COPETTI, Attilio

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
COPETTI, Attilio

Date di esistenza

Luogo di nascita
Tolmezzo
Data di nascita
October 19 1891
Luogo di morte
Vienne

Biografia / Storia

Nasce a Tolmezzo (Ud) il 19 ottobre 1891 da Antonio e Anna Daufer, muratore e tessitore. Lasciata l’Italia nel 1897, insieme alla madre, torna a Tolmezzo nel 1900 e vi resta fino al 1907, quando emigra in Svizzera, “alla ricerca di un pane un poco più abbondante e più sicuro di quello che mi offriva la patria matrigna”. Nella Confederazione elvetica ha i primi contatti con gli anarchici e frequenta Luigi Bertoni, che gli fa da maestro e lo avvicina alle idee libertarie. Rientrato a Tolmezzo nel 1909, conosce i compagni di fede Umberto Candoni e Ezio Casasola, poi va in Svizzera e, dopo la dichiarazione di guerra dell’Italia all’Austria-Ungheria, non risponde alla chiamata alle armi e viene denunciato per renitenza. Esponente di rilievo del Gruppo anarchico di Zurigo, prende parte, nel quartiere di Ausser Sihl, alle agitazioni, che le autorità tentano di soffocare con le cariche di cavalleria, e ai “tumultuosi e sanguinosi moti popolari dell’Elvetiaplatz”, repressi dall’esercito con le mitragliatrici, e nel 1919 viene definito dall’Ufficio centrale italiano di investigazione come uno “fra gli anarchici più fanatici insieme col Salghini Giovanni, Taiana Luigi, Nencini Carlo e Grassini Emilio”. Di nuovo in Italia, dopo l’amnistia nittiana (2 set. 1919), si oppone allo squadrismo, prima di tornare in Svizzera nel 1921. Tre anni dopo è segnalato in Francia, a Faconnier-à-la-Ravas, Vienne (Isère). Politicamente vicino a Paolo Schicchi (ma questo non gli eviterà, nel 1929, le calunnie ingiuriose dell’anarchico palermitano) e agli “adunatisti”, è contrario all’arruolamento dei compagni nelle legioni garibaldine e assai critico verso i fautori di quella collaborazione. Abbonato alla rivista di Malatesta, «Pensiero e volontà», di Roma, e amico dell’anarchico massetano Zaccaria Orbatti, scrive su «L’Adunata dei refrattari», di New York, e su altri periodici del movimento ed è ritenuto “pericolosissimo in linea politica” nel 1928 e sospettato di voler attentare a Mussolini. Sostenitore del giornale «Fede!» di Parigi, è oggetto, il 20 giugno 1931, di un rapporto della spia fascista Soncelli, che lo indica come uno dei “compagni più fidi”, di Bertoni. Amico sincero di C. Berneri, per il quale nutre vivissima stima e affetto, C. viene incluso, nel 1933, tra i sovversivi attentatori residenti all’estero, poi, tre anni dopo, aiuta i miliziani libertari, che vanno a combattere contro Franco, e collabora con il Comitato anarchico “Pro Spagna” di Parigi. Il 12 giugno 1937 denuncia, sdegnato e addoloratissimo, l’assassinio di Berneri, vilmente perpetrato dagli staliniani. Il 28 agosto torna sull’argomento, che lo ha profondamente sconvolto, e contrappone la nobiltà del compagno ucciso e gli omaggi da lui resi ai comunisti e ai socialisti, caduti nella lotta in Italia e in Spagna, alla faziosità criminale dei sicari staliniani e alle livide calunnie che questi continuano a diffondere contro di lui. Il 20 gennaio 1938 C. viene schedato dalla Prefettura di Udine, che ne ricorda l’intelligenza e l’attaccamento “al lavoro, dal quale trae i mezzi di sussistenza”, e due anni dopo è internato dalle autorità francesi nel campo del Vernet d’Ariège, dove resta a lungo, perché i suoi carcerieri si rifiutano di estradarlo in Italia, malgrado le insistenze dei fascisti, giacché sembra che egli sostenga, insieme ad altri esuli internati, di essere cittadino sovietico. Rimasto in Francia, dopo la Seconda Guerra mondiale, C. non aderisce ai gruppi e alle federazioni libertarie, ma collabora a «L’Adunata dei refrattari», a «L’Agitazione del sud» di Modica, all’«Internazionale» di Venezia, al «Seme anarchico» di Torino e a «Volontà» di Napoli, ricordando le lotte e gli eventi, ai quali ha partecipato, e i compagni, che ha conosciuto, ed è lui, forse, l’autore di un lungo articolo sul tremendo campo del Vernet, che appare nel giornale di New York il 15 ottobre 1966. Estimatore degli utopisti francesi, C. polemizza con le pretese liquidatorie dell’anarchismo di Arthur Koestler, è favorevole alla “scuola libera” del Robin e non condivide le letture libertarie della “rivoluzione culturale cinese”, perché non c’è nulla di antistatale nella nuova rivoluzione, la quale, al più, servirà – scrive in tempi di ubriacature filomaoiste – a far dimenticare i passati errori della direzione di Mao Tse-tung. C. muore a Vienne il 31 luglio 1979. (F. Bucci – S. Carolini – A. Tozzi)
 

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; ivi, Lino Pio Copetti; ivi, Gina o Lina Clotilde Copetti; ivi, Pubblica sicurezza 1919, b. 98, J4: Movimento sovversivo all’estero. Svizzera; ivi, s. 13A bis, b. 14, f. 22, Svizzera.

Bibliografia: Piccola posta, «La Diana», 15 mag. 1929; Un superstite, L’ultimo scritto di Emilio Grassini. Il processo di Zurigo contro Bertoni e compagni, «Seme anarchico», 1° nov. 1952; H. Rolland, Lotte della Resistenza. Il tradimento di Ricciotti Garibaldi, Firenze [1968?], p. 34; U. Angelini, E. Serni, Attilio Copetti, «L’Internazionale», 25 set. 1979; C. Berneri, Epistolario inedito, vol. I, a cura di A. Chessa e P.C. Masini, Pistoia 1980 e Id. Epistolario inedito, vol. II, a cura di P. Feri e L. Di Lembo, Pistoia 1984, ad nomen.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Antonio e Anna Daufer

Bibliografia

2003

Persona

Collezione

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