CIUTI, Cafiero
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- CIUTI, Cafiero
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Pisa
- Data di nascita
- 21 agosto 1884
- Luogo di morte
- Pisa
- Data di morte
- 1 gennaio 1973
Attività e/o professione
- Qualifica
- Ferroviere
Nazionalità
- Italiana
Biografia / Storia
- Nasce a Pisa il 21 agosto 1884 da Eliseo e Adele Michelotti, ferroviere. Matura le proprie basi culturali e politiche nell’ambiente familiare pregno di umori libertari. Il padre è un ex garibaldino, già volontario nella battaglia di Mentana, membro della sezione locale dell’AIL amico e compagno dei più noti militanti pisani e toscani. Il giovane C. è il terzo dei figli di una numerosa “comunità” familiare tutta impegnata nel campo anarchico. I suoi fratelli Menotti (1871), Ricciotti (1877) e Amilcare (1887) hanno a loro attivo una discreta militanza sia nel campo sindacale che politico. Diversamente da loro che hanno scelto il mestiere di imbianchini o tipografi Cafiero opta per quello di ferroviere. Il mondo delle strade ferrate all’epoca registra una forte presenza, tra i lavoratori, della componente anarchica e a Pisa risiedono alcuni dei principali leader dello Sindacato ferrovieri italiano, come Augusto Castrucci e Angelo Sbrana che ben presto diventano amici di C. L’ambiente sindacale e sovversivo della Pisa in età giolittiana sono le altre palestre in cui si completa la formazione di C. che fin da giovane, all’alba del nuovo secolo, vive tutte le pagine principali della storia del movimento anarchico locale. Nel gennaio del 1920 prende parte alle agitazioni e agli scioperi dei ferrovieri e per questo suo impegno successivamente verrà licenziato. Durante il fascismo si mantiene fedele ai suoi principi e riesce a intrattenere un collegamento con il fratello Amilcare residente in Francia per motivi di lavoro, già da diverso tempo. Arrestato una prima volta nel 1929 per attività antifascista, è di nuovo tradotto nelle carceri insieme a quattro suoi familiari nel giugno del 1932, perché sospettato di aver avuto contatti con l’anarchico Angelo Sbardellotto. Durante la Resistenza appoggia il fronte antifascista senza prendere parte ad azioni armate. Subito dopo la liberazione di Pisa è uno dei principali fautori della costituzione della Federazione Anarchica Pisana, di cui sarà delegato al III Congresso nazionale della FAI (Livorno 23-25 apr. 1949), al Convegno nazionale di Livorno (1-2 mag. 1954), al vi Congresso nazionale (Senigallia 1°-4 nov. 1957), al Convegno nazionale di Pisa (6-7 dic. 1959), al VII Congresso nazionale (Rosignano Solvay 1-4 giu. 1961) e al Convegno nazionale di Livorno (8-10 dic. 1961). Partecipa al Convegno nazionale di Senigallia del 7-9 dicembre 1962 in rappresentanza del gruppo “P. Gori” di Pisa. Dopo l’VIII congresso nazionale della FAI (Carrara 31 ott.-4 nov. 1965) che vede prevalere la “tendenza organizzatrice”, C. insieme al gruppo pisano decide di sostenere la “corrente antiorganizzatrice” che dà vita proprio a Pisa nel novembre 1965 ai gRUPPI D’INIZIATIVA ANARCHICA. Il costante impegno politico di C., nonostante l’avanzare dell’età, non gli impedisce di intrattenere buoni rapporti con quei giovani che negli anni della nascita della contestazione studentesca riprendono con entusiasmo e passione a frequentare la storica sede degli anarchici di via San Martino al n. 48 sopra la Pubblica Assistenza. In C. trovano sempre un compagno pronto ad ascoltarli e nelle manifestazioni, soprattutto quelle antifasciste, ai margini si intravede sempre quell’ex ferroviere con il cappello, avvolto in una sciarpa, pronto a portare la propria solidarietà. Il 9 maggio del 1972 tiene il discorso di commiato al termine del funerale di Franco Serantini. Muore a Pisa il 1° gennaio 1973. (F. Bertolucci)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Federazione anarchica italiana, Congressi e convegni. 1944-1962, a cura di U. Fedeli, Genova 1963, pp. 122, 168, 184, 189, 199, 209, 215; R. V[anni], Cafiero Ciuti, «Rivista storica del socialismo», 13 gen. 1973.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Bibliografia
- 2003