​MALAGUTI, Armando

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​MALAGUTI, Armando

Date di esistenza

Luogo di nascita
Bologna
Data di nascita
18/09/1897
Luogo di morte
Bologna
Data di morte
16/12/1955

Attività e/o professione

Qualifica
Falegname
Qualifica
Venditore ambulante
Qualifica
Operaio meccanico

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Bologna il 18 settembre 1897, da Celso e Adelaide Rapparini (o Raparini), falegname, venditore ambulante, operaio meccanico. Militante autorevole del movimento anarchico bolognese, nel 1923 emigra in Francia, stabilendosi a Parigi dove conosce Maria Zazzi, che diventerà la sua compagna di vita. Tre anni dopo viene segnalato dalle autorità fasciste nel «Bollettino delle Ricerche» del ministero dell’Interno per il “provvedimento di arresto”: in alcune lettere ha espresso frasi oltraggiose nei confronti del re e del duce.

Nel maggio del 1927, l’ambasciata italiana a Parigi segnala che è stato colpito da decreto di espulsione e che si è trasferito in Lussemburgo, prendendo dimora a Esch-sur-Alzette. Alcuni mesi dopo è in Belgio, a Saraing, nei pressi di Liegi, dove promuove, a suo nome, una sottoscrizione sul periodico libertario «L’Emancipateur». Nel dicembre del 1930 viene colpito da decreto di espulsione e si stabilisce per un paio di anni in Lussemburgo e successivamente in Olanda. Tornato in Belgio nel 1933, collabora attivamente col movimento anarchico e nel maggio partecipa a una importante riunione tenutasi a Bruxelles.

È in Francia dal novembre 1933 all’agosto del 1936, quando parte per combattere in difesa della repubblica spagnola, arruolandosi nella Sezione Italiana della Colonna “Ascaso” della CNT-FAIb in qualità di fuciliere. Nel gennaio del 1937 è a Liegi per reclutare miliziani, ma viene arrestato per contravvenzione al decreto di espulsione. Nel febbraio del 1938 lascia il Belgio per tornare in Spagna in qualità di delegato politico. Con la vittoria dei franchisti si rifugia, sotto falso nome, nel Marocco francese, poi in Algeria e infine a Tunisi, dove, nel maggio del 1939 è incarcerato, quale sospetto di attentato terroristico; nel settembre dello stesso anno viene espulso e riesce a rientrare clandestinamente a Parigi, dove risiede fino al dicembre del 1940, quando è arrestato dalla polizia tedesca e trasferito in Germania in una località non identificata.

Un mese dopo viene consegnato alle autorità fasciste che, il 28 febbraio 1941, lo condannano a quattro anni di confino, da scontare a Ventotene. Il 25 dicembre 1942 viene trasferito a Ustica poi nel settembre del 1943 trasferito nel campo di internamento di Renicci di Anghiari, da dove evade poco tempo dopo. Attivo nel movimento resistenziale, è riconosciuto partigiano. Muore a Bologna il 16 dicembre 1955. (R. Ropa)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Lutti nostri, «Umanità nova», 25 dic. 1955; Armando Malaguti, «Il Libertario», 14 gennaio 1956, p. 4.

Sitografia:
Dictionnaire international des militants anarchistes, versione on-line, http://militants-anarchistes.info

Bibliografia: L. Arbizzani, Antifascisti emiliani e romagnoli in Spagna e nella Resistenza, Milano, 1980, ad nomen; A. Dal Pont, S. Carolini, L’Italia al confino, Milano 1983, ad indicem; A. Albertazzi, L. Arbizzani, N.S. Onofri, Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo bolognese (1919-1945). Dizionario biografico, 6 voll., Bologna 1986-2003, ad nomen; La Spagna nel nostro cuore. 1936-1939, Tre anni di storia da non dimenticare, Roma 1996, ad nomen; Maria Zazzi, una vita da anarchica, «Umanità nova», 24 gen. 1993.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Persona

Collezione

Tema