CHIOSSI, Vincenzo

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
CHIOSSI, Vincenzo

Date di esistenza

Luogo di nascita
Carpi
Data di nascita
May 17 1893
Luogo di morte
Modena

Biografia / Storia

Nasce a Carpi (mo) il 17 maggio 1893 da Olivo e Luisa Albarani, meccanico. Si avvicina al movimento anarchico nella prima metà degli anni Dieci, insieme al fratello Umberto (Modena 1881), che nel 1908 diventa segretario della Lega muratori di Modena. Accusato di “turbamento di funzioni religiose” è assolto. Partecipa, in rappresentanza del Gruppo rivoluzionario di Modena, al Convegno anarchico emiliano-romagnolo tenuto il 31 dicembre 1916 a Bologna, nel corso del quale viene fondata la UAER. Chiamato alle armi, si congeda con il grado di maresciallo del 158° rgt di fanteria, e con una medaglia di bronzo al valor militare. Nel dopoguerra è attivo sia nella Federazione comunista anarchica sia nella CdL sindacalista (è membro del Comitato esecutivo dell’organizzazione camerale). Agli inizi del 1920, compie un giro di propaganda nel Veneto e in maggio è tra gli organizzatori del furto delle mitragliatrici effettuato dagli anarchici a Modena, per difendere le manifestazioni operaie dopo l’eccidio compiuto in città il 7 aprile. Arrestato con altri 28 dirigenti della Federazione comunista anarchica e della CdL sindacalista, è condannato a due anni e sei mesi di carcere. Scontata la pena, è tra i più attivi nel cercare di riorganizzare il movimento anarchico e l’USI a Modena. Dopo il delitto Matteotti promuove la costituzione di un Gruppo giovanile anarchico e, nel giugno 1925, partecipa al convegno clandestino dell’USI a Genova. Il 24 novembre 1926 è condannato a cinque anni di confino, poi ridotti a due, scontati a Lipari. Tenta in tutti i modi di tornare a casa, con ripetute richieste al duce, avendo lasciato a Modena la moglie e la madre senza alcun sostentamento. A suo favore interviene – caso abbastanza raro – anche la ditta dove lavora, l’officina Barbieri di Modena. Rientrato a Modena è continuamente vigilato, ma non svolge più attività politica. Però all’interno dell’azienda Barbieri, dove diventa capo-officina, esprime liberamente le proprie convinzioni libertarie, favorendo la presa di coscienza antifascista di alcuni giovani operai. Un ruolo che è confermato da alcune testimonianze rilasciate nel dopoguerra. Il fratello Umberto nel 1934 è invece ancora segretario del Sindacato muratori di Modena, ma – come scrive il prefetto – siccome “è ritenuto tuttora simpatizzante per il partito anarchico […] si ritiene opportuno continuare a sorvegliarlo”. Alla caduta del fascismo C. è incaricato dal Comitato Italia libera, nato il 28 luglio 1943, di riorganizzare il settore sindacale. Durante la lotta partigiana collabora con il CLN provinciale, assumendo incarichi delicati, che sfruttano le sue amicizie con ex sindacalisti rivoluzionari passati da tempo al fascismo, come Nicola Vecchi. Nel 1945 partecipa alle riunioni clandestine che danno vita alla Camera confederale del lavoro unitaria, in rappresentanza della corrente sindacalista anarchica. Dopo la Liberazione è con Aladino Benetti tra i fondatori della FCL di Modena. Mesi dopo diventa direttore dell’Ufficio provinciale del lavoro, e si avvicina al PSI. Muore a Modena il 26 maggio 1950. (C. Silingardi)
 

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.

Bibliografia: C. Silingardi, Note, riflessioni e documenti per una storia dell’anarchismo a Modena, «Rassegna di storia», n. 1, 1982; Id., Rivoluzio Gilioli. Un anarchico nella lotta antifascista 1903-1937, Modena 1984; Id., Gli anarchici modenesi tra fuoriuscitismo e rivoluzione spagnola, «Rassegna di storia», mag. 1987; Id., Una provincia partigiana. Guerra e Resistenza a Modena 1940-1945, Milano 1998; L. Bertucelli et al.Un secolo di sindacato. La Camera del lavoro a Modena nel Novecento, Roma 2001; A. Osti Guerrazzi, C. Silingardi, Storia del sindacato a Modena 1880-1980, Roma, 2002; A. Pirondini, Anarchici a Modena. Dizionario biografico. Milano, Zero in condotta, 2012.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Olivo e Luisa Albarani

Bibliografia

2003

Persona

Collezione

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