​MACCHI, Eugenio

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​MACCHI, Eugenio

Date di esistenza

Luogo di nascita
Varese
Data di nascita
January 8 1890
Luogo di morte
Atlántida

Biografia / Storia

Nasce a Varese l’8 gennaio 1890 da Albino e Giovanna Gramassi, istruzione elementare; aiuto cuoco, manovale, meccanico, talvolta classificato “ebanista”. Si trasferisce a Gallarate a 11 anni e a 12 emigra per la prima volta in Svizzera per lavoro. Rientra il Italia nell’estate del 1907, come aiuto cuoco in un albergo milanese, ma “avendo dimostrato di professare principi anarchici”, viene licenziato e torna in Svizzera, nei Grigioni. Nel dicembre 1908 è espulso dalla Confederazione Elvetica per “eccitamento allo sciopero” e raggiunge la famiglia a Gallarate. Nel 1909 viene arrestato mentre distribuisce volantini a un comizio di protesta per l’esecuzione di Ferrer. Chiamato al servizio militare nel 1910, durante una licenza, nel 1911, diserta e ripara nuovamente in Svizzera, prima nel Cantone di Berna e poi a Locarno, dove fonda un gruppo anarchico. Amnistiato, nel 1914 è di nuovo in Italia e, richiamato alle armi nell’aprile 1915, diserta per la seconda volta. Si stabilisce prima a Berna e poi a Zurigo, dove, coinvolto nel “processo delle bombe” di Zurigo, con Francesco Ghezzi e Carlo Restelli, viene arrestato nel 1918. Prosciolto e risarcito per i 14 mesi di detenzione, è rimpatriato e, grazie all’amnistia, può stabilirsi a Milano. Qui, con Antonio Pietropaolo e Carlo Restelli, apre un’officina meccanica in via Casale, che diventa luogo privilegia di riunione anarchiche. Nel settembre 1920 partecipa, con Giuseppe Mariani e Giuseppe Boldrini, al fallito tentativo di trasportare armi e esplosivi dalle montagne venete agli occupanti della Franco Tosi. Nel febbraio 1921 è redattore responsabile de «L’Individualista», fondato da Fedeli, Bruzzi e Ghezzi e gerente dei due ultimi numeri di «Umanità nova» usciti a Milano, il 23 e 24 marzo, in coincidenza con la strage del Diana. Coinvolto nell’attentato viene condannato a 11 anni, sei mesi e 10 giorni di reclusione e a due anni di vigilanza per associazione a delinquere e frabbricazione, detenzione e trasporto di bombe. Sconta la pena nei penitenziari di Favignana e di Turi fino al gennaio 1930. Nel luglio dello stesso anno, cerca di espatriare clandestinamente verso la Svizzera, affrontando un conflitto a fuco nel quale rimane ucciso un finanziere. Fallito il primo tentativo, M. riesce a passare il confine con un passaporto falso, si porta a Ginevra, poi a Cherburg e infine in America, da dove polemizzerà a lungo, sulle colonne de «L’Adunata dei refrattari» “con i vecchi compagni, tra i quali Luigi Fabbri, sulla condotta tenuta dagli anarchici dopo la strage del Diana” (Mantovani, p. 613). Secondo il Ministero dell’Interno, nel 1939 M. risiede a Montevideo sotto il nome di Antonio Astaldi. Pare che nel 1956 M. sia tornato in Italia e abbia incontrato Mariani a Genova e dopo un breve soggiorno a Gallarate, sia tornato a Montevideo. Muore ad Atlántida (Montevideo) l’11 giugno 1970. (M. Antonioli - D. Franchetti)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio di Stato Milano, Gabinetto Prefettura, Pratiche individuali.
 
Bibliografia: G. Mariani, Memorie di un ex terrorista, Torino 1953; L’attentato al Diana. Processo agli anarchici nell’Assise di Milano (9 maggio-1 giungo 1922), Roma 1973; V. Mantovani, Mazurka blu. La strage del Diana, Milano 1979, ad indicem.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Albino e Giovanna Gramassi

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

città