CORSI, Lanciotto
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- CORSI, Lanciotto
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Livorno
- Data di nascita
- February 6 1883
- Luogo di morte
- Livorno
Biografia / Storia
- Nasce a Livorno il 6 febbraio 1883 da Giuseppe, facchino. Emigra clandestinamente in Francia nel 1923, stabilendosi a Marsiglia, dove viene arrestato nel maggio del 1924 e consegnato alle autorità italiane, perché deve scontare una condanna per reati comuni. Il 26 novembre 1926 viene schedato. La Prefettura di Livorno scrive che è assiduo al lavoro e si comporta discretamente in famiglia, manifesta apertamente i principi libertari e frequenta i più pericolosi anarchici livornesi, esercitando una forte influenza sui compagni di fatica. Verso le autorità – prosegue la scheda – “mantiene contegno sprezzante” e in passato ha preso parte “a tutte le manifestazioni” anarchiche e specialmente a quelle che hanno messo in pericolo l’ordine pubblico; è “acerrimo nemico del fascismo, motivo per cui, dopo la sua scarcerazione avvenuta il 7 agosto 1925”, è stato fermato varie volte “per incidenti coi fascisti”. Assegnato al confino per quattro anni il 21 maggio 1927, e deportato a Ustica il 25 giugno, C. viene arrestato l’11 ottobre, insieme ad altri 56 confinati, “per azione delittuosa contro i poteri dello Stato” e deferito al Tribunale speciale per “ricostituzione di partiti disciolti, incitamento all’insurrezione e propaganda sovversiva”. Prosciolto dal giudice istruttore il 1° agosto 1928, è scarcerato e trasferito a Ponza, dove giunge il 17 agosto. Liberato condizionalmente il 16 novembre, torna a Livorno, dove viene diffidato e munito di carta di identità, perché nemico del fascismo. Ripreso il lavoro sul porto, continua “a professare integralmente e senza farne mistero le idee anarchiche”. Il 29 luglio, tre giorni prima della giornata internazionale contro la guerra, promossa dal Comintern, viene incarcerato fino al 3 agosto. Il 29 dicembre è arrestato alla vigilia delle nozze del principe ereditario e tenuto in carcere fino all’11 gennaio 1930. Il 9 maggio è fermato nell’imminenza della visita di Mussolini in Toscana e qualche settimana dopo viene inserito nell’elenco “n. 2 delle persone da arrestare in determinate circostanze”. A fine ottobre – vigilia del 12º anniversario della rivoluzione russa – è imprigionato fino al 9 novembre, poi, dal 30 dicembre 1930 al 15 gennaio 1931, è incarcerato per violenza a un pubblico ufficiale. Ammonito il 29 aprile, emigra illegalmente il mese seguente e si stabilisce a Marsiglia. Iscritto nella “Rubrica di frontiera” e nel «Bollettino delle ricerche» per la misura di arresto, viene condannato, il 24 settembre, a due anni e quattro mesi di reclusione, due anni di libertà vigilata e una multa “per espatrio clandestino in Francia” e “contravvenzione all’ammonizione”. L’accanita attività antifascista gli costa, nel 1933, l’inclusione nella lista dei sovversivi livornesi, “residenti all’estero classificati attentatori o comunque ritenuti capaci di compiere attentati”. Operaio in una fabbrica marsigliese di prodotti chimici, il 20 agosto 1936 informa la moglie Ada che si accinge a andare in Spagna “per combattere contro i falangisti” e, a Barcellona, si arruola nella Colonna Italiana a maggioranza anarchica, prendendo parte agli scontri di Monte Pelato, Tardienta, Almudévar e Carrascal de Huesca. Tornato in Francia nel 1938, viene rinchiuso nel terribile campo di sorveglianza speciale del Vernet, “Quartier B, Baraque 9”, e il 20 luglio 1940 è estradato in Italia. Arrestato alla frontiera, viene tradotto a Livorno e incarcerato nei penitenziari di San Gimignano e di Civitavecchia, per espiare la condanna inflittagli il 24 settembre 1931. Scarcerato il 13 gennaio 1943, viene assegnato, il 2 marzo , al confino per cinque anni e deportato a Ventotene, dove rimane sino all’agosto seguente. Muore a Livorno il 29 novembre 1957. (F. Bucci – G. Piermaria)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; ivi, s. 13A, b. 7.
Bibliografia: A. Dal Pont, S. Carolini, L’Italia al confino, Milano 1983, ad indicem; Italia dissidente antifascista – Le ordinanze, le sentenze istruttorie e le sentenze in Camera di Consiglio emesse dal Tribunale Speciale fascista contro gli imputati di antifascismo dall’anno 1927 al 1943, a cura di A. Dal Pont, S. Carolini, 3 voll., Milano 1980, vol.1, p. 333-34; Antifascisti nel casellario politico centrale, 18 voll., Roma 1988-1995, ad nomen; La Spagna nel nostro cuore. 1936-1939, Tre anni di storia da non dimenticare, Roma 1996, ad nomen; AICVAS, Il coraggio della memoria e la guerra civile spagnola (1936 - 1939)... / a cura di F. Giannantoni e F. Minazzi, Varese, 2000, p.127.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Giuseppe
Bibliografia
- 2003