COLA, Cafiero
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- COLA, Cafiero
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Ancona
- Data di nascita
- July 17 1897
- Luogo di morte
- Ancona
Biografia / Storia
- Nasce ad Ancona il 17 luglio 1897 da Ciriaco e Maria Eusebi, autista, poi manovale. È con la Settimana rossa che si avvicina all’anarchismo. Arruolato nel corpo Automobilisti, combatte nel Primo conflitto mondiale sul fronte italiano e su quello albanese, distinguendosi nelle operazioni militari, tanto da ricevere la croce di guerra. Nel 1920 prende parte ad Ancona alla Rivolta dei bersaglieri, durante la quale viene ucciso un maresciallo dei carabinieri (26 giu.). Nel 1922 C. partecipa attivamente allo sciopero generale proclamato dall’Associazione dei lavoratori, essendo poi messo agli arresti con l’accusa di incitamento all’odio di classe e alla guerra civile. Viene anche ritenuto responsabile della morte del maresciallo e condannato a 20 anni di reclusione dalla corte d’assise dell’Aquila. Rinchiuso nel carcere di Volterra, quindi in quello di Soriano del Cimino, nel 1926 tenta di evadere; qualche mese dopo, è riconosciuto colpevole di offese al capo del governo e subisce un’ulteriore condanna a 10 anni di reclusione. Grazie all’amnistia, nel 1934 torna libero, cerca subito di mettersi in contatto con alcuni anarchici anconitani emigrati in Francia e, per conto di Paolo Schicchi – con il quale ha condiviso il carcere –, tenta di rintracciare Jean Bucco e Giovanni Sincovich. Inserito nell’elenco delle persone ritenute capaci di commettere gravi azioni criminose, C. viene sottoposto per tre anni al regime di libertà vigilata. Nel 1936 è arrestato due volte per furto, ma in entrambi i casi viene rilasciato perché estraneo ai fatti; nello stesso periodo la polizia perquisisce due volte, senza esiti, la sua abitazione. Nell’aprile 1938 si reca a Milano, dove viene fermato da agenti dell’OVRA e tradotto in Ancona: l’accusa è di avere preso contatto con Eugenio Cappelletti e Giuseppe Fermo Sassi, due comunisti che organizzano espatri verso la Spagna. Gli agenti rinvengono la sua roba in casa di Ariodante Bichiega, un chiaravallese dimorante nel capoluogo lombardo: in una valigia sono trovati documenti, estratti di sentenze e dibattimenti che riguardano lo stesso C., materiale utile – secondo la polizia – “per comprovare, all’estero, la sua qualità di fervente sovversivo meritevole di ogni considerazione e aiuto”. Il 4 luglio è condannato a due anni di confino, parte dei quali trascorrerà alle Tremiti, il resto a Pisticci (Mt). Tornato ad Ancona nel luglio del 1940, trova impiego presso l’Ente autonomo mercato della pesca, in autunno parte per Berlino, dove lavorerà fino al giugno del 1943 come manovale. Durante la Resistenza passa al comunismo ed entra a far parte della brt Marche, ricoprendo incarichi di comando; ferito nel corso di uno scontro a fuoco, resterà invalido. Muore ad Ancona il 3 ottobre 1974. (R. Giulianelli)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; ivi, Dipartimento polizia politica, ad nomen; Archivio dello Stato - Ancona, Questura, Sorvegliati politici 1900-1943, b. 33b, ad nomen; «Almanacco libertario pro vittime politiche», 1931, pp. 47-48.
Bibliografia: Enciclopedia dell’antifascismo e della Resistenza, Milano 1968, ad nomen; R. Franchini, La Resistenza nell’anconetano, «Volontà», 4, 1964; A. Maniera, Nelle trincee dell’antifascismo, Urbino 1970, p. 16.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Ciriaco e Maria Eusebi
Bibliografia
- 2003