​LEONI, Marziale

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​LEONI, Marziale

Date di esistenza

Luogo di nascita
Sala Baganza
Data di nascita
March 23 1888
Luogo di morte
Parma

Biografia / Storia

Nasce a Sala Baganza (PR) il 23 marzo 1888, da Anna Leoni e padre ignoto; muratore, poi venditore di quadri. Conosciuto col nome di “Giovanni”, è detto anche “Patina”. Milita nelle file del movimento anarchico fin dalla giovane età e diventa punto di riferimento per gli anarchici del paese. Giovanissimo è iscritto anche alla Lega dei muratori e alla Società Anarchica dei Bevitori. Con il gruppo di anarchici locali organizza a Sala Baganza le conferenze di Pietro Gori, il 25 settembre 1905 e il 10 giugno 1906 e il 24 febbraio 1907 di Plinio Pellegrini, del quale diverrà intimo amico. Sala Baganza si afferma in questi anni e fino all’avvento del fascismo come piccola capitale anarchica emiliana. Nel “Cenno biografico al giorno 1° agosto anno 1907”, conservato presso il Casellario Politico Centrale, si dice di lui che “si adopera a fare attiva propaganda delle sue teorie, specialmente fra i giovani suoi coetanei, con discreto profitto”. Viene condannato per schiamazzi e per vendita abusiva di stampati. Sono anni difficili e Leoni è costretto spesso a spostarsi per ragioni di lavoro nelle province limitrofe, senza per questo rinunciare alla propria militanza. Tra il 1907 e il 1908 lo troviamo a Tavernale (BS), a Pisa, a Genova (1909) dove entra in contatto con il gruppo anarchico “I figli della Rivoluzione”. Sempre nel 1909 si trasferisce senza successo a La Spezia in cerca di lavoro, prima di rientrare a Sala Baganza e quindi a Parma dove si stabilisce nella zona popolare a nord della città. In questi anni non cessano i contatti con Plinio Pellegrini e invia corrispondenze ad alcuni periodici anarchici, come «Il Libertario» di La Spezia, di cui riceve diverse copie che rivende agli amici e compagni di Sala Baganza. Nel settembre 1911 viene condannato a sei mesi di reclusione con una forte multa per aver preso parte ai disordini verificatisi nell’Oltretorrente in occasione dello sciopero dei muratori per protestare contro l’impiego di “liberi lavoratori” presso alcuni cantieri. La pena, già leggermente ridotta in Corte d’Appello, viene espiata solo in parte grazie ad un’amnistia. Tornato in libertà il 19 dicembre 1912, riprende i contatti con i compagni e con numerosi giornali anarchici. Diventa corrispondente di «Volontà» di Ancona e de «L’Avvenire anarchico» di Pisa. Nel luglio del 1914 sposa Angiolina Panciroli, anch’essa anarchica. Nel giugno dell’anno seguente viene chiamato sotto le armi dove rimarrà per tutta la durata della guerra. Al termine del conflitto rientra a Parma e si stabilisce nel quartiere popolare dell’Oltretorrente. Nel dicembre 1919 prende parte al III Congresso nazionale dell’usi, convocato a Parma, impegnandosi attivamente per la sua riuscita. Gli anni Venti lo vedono tra gli anarchici più attivi in città. È tra i protagonisti dell’importante Convegno anarchico emiliano in cui viene costituita l’Unione anarchica emiliana con sede a Reggio Emilia e tentata la costituzione di gruppi aderenti all’USI e alla UAI, allo scopo di essere presenti nelle varie organizzazioni operaie locali e favorire la costituzione di un fronte unico rivoluzionario. Leoni, come ha modo di chiarire nel suo intervento che apre i lavori, è convinto della necessità di costituire una salda intesa tra anarchici e sindacalisti rivoluzionari. Riceve inoltre l’incarico di raccogliere i fondi e organizzare la conferenza che Errico Malatesta deve tenere a Parma nell’estate del 1920, mentre la sua attività giornalistica si arricchisce di una nuova collaborazione con «Umanità nova». Nel settembre 1921 viene espulso dall’Unione anarchica parmense per “indegnità politica”. Le ragioni di questo grave provvedimento non risultano al momento chiare. Non per questo cesserà di professare l’idea anarchica e anche dopo l’avvento del fascismo, senza svolgere una particolare attività politica, la Questura continua a ritenerlo pericoloso e comunque da sorvegliare. A tal punto che nel 1930 lo iscrive nell’elenco “2” delle persone pericolose da arrestare in determinate circostanze, sebbene non risulti svolgere attività politica e si dedichi alla famiglia e al lavoro, come rappresentante di una ditta con sede a San Possidonio (MO). Nel gennaio 1933 viene tolto dall’elenco “2”. Nel 1938 si trasferisce a Bologna, poi a Lugo e in altri comuni della Romagna, sempre per ragioni di lavoro, prima di stabilirsi definitivamente a Bologna dove rimane fino al 1942. Muore a Parma il 20 luglio 1952. (M. Minardi)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio di Stata Parma, Questura, Categoria A8, ad nomen.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Anna Leoni e padre ignoto

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

città