / Storia

Nasce a Mantova il 25 giugno 1910 da Ricciotti e Francesca Pagliari, parrucchiere, operaio, libraio. Persi entrambi i genitori in tenera età, viene affidato alle cure di uno zio. Sconosciuto all’Ovra, le diviene noto nell’ottobre 1935 allorché, arrestato a Milano per furto di automobile, gli si rinviene addosso una lettera, indirizzata dal comunista Michele Cavalli a un compagno, Stefano Nava di Erba (co). In essa, D. viene indicato come il referente di un’organizzazione dedita alla diffusione di stampa sovversiva nel milanese e propugnante l’abbattimento del regime fascista. La polizia gli trova in casa una cassetta contenente foglietti manoscritti e dattilografati con versi e prose di chiaro tenore antifascista e libertario. D. aveva maturato la sua scelta di campo fin dall’epoca in cui aveva prestato servizio nell’arma di fanteria col grado di sergente, al punto da tentare, una volta congedato, un primo espatrio clandestino verso la Jugoslavia, conclusosi con un insuccesso nell’inverno 1931. Il 4 febbraio 1936, D., Cavalli e Nava sono inviati a domicilio coatto per cinque anni. D. trascorre poco più di un anno a Badolato (cz), finché il 31 marzo 1937, in occasione della nascita del principe Vittorio Emanuele, Mussolini dispone, tra gli altri, il suo proscioglimento condizionale. Vigilato come antifascista, nel 1940 si stabilisce ad Ardesio (bg) e conduce un negozio di parrucchiere nel vicino paese di Nossa. Durante la Resistenza è attivo nelle formazioni del bergamasco. Nel dopoguerra è tra i protagonisti, con Mantovani, della rinascita dell’anarchismo milanese. Entrato nell’orbita dei movimenti pacifisti e nonviolenti, “cittadino del mondo” e amico intimo di Aldo Capitini, costituisce da Mantova, dove torna a vivere nei primi ani ’50, il principale punto di riferimento di una rete di gruppi anarchici nonviolenti, presente su buona parte del territorio nazionale, di scarsa consistenza rispetto a quelle esistenti in altre nazioni europee (Francia, Belgio, Germania), alle quali pur si collega. Con la collaborazione di Capitini, Masciotti, Candoni e Han Ryner, pubblica i numeri unici «A.M.A.» (Associazione Mondiale Ahimsa), «Amiamoci» e «Rivoluzione morale», apparsi a Mantova tra il 1952 e il 1954. Nel contempo partecipa alle attività della Federazione anarchica mantovana e, operaio in una fabbrica, a una serie di lotte sindacali, da lui promosse in qualità di membro della Commissione interna, conclusesi con il suo arbitrario licenziamento. Si dedica quindi al commercio di libri usati e, trasferitosi a Milano, installa una bancarella in via Verdi, nei pressi del teatro La Scala, che diventa un punto di ritrovo per gli anarchici milanesi e per coloro che giungono da fuori città. Figura popolare anche per le sue idee tolstoiane, che considera rivoluzionarie e perfettamente conciliabili con l’anarchismo, svolge una intensa attività specifica, collaborando tra l’altro a «Il Libertario» di Milano, di cui assume la direzione il 15 febbraio 1961. Alla sua morte, avvenuta a Milano il 1° ottobre 1964, dopo lunga degenza in ospedale, il “gruppo anarchico milanese della nonviolenza”, che aveva fondato insieme a Michele Camiolo, viene intitolato a suo nome. (N. Musarra)
 

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; M. Mantovani, Artorige Daloli non è più, «Umanità nova», 11 ott. 1964, p. 4; [M. Camiolo], Ricordo di A. Daloli, ivi, 8 nov. 1964, p. 4.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Ricciotti e Francesca Pagliari

Bibliografia

2003

Collezione

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