CHIARINI, Ruggero
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- CHIARINI, Ruggero
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Bagno a Ripoli
- Data di nascita
- January 12 1890
- Luogo di morte
- Palermo
Biografia / Storia
- Nasce a Bagno a Ripoli (Fi) il 12 gennaio 1890 da Serafino e Giuseppina Brosi, meccanico. Anarchico, come i fratelli Bruno e Nello, partecipa alle agitazioni proletarie, che hanno luogo a Bagno a Ripoli e a Firenze nel Biennio rosso, e il 21 maggio 1921 viene condannato dal Tribunale di Firenze a tre mesi di reclusione per mancata denuncia di armi. Collegato a anarchici e comunisti di varie regioni italiane, viene denunciato per aver impedito a alcuni crumiri di lavorare, ma il 7 novembre 1921 è prosciolto. Fermato due volte per misure di Pubblica sicurezza, si trasferisce a Palermo al principio del 1923, con la moglie, i quattro figli e il fratello Nello, per evitare le aggressioni fasciste, e in maggio subisce una perquisizione domiciliare, durante la quale si vanta di professare idee sovversive. Nel capoluogo siciliano frequenta, d’altronde, anarchici molto conosciuti, e ritenuti “pericolosissimi” dalle autorità, come Paolo Schicchi, Nino Napolitano e Gabriele Pappalardo, e fa parte della redazione de «Il Vespro anarchico» fino al settembre 1923, quando il giornale viene soppresso, in seguito alla pubblicazione di alcuni articoli di Schicchi, incriminati dai magistrati. Nell’ottobre seguente C. lancia, insieme a Pappalardo, Schicchi, Napolitano, Calogero Aronica Pontillo, Raffaele Frugis, Osvaldo Celani e Nino Guarisco, una sottoscrizione pubblica per “dotare il «Vespro» d’una tipografia propria”, in modo da poter escludere “qualsiasi lavoro d’indole commerciale”, pubblicare opuscoli di propaganda, “stampare numeri unici d’occasione”, ecc. Il 5 gennaio 1924 C. viene schedato dalla Prefettura palermitana, che lo descrive come persona intelligente, dai capelli castani lisci e dalla fronte alta, che si comporta bene in famiglia. Il 7 giugno 1926 si trasferisce a Porto Empedocle per motivi di lavoro e il 26 dicembre viene diffidato, ai sensi della nuova legge di Pubblica sicurezza, e obbligato a munirsi di carta d’identità. Compreso nell’elenco degli “elementi pericolosi in linea politica”, è vittima, la notte dal 15 al 16 gennaio 1927, di un’altra perquisizione domiciliare, che si risolve negativamente, come riferisce il prefetto di Girgenti. Tornato a Palermo, C. muore il 31 gennaio 1930. Gli anarchici italiani, esuli in Francia, aprono una sottoscrizione per i figli e la moglie di C. e le somme raccolte vengono spedite a Palermo da Nello Chiarini e dall’anarchico elvetico C. Vogt, da Marsiglia e da Ginevra. (M. Lenzerini – G. Piermaria)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Per la tipografia al «Vespro», «L'Adunata dei refrattari», 27 ott. 1923; Il Gruppo, Quelli che se ne vanno. Ruggiero Chiarini, ivi, 22 mar. 1930; Un trentennio di attività anarchica. 1914-1945, Cesena 1953, p. 80.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Serafino e Giuseppina Brosi
Bibliografia
- 2003