​MAGRI, Cesare

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​MAGRI, Cesare

Date di esistenza

Luogo di nascita
Forlì
Data di nascita
April 10 1877
Luogo di morte
Garbagnate Milanese

Biografia / Storia

Nasce a Forlì il 10 aprile 1877 da Andrea e Vittoria Lombardi, barbiere, detto “Il figlio di Magron”. Di modesta cultura, avendo compiuto solo gli studi elementari, è comunque uno dei militanti più attivi e capaci del movimento anarchico forlivese, sempre presente nelle riunioni locali e regionali e coerente assertore di quell’anarchismo legato a una matrice sociale e proletaria, organizzatrice e antindividualista, largamente maggioritario in terra di Romagna. Segnalato già nel 1892, a soli quindici anni, come iscritto al Circolo Socialista Anarchico “Sempre Avanti”, è puntuale diffusore della stampa anarchica e fa della sua bottega un animato e vivace centro di discussione e propaganda. Nel 1898 è fra i firmatari del manifesto di protesta pubblicato in supplemento a «L’Agitazione» in occasione del processo anconetano a Errico Malatesta, Adelmo Smorti e Rodolfo Felicioli e il 26 luglio 1900 il suo nome ricompare, in un nuovo supplemento dello stesso giornale, fra i firmatari della protesta contro i continui arbitri polizieschi successivi all’uccisione di Umberto i. Nel 1905, a nome dell’Unione Socialista Anarchica Forlivese, è referente del congresso anarchico regionale che si tiene a Forlì il 27 luglio, in preparazione del Congresso Socialista Anarchico previsto a Roma nel settembre successivo. L’ordine del giorno, che riflette pienamente le posizioni organizzatrici e “malatestiane” del M. e del gruppo cui appartiene, prevede al primo punto “l’intesa sul metodo di organizzazione politica o di partito” e al secondo “la partecipazione nelle organizzazioni operaie”. Sempre nel 1905 è il referente del numero unico «Il Patto libertario», portavoce della risorta Federazione Socialista-Anarchica Romagnola, uscito a Forlì l’1 ottobre. In esso, fra articoli di Pietro Gori, Errico Malatesta, Pietro Kropotkin e Luigi Fabbri, compare il suo Amor ... di Patria?. Anche il successivo numero unico, «xi Novembre», uscito nello stesso anno, lo vede fra i collaboratori. Costante nell’attività, indicato come rappresentante della sezione anarchica forlivese e “uno dei maggiorenti del partito locale”, nel febbraio 1913 prende la parola al convegno presieduto a Faenza da Domenico Zavattero, ribadendo con fermezza i principi dell’astensionismo anarchico. In settembre riceve Malatesta di passaggio a Forlì e a Faenza e in ottobre è denunciato, assieme a due compagni, per affissione abusiva di “uno scritto e disegni che manifestavano idee antimilitariste e di scherno contro i poteri dello Stato e contro il corpo elettorale in genere”. Nel 1914, intensificandosi la propaganda del movimento anarchico nel movimento sindacale e di classe, partecipa a una riunione nella quale si sarebbe trattato di costituire un comitato segreto finalizzato alla propaganda per l’azione diretta e il 16 luglio partecipa, in rappresentanza del Fascio Comunista Anarchico Forlivese, alla riunione congiunta fra socialisti, anarchici e repubblicani indetta per “accordarsi sulla scelta dei mezzi atti a fronteggiare la reazione governativa e ad arrestarne i macabri saturnali”. Richiamato alle armi nel 1917 e congedato nel 1919, riprende l’impegno militante e nel 1920 rappresenta gli anarchici forlivesi al Congresso regionale della Unione Anarchica Emiliano Romagnola tenutosi a Bologna il 18-19 aprile. Nel 1921 è fra i promotori e gli organizzatori del congresso anarchico romagnolo che ha luogo a Forlì il 16 ottobre. In novembre è ad Ancona al 3° Congresso della Unione Anarchica Italiana e nel gennaio successivo fa parte della Commissione di Corrispondenza della Federazione Anarchica Romagnola, impegnata soprattutto a sostenere «Umanità nova» e le numerose vittime politiche di quegli anni. Sempre nel 1922, nel clima infuocato della reazione fascista, si oppone al patto di pacificazione con i fascisti sottoscritto dai socialisti e dai repubblicani e il 18 giugno è fra gli organizzatori del convegno dei gruppi anarchici della Romagna e del bolognese (sono presenti, a Forlì, una cinquantina di gruppi) convocato per fare il punto sulle lotte del proletariato romagnolo e per sviluppare la difesa proletaria contro lo squadrismo. Con l’avvento del fascismo, incominciano nuove angherie, e dopo aver subito alcune perquisizioni ed essere stato segnalato in contatto con fuoriusciti “che preparerebbero attentati contro alte personalità” e “anarchico fra i più pericolosi nella provincia”, il 2 novembre 1926 viene arrestato come misura precauzionale. Rilasciato l’11 dello stesso mese, il 25 novembre viene arrestato nuovamente per ordine della Commissione provinciale sul Confino e condannato a quattro anni da scontare a Lampedusa, dove giungerà assieme al concittadino Ulisse Soprani. A motivazione della condanna, l’accusa di essere “anarchico pericoloso che ha manifestato il deliberato proposito di commettere atti diretti a sovvertire violentemente gli ordinamenti nazionali e a menomare la sicurezza dello stato”. Il 9 dicembre la moglie e compagna Luigia Partiseti tenta il suicidio tagliandosi la gola “perché non si sentiva di sopravvivere alle sventure del marito”. Verrà poi ricoverata all’ospedale psichiatrico di Imola dove muore nel luglio del 1927. Poco dopo viene accettato un ricorso presentato da M. e il confino viene commutato in un periodo di ammonizione di due anni. Rientrato a Forlì, durante gli anni del fascismo gli viene impedita ogni attività, ma si mantiene fermo nelle sue idee e “non dà alcun segno di ravvedimento politico”: ancora nel 1931, nella casa che condivide con Soprani, vengono sequestrati libri e opuscoli anarchici. La sorveglianza della polizia è costante e ne rileva il continuo attaccamento all’ideale anarchico. Muore il 10 febbraio 1940 nel sanatorio di Garbagnate Milanese. (T. Marabini - M. Ortalli)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; «Notiziario UAI», 25 dic. 1926; Archivio storico della FAI, Fondo anarchici forlivesi.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Andrea e Vittoria Lombardi

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

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