LONGHI, Ricciotti Napoleone Giuseppe
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- LONGHI, Ricciotti Napoleone Giuseppe
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Milano
- Data di nascita
- 3 marzo 1878
- Luogo di morte
- Fano
- Data di morte
- 21 agosto 1942
Biografia / Storia
- Nasce a Milano il 3 marzo 1878 da Antonio e Amalia Sampietro. Dopo le elementari, comincia ad aiutare il padre nel commercio di rottami di ferro. Durante i tumulti del maggio 1898 prende parte alle barricate erette a Porta Ticinese. Condannato a cinque anni di reclusione, viene rilasciato in seguito all’indulto del giugno 1899. Nel primo decennio del Novecento L. rappresenta quasi il prototipo del militante anarchico di base milanese. Anti-organizzatore, attivissimo nella propaganda spicciola e nella raccolta di fondi per i giornali («Il Grido della folla» prima e «La Protesta umana» poi), ospite a intervalli più o meno regolari delle patrie galere, incapace di scrivere articoli ma pronto ad impegnarsi nella diffusione e nell’amministrazione della stampa. L., infatti, costituisce, con Ettore Molinari, Nella Giacomelli e Giuseppe Manfredi, la cosidetta “tetrarchia” che nel 1906 rompe con Gavilli, fonda e mantiene in vita «La Protesta umana».
Nel 1903 è coinvolto con Straneo, i fratelli Mazzocchi e altri nei fatti di via Legnano, seguiti alla commemorazione delle vittime del ’98. Più volte imputato di violenza nei confronti degli agenti (anche a Roma, nel 1907, con Edmondo Mazzuccato), è più volte condannato a brevi pene detentive. In prima fila nelle manifestazioni sovversive, è pronto a passare alle vie di fatto anche per motivi non politici, come nel postribolo di via Vetraschi nel 1910. Nonostante la sua partecipazione politica si diradi molto a partire dal 1911/12 è costantemente sorvegliato e il suo negozio di rigattiere tenuto sotto controllo.
Nel 1920 è attivo collettore di sottoscrizioni per «Umanità nova». Nel 1921 è sospettato di complicità con gli attentatori del Teatro Diana e incarcerato per poche settimane prima del proscioglimento in istruttoria. Anche nel 1928, dopo i fatti di piazzale Giulio Cesare (esplosione di un ordigno al passaggio di Vittorio Emanuele III in visita alla fiera campionaria), L. è arrestato e rilasciato dopo due mesi. Nel 1929 scrive a Mussolini, “Duce impareggiabile” e “invoca la completa riabilitazione”. Muore a Fano il 21 agosto 1942 dopo anni di inutile vigilanza. (M. Antonioli)
Luoghi di attività
- Luogo
- Milano
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Antonio Serafino e Amalia Sampietro