LUSVARDI, Filippo

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
LUSVARDI, Filippo

Date di esistenza

Luogo di nascita
Modena
Data di nascita
15/05/1899

Attività e/o professione

Qualifica
Elettricista

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Modena il 15 maggio 1899 da Giovanni e Mad­dalena Bertoni, elettricista e muratore. Segnalato nello schedario dei sovversivi come pericoloso. Fa parte di una numerosa famiglia di anarchici: Aldebrando (1902), Alfredo (1900), Bruno (1904) e Medardo (1897), tutti fratelli. Nel novembre 1918 viene condannato dal tribunale militare di Cuneo a 7 anni di reclusione per diserzione, pena poi sospesa.

Nel periodo del ‘Biennio rosso’ aderisce al Gruppo anarchico della Madonnina. È fermato e indiziato con il fratello Alfredo dell’omicidio del fascista Mario Ruini, avvenuto a Modena il 21 gennaio 1921 ad opera degli anarchici Renzo Cavani, Luigi Evangelisti ed Aldo Gilioli, e della successiva sparatoria nel corso dei funerali che provoca la morte di altri due fascisti, ma sono entrambi rilasciati per mancanza di prove. Viene anche implicato nel ferimento e tentato omicidio del fascista Antonio Gozzi ancora ad opera degli anarchici Renzo Cavani e Aldo Gilioli consumato in località ‘il pericolo’, fuori Porta Saragozza, nel marzo 1921. Le circostanze dell’arresto del L. sono alquanto curiose [«Gazzetta dell’Emilia», 22 maggio 1921]: il Gozzi dopo qualche giorno dallo scampato agguato casualmente entra nel Caffè Apollo di Piazza Mazzini e riconosce, seduto ad un tavolino, uno dei suoi aggressori che, con mossa fulminea, fugge. Viene invece fermato L. seduto allo stesso tavolino. Rinviato all’Autorità giudiziaria e nonostante 5 mesi di carcere non fa nessun nome ostinandosi a dichiarare di non conoscere la persona fuggita – si trattava di Aldo Gilioli, poi condannato nel giugno 1922, dalla Corte d’assise di Verona a 15 anni, 9 mesi e 22 giorni di reclusione per il ferimento di Gozzi e l’omicidio di Mario Ruini –.

Nel dicembre 1922 per sottrarsi alla persecuzione fascista L. decide di espatriare. A Marsiglia in Francia si imbarca per l’Algeria dove rimane 2 anni e mezzo. Rientrato in Francia raggiunge il fratello Alfredo a Parigi e partecipa alle attività del movimento anarchico fuoriuscito. Ai due fratelli si aggiunge nel 1930 anche Aldebrando giunto dall’Italia dopo essere stato denunciato al Tribunale speciale per attività sovversiva.

Nel 1931 la polizia lo inserisce nella lista degli anarchici residenti all’estero favorevoli a «combattere il regime con azioni violente». Inscritto alla Rubrica di Frontiera ed al Bollettino delle Ricerche prima per fermo e perquisizione e poi per arresto. In piena guerra civile, alla fine del 1936, si reca in Spagna. Il fratello Bruno, nelle memorie depositate presso l’Is Modena, afferma che Filippo ha militato assieme all’anarchico Tommasini, il che fa pensare che abbia aderito alla Colonna italiana (Sezione italiana della Colonna ‘Ascaso’, CNT-FAIb).

Rientra a Parigi e, nel novembre 1940, assieme al fratello Alfredo viene arrestato dalla polizia francese e consegnato ai tedeschi. Dopo 3 mesi di carcere a Parigi e 17 mesi di campo di concentramento in Germania, entrambi vengono consegnati alle autorità italiane. La Commissione provinciale di Modena nell’aprile 1942 lo condanna a 3 anni di confino in quanto «è da considerarsi elemento socialmente pericoloso in linea politica». Viene trasferito a Tremiti dove rimane fino all’8 settembre 1943. Rilasciato giunge di nuovo a Modena dove trova i fratelli Bruno e Alfredo. Assieme ad Albano Franchini e Aurelio Ferrari, armati, decidono di andare in montagna. Giunti fino a Coscogno alloggiano per diversi giorni dalla madre di Ferrari, ma non trovando nessuna forma di resistenza organizzata a cui aggregarsi rientrano in città. Finita la guerra L. torna a vivere a Parigi. Nel 1972 risulta abbonato al periodico anarchico «Umanità nova». S'ignorano luogo e data della morte (A.Pirondini).

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio di Stato di Modena, Gabinetto Questura; Istituto storico di Modena, Fondo Ennio Resca, b. 142, f. 3, fascicoli personali: Lusvardi; Fondo Albano Franchini, b. 67.

Bibliografia: A. Pirondini, Anarchici a Modena. Dizionario biografico, Milano, Zero in Condotta, 2012, pp. 135-136; A. Dal Pont, S. Carolini, L’Italia al confino, vol. 3. Milano, La Pietra, 1983, p. 963; E. Resca, V. Venturi (a cura di), Biografie dei partecipanti modenesi alla guerra di Spagna, «Rassegna di storia», n. 6, mag. 1987; C. Silingardi, Note, riflessioni e documenti per una storia dell’anarchismo a Modena, «Rassegna di storia», n. 1, 1982; Id., Rivoluzio Gilioli. Un anarchico nella lotta antifascista 1903-1937, Modena 1984; Id., Gli anarchici modenesi tra fuoruscitismo e rivoluzione spagnola, «Rassegna di storia», n. 6, mag. 1987; Id., Filippo Lusvardi, in Dizionario biografico degli anarchici italiani, t. 2, Pisa, BFS, 2004, p. 50; F. Bertolucci, Gli anarchici italiani deportati in Germania durante il Secondo conflitto mondiale, «A : rivista anarchica», aprile 2017, pp. 63-98.

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