​LEONESI, Alfonso

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​LEONESI, Alfonso

Date di esistenza

Luogo di nascita
Bologna
Data di nascita
January 14 1848
Luogo di morte
Bologna

Biografia / Storia

Nasce a Bologna il 14 gennaio 1848 da Raffaele e Elisa Borgia, impiegato. Attratto fin da giovanissimo alle idee patriottiche e repubblicane, nel 1863 viene arrestato con l’accusa di adesione a un complotto volto ad organizzare un gruppo di volontari pronti a muoversi in aiuto della Polonia insorta contro il regime zarista. Durante la Terza Guerra per l’indipendenza italiana combatte come volontario in Trentino; sempre a fianco di Garibaldi è a Mentana nel 1867. Tra i componenti dell’esercito dei Vosgi – un gruppo cosmopolito di volontari organizzato da Garibaldi per combattere a fianco dell’esercito repubblicano francese negli ultimi mesi della guerra franco-prussiana – partecipa alla battaglia di Digione il 21-23 gennaio del 1871, dove viene ferito. Partecipa alle vicende della Comune di Parigi e qui, come è riportato nel Registro rubrica degli affiliati ai partiti sovversivi redatto dalla prefettura di Bologna si “converte” agli ideali dell’Internazionale, tanto da diventarne uno dei maggiori diffusori al suo rientro in Italia. Nel 1873 è in Spagna dove partecipa a fianco dei federalisti alla guerra carlista in corso. Rientrato a Bologna aderisce al Fascio Operaio e il 16 marzo 1873 subisce un primo arresto per aver partecipato ai lavori del ii congresso della federazione italiana dell’Internazionale. Nel 1874 è “uno dei principali fautori del tentativo di cospirazione contro la sicurezza interna dello Stato verificatosi nella provincia di Bologna” (Registro rubrica…) e provvede al rifornimento di armi e munizioni nei pressi dei Prati di Caprara. Fallito il moto, riesce a organizzare la romanzesca fuga di Bakunin; ricercato a sua volta, travestito da fuochista ferroviario, fugge in Svizzera assieme alla compagna Ersilia Cavedagna che gli resta sempre accanto in tutte le sue peregrinazioni. Da Lugano, dove vive con i proventi di un piccolo commercio di frutta, si trasferisce a Marsiglia, poi ad Algeri. Quando, nel 1877, nella città africana scoppia una epidemia di colera, timoroso per la vita del piccolo figlio Algerino, fa rientro a Bologna dove trova lavoro nell’azienda dell’acquedotto e subisce il grave lutto della perdita del figlio. Il rientro corrisponde ad una ripresa dell’attività politica e organizzativa; con A. Faggioli, T. Bugini, G. Lolli ricostituisce in città la sezione dell’Internazionale: nel 1879 è tra coloro che organizzano le manifestazioni contro l’arresto di alcuni internazionalisti forlivesi, avvenuto nel clima di repressione che segue all’attentato di Passanante; è arrestato con l’accusa di fare “parte di associazione criminosa o di malfattori detta l’Internazionale o degli internazionalisti” e imputato di “cospirazione”. Dopo un anno di carcere, viene processato a Forlì ed è assolto come tutto il gruppo degli imputati. A Bologna, dove è ritornato, trova lavoro come bigliettaio prima, come cassiere poi, presso l’azienda dei Tramway a cavallo. Irritato dagli attacchi che un corrispondente del giornale napoletano «Rabagas» rivolgeva agli uomini della democrazia bolognese, lo sfida a duello e rimane ferito. Arrestato, in forza della legge Nicotera, per contravvenzione ad un’ammonizione che, a sua insaputa, gli era stata comminata durante l’esilio, esce dal carcere grazie all’intervento del direttore dell’azienda tranviaria. Dimessosi dal suo impiego per contrasti col nuovo direttore, L. avvia un piccolo commercio di generi alimentari. In questi anni L. si avvicina al socialismo costiano e occupa le cariche di consigliere e tesoriere nella Società Operaia negli anni che videro l’associazione bolognese passare dal mutuo soccorso alla “resistenza”. Iscritto alla Massoneria, nel 1884 ottiene il grado di “maestro”. Nel 1887 appare su «La Rivendicazione» di Forlì un appello per liberare Carlo Cafiero dal manicomio, L. è tra i firmatari.. Nel 1897 è in Grecia con R. Garibaldi e A. Cipriani a combattere nella guerra contro la Turchia. Il 1898 lo vede nuovamente in Italia e di nuovo arrestato in seguito alla bufera reazionaria scatenata come risposta “ai moti della fame” e alle proteste che si ebbero in numerose città italiane. Tornato in libertà dopo una carcerazione di pochi mesi, lascia l’Italia per l’Egitto dove, al Cairo trova un impiego presso la tramvia locale grazie all’interessamento del direttore dell’azienda bolognese che già lo aveva aiutato. Ammalatosi, ritorna a Bologna; qui entra nel PSI e ottiene un modesto impiego presso la Federazione provinciale dei lavoratori della terra. Muore il 26 settembre 1908. I suoi funerali vedono una larga partecipazione di tutte le forze della democrazia bolognese; nell’occasione A. Costa scrive alla famiglia: “sia di conforto il pensare che Egli fu fra i migliori nostri, fra i più valorosi, i più disinteressati, i più puri soldati di Garibaldi, della Patria, dell’Internazionale e del Socialismo” (In memoriam). (F. Tarozzi)

Fonti

Fonti: Archivio di Stato Bologna, Gabinetto Prefettura, Registro rubrica degli affiliati ai partiti sovversivi, s.d., ad nomen; Museo Civico del 1° e 2° Risorgimento, Bologna, Posizione archivio.
 
Bibliografia: A.L., «Il Resto del Carlino», 27 set. 1908; In Memoriam. A. L., Bologna, 1908; A.L., «L’Internazionale», suppl. al n. 36 de «la Lotta», 7 set. 1913; M. Rosi, Dizionario del Risorgimento italiano. I personaggi, vol. iii, Milano 1930-37, pp. 359-360; Il movimento operaio italiano. Dizionario biografico, a cura di F. Andreucci e T. Detti, Roma, 1976-1979, ad nomen; R. Zangheri, Storia del socialismo italiano, vol. 1, Torino, 1993, ad indicem.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Raffaele e Elisa Borgia

Bibliografia

2004

Collezione

Persona