CRIVELLI, Carlo
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- CRIVELLI, Carlo
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Milano
- Data di nascita
- November 19 1867
- Luogo di morte
- Milano
Biografia / Storia
- Nasce a Milano il 19 novembre 1867 da Pietro e Teresa Girola. Frequenta le scuole elementari e diventa tipografo. Entra nel movimento anarchico nel 1886, dopo aver appartenuto al Circolo Socialista Milanese. Nel 1889 è considerato uno degli esponenti di rilievo del gruppo “Avanguardia”, localizzato tra Porta Sempione e Porta Nuova con il suo centro nell’area attorno a Porta Garibaldi. Definito “violento agitatore delle masse”, la cui presenza, “nelle dimostrazioni di massa era ordinariamente fomite di disordini”, nel maggio dell’89 viene arrestato, insieme con altri anarchici (tra i quali Italo Bianchi, Attilio Panizza, Ambrogio Galli, Dante Fiocchini), “per associazione di malfattori” e “per diffusione di stampati eccitanti alla ribellione”, e viene condannato a 14 mesi di carcere e a una multa. Nel 1892 riesce tuttavia ad ottenere il non luogo a procedere per insufficienza di indizi per reati di cui al famigerato art. 248. È un attivo distributore della stampa libertaria che riceve fermo posta al nome di Tito Milesi e nel maggio 1893 viene arrestato a Chiasso mentre tenta di introdurre in Italia 250 copie del numero unico «1° Maggio», pubblicato a Lugano. Con l’entrata in vigore, nel luglio 1894, della legge 316 (“provvedimenti eccezionali di pubblica sicurezza”), C. viene assegnato al domicilio coatto per tre anni, ma un tempestivo espatrio in Svizzera gli evita l’applicazione del provvedimento. Dopo aver “peregrinato per vari cantoni”, rientra a Milano nel settembre 1901, una a volta decaduti gli effetti dell’ordinanza di assegnazione coattiva. Quando, nel 1902, nasce «Il Grido della folla», C. figura tra i primi sottoscrittori e vi collabora, seppur saltuariamente, con lo pseudonimo de “Il Codino” (o “Codino” o “Codino Codinone”). Con il passare degli anni la sua attività politica va attenuandosi e, “pur continuando a professare principi anarchici”, partecipando alle riunioni e sostenendo finanziariamente la stampa libertaria (come «La Protesta umana»), la sua condotta appare “regolare” alla Questura, che ne sottolinea anche l’assiduità al lavoro. Allo scoppio delle guerra manifesta simpatie interventiste e nel settembre 1919 viene fermato (ma subito rilasciato) durante una manifestazione nazionalista pro Fiume “perché uno dei più accesi fautori”. È ormai direttore dello stabilimento tipolitografico La Presse di via S. Pietro all’Orto 16. Durante il fascismo, non dando luogo a rilievi “in linea politica”, viene radiato dallo schedario dei sovversivi. Muore a Milano il 25 febbraio 1941. (M. Antonioli)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio dello Stato - Milano, Questura, b. 84.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Pietro e Teresa Girola
Bibliografia
- 2003