CONTI, Attilio
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- CONTI, Attilio
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Pescara
- Data di nascita
- June 17 1880
Biografia / Storia
- Nasce a Castellamare Adriatico, ora Pescara, il 17 giugno 1880 da Francesco Paolo e Luigia de Intinis (fonti discordanti sul cognome materno), di professione decoratore. In Abruzzo frequenta gli ambienti socialisti ed è membro della sezione socialista di Castellamare Adriatico. Svolge propaganda politica fra gli operai e i contadini, risulta abbonato a giornali anarchici, fra i quali «Volontà», e iscritto al Circolo C. Pisacane. Richiamato alle armi nel 1915, viene segnalato all’autorità militare quale anarchico. Partecipa nel 1916 a una riunione privata del circolo socialista rivoluzionario di Palermo. Congedato nel 1918 dal servizio militare, si trasferisce a Verona, dove assume l’incarico di segretario della locale CdL “dimostrandosi pericolosissimo organizzatore ed agitatore di masse, con sistemi più che rivoluzionari, addirittura bolscevichi”. La ripresa dell’attività della CdL veronese nel dopoguerra coincide con lo spostamento della linea politica della stessa in senso chiaramente rivoluzionario. Nel panorama del sindacalismo veronese del periodo post-bellico, si registra infatti la presenza di un nutrito numero di militanti sindacalisti rivoluzionari: circa la metà di questi sono di tendenza politica anarchica. Poco dopo l’arrivo di C. l’organismo camerale, che negli anni precedenti ha condiviso l’orientamento riformista della gcdl, aderisce assieme a numerose nuove leghe all’USI. Denunciato per incitamento all’odio di classe una prima volta nel 1919 e, per lo stesso motivo, nel 1920, nel 1923 viene condannato a sei mesi di reclusione con la condizionale per aver vilipeso l’esercito in un comizio da lui tenuto a Montagnana (pd) nel 1919. Le autorità di polizia lo sospettano in contatto con il ferroviere Perfetto Quirino, segretario della Federazione anarchica abruzzese. Le numerose perquisizioni domiciliari effettuate a più riprese dopo il suo ritorno a Castellamare, danno esito negativo. La sorveglianza si estende anche alla moglie, Italia Natali, che pur non esplicando nessuna palese attività sovversiva, “condivide le idee del marito ed è pertanto avversa all’attuale Regime”. Nell’ottobre 1930, nel corso di un’ennesima perquisizione del suo appartamento, vengono ritrovate due fotografie, rispettivamente di Gori e Malatesta; il rinvenimento gli costerà un ammonimento e la sorveglianza assidua delle autorità fasciste che, avvalendosi dell’attività degli informatori, lo sanno in contatto con antifascisti e contrario alla politica del regime e all’impresa etiopica, e lo considerano fra i sovversivi più attivi e temibili. Il 18 novembre 1940 contrasta in pubblico un occasionale sostenitore di un discorso di Mussolini, convinto che “invece dei discorsi ci voleva del pane”: la frase gli costa cinque anni di confino a Pisticci (Mt). Il 18 gennaio 1941 C. giunge nella colonia penale, dove viene sottoposto agli obblighi della sorveglianza, che terminerà l’8 aprile 1944, avendo egli beneficiato del condono di un terzo della pena. Le ultime tracce di C. sono individuabili nel ricordo della moglie che, desiderosa di incontrare gli “anarchici”, gli amici di suo marito, si reca nella sede di «Umanità nova». Il colloquio che qui intrattiene viene riportato in un articolo redatto con ogni probabilità da A. Borghi (A., I dimenticati, «Umanità nova», 9 mar.1958, p. 2) e fa luce, in sintesi, sulle vicende degli ultimi anni di vita di C.: i maltrattamenti, le percosse in occasione delle perquisizioni domiciliari, la detenzione a Pisticci, il suo rilascio in condizioni pietose, la morte sopraggiunta poche settimane dopo la libertà. (T. Gaspari)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.
Bibliografia: Il movimento sindacale a Verona, a cura di M. Zangarini, Verona 1997, pp. 94, 125-126; F. Maggiulli, “Guerra di classe”, uomini e lotte del sindacalismo rivoluzionario veronese (1919-1922), Tesi di laurea, Univ. di Padova, aa. 1981-’82.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Francesco Paolo e Luigia de Intinis
Bibliografia
- 2003