​LUCIANI, Orlando

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​LUCIANI, Orlando

Date di esistenza

Luogo di nascita
Sarzana
Data di nascita
September 13 1902

Biografia / Storia

Nasce a Sarzana (SP) il 13 settembre 1902 da Giuseppe e Assunta Benardini, operaio. Il 20 maggio 1924 viene schedato: fa il manovale demolitore al cantiere navale Ansaldo e abita nella frazione di Migliarina; congedato da poco dalla Marina militare, dove prestava servizio di leva, frequenta i giovani anarchici, diffonde i giornali libertari e li legge nei pubblici ritrovi, dispiegando un notevole impegno nel far circolare «Fede!». “Da discorsi fatti tra compagni si è dichiarato pronto all’azione diretta con qualunque mezzo per il trionfo dell’anarchia […]. È individuo da vigilare attentamente perché energico e risoluto e da ritenersi pericoloso per l’ordine pubblico”. Il 1° maggio 1925 L. si astiene dal lavoro e viene fermato nelle vicinanze degli stabilimenti industriali spezzini, dove si aggirava insieme ad altri anarchici. Nella prima metà del 1927 gli viene negato il nulla osta per imbarcarsi sulle navi per l’estero ed è “sempre attentamente vigilato”, sebbene non svolga “alcuna attività politica”. Il 28 ottobre emigra clandestinamente in Francia e si stabilisce a La Seyne-sur-Mer, dove lavora ai cantieri navali. Nel 1929 continua a professare apertamente le idee libertarie e frequenta altri “noti sovversivi italiani”. Nel marzo 1930 subisce un grave infortunio sul lavoro e il 28 giugno è condannato, in contumacia, dal Tribunale di La Spezia a tre anni di carcere per espatrio clandestino. Iscritto nella “Rubrica di frontiera” e nel «Bollettino delle ricerche» per la misura di arresto, tiene, nel 1933, una pessima condotta politica a La Seyne-sur-Mer, dove fa parte del gruppo libertario, diretto da Ugo Boccardi, insieme ad Ugo Musetti, Gino Belli, Vezio Del Nudo e altri “pericolosi” anarchici “fuorusciti”, molti dei quali implicati – secondo la polizia fascista – nella preparazione di attentati ai gerarchi. Nel gennaio 1934 L. aggredisce un fascista di Carrara e nel 1935 viene colpito da decreto di espulsione dalla Francia. Presente, il 17 febbraio 1937, a Sanary-sur-Mer, a una riunione libertaria, indetta per aiutare i compagni, che combattono sul fronte aragonese, è accusato di far parte di una “specie di stato maggiore anarchico”, che preparerebbe delle azioni terroristiche ai danni dei fascisti. Condannato, al principio del 1938, a due mesi di carcere per rottura del bando di espulsione, si sposta successivamente a Port-de-Bouc, a Tolone e a Marsiglia, per evitare nuovi arresti. Continua comunque a svolgere attività sovversiva e a frequentare i compagni di fede in Francia, fino a quando è costretto a riparare in Belgio, dove viene arrestato nell’aprile 1939 ed espulso nel Lussemburgo. Tornato a Bruxelles, cerca invano di avere un passaporto dal Consolato italiano di Anversa, tramite un antifascista belga, che è in contatto con il bordighista Enrico Russo. Nella seconda metà del 1940 finisce nel campo di sorveglianza speciale del Vernet d’Ariège, dove è ancora rinchiuso il 27 settembre 1941, quando rifiuta il rimpatrio, insieme ad Attilio Copetti, Carlo Farini, Stefano Giovan Battista Grammatica e Luigi Pietro Gennari, tutti ritenuti “ex miliziani rossi di Spagna”. I fascisti fanno pressioni affinché i cinque sovversivi vengano estradati in Italia, ma le autorità francesi respingono le richieste, sostenendo che essi sono cittadini sovietici. Rilasciato alla fine dell’anno e deportato nel campo di lavoro di Septfons, L. vive a Mouillac pour Caylus (Tarn-et-Garonne) al principio del 1942. S’ignorano data e luogo di morte. (S. Carolini – G. Ciao Pointer – A. Tozzi)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Giuseppe e Assunta Benardini

Bibliografia

2004

Persona

Oggetto

Collezione

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