CHIGNOLA, Carlo
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- CHIGNOLA, Carlo
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Brescia
- Data di nascita
- April 12 1865
Biografia / Storia
- Nasce a Brescia il 12 aprile 1865 da Pietro e Maria Comenzoli, commesso cartolaio, legatore di libri, e poi fabbricante di carta fotografica, aiuto cameriere e sguattero; frequenta solo fino alla 3a elementare. Presta servizio militare nella Guardia di Finanza e si trasferisce poi a Milano. Dopo aver “professato prima principi clericali e poi socialisti”, appartenendo al Circolo socialista di Porta Venezia, al “Tiremm innanz” e alla Società anticlericale, nel 1890 entra nel movimento libertario. “Audace ed indefesso apostolo delle teorie anarchiche”, è in stretti rapporti con P. Gori, alle cui conferenze è sempre presente, con Carlo Crivelli e Giovanni Baracchi, con i quali è in corrispondenza e che incontra a Lugano, anche dopo il loro espatrio nel 1894. Prende parte alle manifestazioni del 1° maggio 1892 e viene condannato a 50 giorni di carcere per grida sovversive e ribellione alla forza pubblica. Nel 1895 C. subisce diverse incriminazioni e condanne: nel febbraio è condannato a sette mesi e una multa, a cui viene aggiunto il confino a Saluzzo per altri cinque mesi; nel settembre viene denunciato alla Commissione Provinciale per i provvedimenti di Pubblica sicurezza, che nel dicembre successivo lo assegna al domicilio coatto per 30 mesi; nell’ottobre è colpito da mandato di cattura, insieme con Enrico Carrara, per la pubblicazione e la diffusione del numero unico «Il 20 settembre», supplemento de «L’Amico del popolo». Nel febbraio 1896 viene emesso nei suoi confronti un nuovo mandato di cattura, ma C. è latitante, essendo riparato in Svizzera, a Lucerna, dove lavora come operaio in una fabbrica di cartoncini da fotografia. Espulso dalla Svizzera nel settembre 1898 in seguito all’uccisione dell’imperatrice Sissi da parte di Luccheni, si trasferisce prima in Lussemburgo e poi a Londra, dove è attentamente sorvegliato dal “Calvo” e dall’agente segreto “136.1129”, nonché dall’immancabile Virgilio. A Londra, sul finire del ’98, frequenta Domenico Zavattero, allora esule, e Giulio Rossi. Nonostante l’indulto dell’11 giugno 1899 gli comporti il condono della pena, C. non ritorna in Italia, ma si stabilisce definitivamente a Londra, dove alterna lavori come barista e aiutante di cucina a periodi di disoccupazione, tentando anche l’avventura della ristorazione (un ritrovo in Warren Street frequentato dagli anarchici italiani). Già nel 1904 viene considerato ai margini dell’ambiente anarchico italo londinese, anche se ancora nel 1912 fa parte del gruppo di Charlotte Street. A parte qualche breve viaggio in Italia per ragioni familiari, C. vive sempre a Londra, costantemente sorvegliato, ma completamente innocuo. Il Console Generale a Londra scrive, nel 1930, al Ministero dell’Interno: “In passato egli fu certamente un estremista ed anche ora talvolta non manca di sfogare i suoi vecchi sentimenti, ma la moglie, che è inglese, esercita su di lui buona influenza e lo tiene lontano da ogni meeting o riunione sovversiva”. Alla fine degli anni Trenta, in età ormai avanzata, “percepisce il sussidio di disoccupazione e si trova in misere condizioni”. S’ignorano data e luogo di morte. (M. Antonioli)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Pietro e Maria Comenzoli
Bibliografia
- 2003