CORNACCHIA, Antonio
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- CORNACCHIA, Antonio
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Imola
- Data di nascita
- October 28 1836
- Luogo di morte
- Imola
Biografia / Storia
- Nasce a Imola (Bo) il 28 ottobre 1836 da Lorenzo e Orsola Rebeggiani, capomastro muratore; detto “Bavaresa”. Di umilissime origini, semplice e schietto, considerato tra i maggiori esponenti della politica della “santa carabina”, elemento di continuità tra i moti risorgimentali e quelli internazionalisti. Nel 1849 è tamburino della Guardia Nazionale di Imola e l’anno dopo aderisce alla “Giovine Italia”. È costretto successivamente ad allontanarsi da Imola per sottrarsi alle persecuzioni della guardia pontificia. Nel 1859 si arruola nella fanteria piemontese e dopo il plebiscito passa nella compagnia dei bersaglieri romagnoli di stanza a Forlì. Un contrattempo gli impedisce di partire con Garibaldi da Quarto, ma nel luglio del 1860 raggiunge le forze garibaldine a Melito di Porto Salvo in Calabria; il mese successivo passa nelle file dell’esercito meridionale agli ordini del generale Medici e il 2 ottobre combatte nella battaglia del Volturno. Congedato il 19 dicembre 1860 riprende il mestiere di muratore. Nel 1866 è in Trentino con Garibaldi, l’anno dopo partecipa a Candia (Creta) all’insurrezione cipriota contro la dominazione turca. Tornato in Italia, si porta nel Lazio per condurre, in qualità di capo di stato maggiore del battaglione Cacciatori Romani comandato da N. Parboni, la campagna garibaldina che si conclude con la battaglia di Mentana. Abbandonate le file repubblicane, nel periodo tra il 1870 e il 1871 è tra gli organizzatori della Sezione Imolese dell’Internazionale. Quando gli viene prospettata l’iscrizione di A. Costa, C. racconta poi di aver scambiato quel ragazzo biondino, esile e con gli occhialini da miope per un chierichetto. Trova lavoro a Roma insieme ad altri capomastri e muratori romagnoli. Membro del comitato insurrezionale, è tra coloro che cercano di convincere i lavoratori romani a partecipare al progetto previsto per l’agosto 1874. Conosce personalmente Bakunin e torna a Imola assumendo il comando della colonna di circa 150 imolesi e romagnoli che, la notte tra il 7 e l’8 agosto 1874, marcia verso Bologna con l’obiettivo di irrompere da Porta Maggiore. Dopo aver compiuto atti di sabotaggio nella stazione ferroviaria di Castel S. Pietro (bo), il gruppo è raggiunto e accerchiato da militari e carabinieri presso Idice (Bo). Riesce a fuggire, ma viene raggiunto e arrestato con altri cinque compagni sui vicini monti di Ciagnano. Nel processo, a C. viene chiesto se prima di partire da Imola avesse pronunciato un discorso; la risposta è rimasta celebre: “Ho detto ragazzi, coraggio e avanti!”. Assolto nel 1876 insieme agli altri imputati, torna a Roma dove conosce Malatesta e Cafiero; sottoscrive insieme ad Antonio Castellari e a Vito Solieri la circolare del 25 giugno 1876 della Sezione Imolese in cui si esortano gli internazionalisti a ricostituire, dopo l’ondata repressiva seguita al tentativo insurrezionale, le sezioni e le federazioni locali. Il 22 marzo 1877 Cafiero lo mette a conoscenza, congiuntamente a Giuseppe Benati e Massimo Innocenti, dei preparativi del moto di Benenvento al quale anche C. partecipa. Alla fine dell’avventura si ritrova in cella con Malatesta, Cafiero, Benati e Napoleone Papini. Dopo le assoluzioni torna a Imola dove si adopera per la fusione della frangia repubblicana collettivista di Imola (guidata dal futuro sindaco Luigi Sassi) nel socialismo costiano cittadino. Recatosi ad Ostia si dedica con le organizzazioni bracciantili romagnole alle opere di bonifica della zona. Abita successivamente a Roma dove frequenta assiduamente il neoparlamentare Costa, verso il quale nutre una dedizione simile a quella provata precedentemente per Giuseppe Garibaldi. Tornato a Imola, si impegna nell’organizzazione dei muratori imolesi. Negli ultimi anni della sua vita milita nel Partito socialista. Muore a Imola il 2 luglio 1904. Il funerale si svolge in forma civile; tramite sottoscrizione popolare promossa dall’esponente socialista Anselmo Marabini, viene posta una lapide al cimitero di Imola con epigrafe dettata da A. Costa. (T. Marabini – R. Zani)
Fonti
- Fonti: Sezione Archivio di Stato - Imola, Gabinetto di Sottoprefettura.
Bibliografia: Antonio Cornacchia detto Bavaresa, «L’Internazionale», 7 set. 1913, suppl. al n. 36 de «La Lotta» Imola; A. Marabini, Prime lotte socialiste, Roma 1949; Il movimento operaio italiano. Dizionario biografico, a cura di F. Andreucci e T. Detti, Roma, 1976-1979, ad nomen; A. Bassani, Andiamo a Prendere Bologna, in Caterina e altre storie, Imola 1979; R. Galli, Cornacchia Antonio “Bavaresa” in Medaglie Imolesi, Imola 2001.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Lorenzo e Orsola Rebeggiani
Bibliografia
- 2003