CHESSA, Aurelio

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
CHESSA, Aurelio

Date di esistenza

Luogo di nascita
Putifigari
Data di nascita
October 30 1913
Luogo di morte
Rapallo

Biografia / Storia

Nasce a Putifigari (SS) il 30 ottobre 1913 da Antonio e Maria Angela Piras, marinaio, ferroviere. Si arruola il 1° dicembre 1931 nel corpo reale equipaggi marittimi, come “Volontario allievo cannoniere” con ferma di quattro anni. Il 9 novembre 1939 subisce una condanna dal Tribunale Militare della Spezia a un anno di reclusione per insubordinazione, che sconta nel carcere di S. Francesco (SP). Dopo l’8 settembre 1943 abbandona il proprio reparto nel Distaccamento Marittimo di Gaeta, e per l’intero periodo viene considerato “sbandato” dal Comando Militare. Il 31 luglio 1945 è congedato definitivamente e nello stesso anno si impiega nelle Ferrovie dello stato. Sposa Mazzina Antonelli. Si avvicina all’anarchismo frequentando i gruppi anarchici a Genova, introducendo nello stesso ambiente anche il fratellastro, Tullio Tilocca, nato nel 1929 dal rapporto tra la madre e Pasquale Tilocca, dopo la morte del padre nell’affondamento della nave Tripoli a metà degli anni Dieci. Più tardi fonda, con Franco Leggio, Giuseppe Strinna e altri il gruppo FAI “Genova Centro”. Autodidatta, di inclinazione antiorganizzatrice galleanista, C. partecipa al Congresso di Canosa del 1948. In questo periodo conosce Giovanna Caleffi – vedova di Berneri –, e Cesare Zaccaria, oltre a P.C. Masini (1948). Attraverso la rivista «Volontà» i contatti con Giovanna Caleffi si intensificano; i due si ritrovano a Sorrento dove si realizza la Colonia estiva (1951-57) per i figli dei compagni meno abbienti e in seguito a Genova Nervi (1956), dove si tengono le riunioni del gruppo FAI. Dopo la morte della figlia di Giovanna, Maria Luisa , viene data vita a una omonima Comunità, questa esperienza insieme a quella della rivista «Volontà», la cui segreteria è nella stessa casa di C. a Genova, rafforzerà il legame tra C. e la vedova Berneri. Partecipa “a titolo personale” al Convegno Nazionale Anarchico di Livorno del 1°-2 maggio 1954. Processato dal Tribunale di Genova per una campagna astensionista e istigazione alla disobbedienza civile, il 26 maggio 1958 si vede richiesti sei mesi di arresto. La Corte di appello di Genova, con sentenza del 23 dicembre 1958, commina la sola multa per istigazione. Aderisce agli scioperi di Genova dell’8 luglio 1960 e per ciò viene “richiamato” dall’amministrazione ferroviaria per “inosservanza degli obblighi di servizio” avendo partecipato a manifestazioni di carattere politico. A seguito della morte di Giovanna Caleffi (14 mar. 1962), Giliana, la seconda figlia di Berneri, dona l’archivio della sua famiglia a C., che già da diversi anni aveva iniziato a raccogliere materiali sulla storia e le idee del movimento anarchico, a partire da un fondo lasciatogli da uno zio antifascista fuoriuscito in Francia. Inizialmente senza alcuna denominazione, l’archivio assume dopo la metà degli anni ’60 la denominazione di “Archivio Famiglia Berneri”. Il centro di documentazione negli anni si arricchisce di preziosi fondi grazie alle donazioni dei compagni, sviluppa un’ampia rete di rapporti, specie con gli anarchici residenti in America, e avvia una discreta attività editoriale. Dopo l’iniziale ubicazione a Genova, l’archivio cambia sede numerose volte. In questi anni C. si fa promotore di diverse iniziative editoriali (Edizioni RL, Collana Valera, Collana Porro), collabora a periodici anarchici (pseudonimi: “Ulisse Franzini”, “Paratacca”) e soprattutto cura l’edizione di opere edite e inedite di C. Berneri. Sostiene anche, insieme a Ugo Mazzucchelli, la riedizione delle opere di E. Malatesta (1975) per i tipi delle edizioni del Movimento Anarchico Italiano, e la pubblicazione dell’Epistolario, sempre di Malatesta (1984). Insieme all’attività culturale, in tutti questi anni, continua il suo impegno politico all’interno del movimento in sintonia con la difesa dei valori più classici dell’anarchismo espressi dal pensiero di Galleani. Al congresso di Carrara della FAI (31 ott.-4 nov. ’65) si produce una frattura sulla proposta del nuovo “patto associativo”: C., insieme ad altri compagni e gruppi sparsi in tutt’Italia che si riconoscevano nella corrente più “antiorganizzatrice” – il cui maggior riferimento era rappresentato dal gruppo editoriale italo-americano de «L’Adunata dei refrattari» –, dà vita ai GIA che si costituiranno nel Convegno Nazionale di Pisa il 4 novembre 1966. Nello stesso anno, dopo 22 anni di lavoro, C. si licenzia dalle Ferrovie per dedicarsi completamente all’attività politico-culturale. Tra la fine degli anni ’60 e il decennio successivo costante è il suo impegno, con articoli e contributi economici, alla stampa del movimento in particolare al «Notiziario dei GIA» e all’«Internazionale» di Ancona. Negli anni ’80 si fa promotore di diverse iniziative sulla Rivoluzione spagnola 1936-39, come quelle di Roma e Pistoia. Muore a Rapallo il 26 ottobre 1996. (A. Ciampi)

Fonti

Fonti : Archivo centrale dello Stato, Gabinetto, Partiti politici 1944-1966, b. 78; Archivio “Famiglia Berneri e Aurelio Chessa” – Reggio Emilia, f. FAI; ivi, f. Corrispondenze e rapporti epistolari; ivi, Memoria orale di T. Tilocca e F. Chessa, 24 feb. 2002; F. Biagini, Aurelio Chessa, L’impegno di una vita, «Bollettino dell’Archivio G. Pinelli», dic. 1996; ivi, P. Masiello, Ricordo di Aurelio; A. Ciampi, Caro Aurelio... un abbraccio, Alberto, «Rivista storica del socialismo», 8 dic. 1996; P. Finzi, Ricordando Aurelio Chessa, «A-rivista anarchica», dic. 1996-gen.1997.
 
Bibliografia: G. Boccolari, F. Chessa (a cura di), Storie di anarchici e anarchia - L’Archivio Famiglia Berneri-Aurelio Chessa, catalogo della Mostra, Reggio Emilia, 11 mar.-9 apr. 2000; G. Mangini (a cura di), Pier Carlo Masini. Un profilo a più voci, Atti della giornata di studi, Bergamo, 16 genn. 1999, «Bergomum», Bergamo, n. 3 2001 ad nomen; G. Sacchetti, Sovversivi agli atti. Gli anarchici nelle carte del Ministero dell’Interno. Schedatura e controllo poliziesco nell’Italia del Novecento, Ragusa, 2002, ad nomen.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Antonio e Maria Angela Piras

Bibliografia

2003

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Collezione

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