CRESTANI, Biagio
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- CRESTANI, Biagio
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Verona
- Data di nascita
- December 12 1897
- Luogo di morte
- Schio
Biografia / Storia
- Nasce a Verona il 12 dicembre 1897 da Antonio e Amalia Duron, postino, piazzista. Compie gli studi primari fino alla 6ª elementare ma, dotato “di grande amore per lo studio, ha studiato e continua a studiare da sé tanto da formarsi una discreta cultura che gli permette di scrivere abbastanza bene novelle e bozzetti che invia a volte per la pubblicazione al giornale anarchico «Libero Accordo» di Roma”. Condannato nel maggio 1919 per diserzione, dal 1920 milita fra le file anarchiche ed è “tenace assertore dei suoi principi, un fanatico addirittura dell’idea anarchica associazionista e svolge per essa attivissima propaganda sia mantenendosi in corrispondenza frequente con compagni di fede di altre città del Regno e dell’Estero, sia inviando a comunisti e anarchici italiani residenti in Francia opuscoli e stampati di propaganda. Gode di influenza notevole fra i compagni di fede e fra i sovversivi estremisti di Verona e della provincia non solo, ma anche di qualche altra città”. È corrispondente del quotidiano anarchico «Umanità nova» (1920-22). Nel 1924 viene segnalato assieme a G. Domaschi, R. Marconcini e U. Tacconi, fra i dirigenti di un ricostituito Gruppo anarchico veronese, che conterebbe circa 30 aderenti. Nel novembre del 1926 è assegnato al confino per cinque anni, ridotti poi a tre, che sconta a Favignana e a Lipari. Nel dicembre del 1927 ne viene disposta la liberazione condizionale. Da questo momento e per tutti gli anni Trenta cerca di essere “riabilitato”, scrivendo una lunga serie di lettere a Mussolini in cui sostiene di aver rinnegato le “pazze utopie professate un tempo”, cita la sua deposizione al processo presso il Tribunale Speciale nel caso “Marinoni-Domaschi” del 1928 come un segno di volontaria collaborazione e si dichiara dedito, dopo un “disperato sforzo di redenzione”, al “trinomio patria, religione e famiglia”. La polizia non gli crederà mai, anzi, considera il suo lavoro di commesso viaggiatore come una copertura per attività sospette. C., assillato dalla continua sorveglianza, giunge a vivere di espedienti, tra i debiti, tanto che nel 1936 chiede di essere arruolato nelle milizie di Franco in Spagna. Anche in questo caso non riceve alcun parere positivo. Nel dopoguerra, pur lontano dalle attività del movimento anarchico per ragioni di salute, riallaccia relazioni con diversi compagni. Muore a Schio nell’aprile 1980. (A. Dilemmi)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; ivi, Tribunale Speciale, b. 117, Processo Marinoni e altri; ivi, Pubblica sicurezza, 1925, b. 132, cat. K1, f. Verona. Movimento anarchico; [Necrologio], «L’Internazionale», mar. 1981.
Bibliografia: F. Maggiulli, “Guerra di classe”, uomini e lotte del sindacalismo rivoluzionario veronese (1919-1922), Tesi di laurea, Univ. di Padova, aa. 1981-’82, p. 81.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Antonio e Amalia Duron
Bibliografia
- 2003