CENNINI, Egizio
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- CENNINI, Egizio
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Monterotondo Marittimo
- Data di nascita
- May 20 1893
Biografia / Storia
- Nasce a Monterotondo Marittimo (Gr) il 20 maggio 1893 da Giovanni e Argia Nuti, bracciante. Militante socialista, abbraccia le idee anarchiche, dopo essersi trasferito a Piombino nel 1910. L’anno seguente va a Marsiglia e nel maggio 1912 è a Lione. Tornato a Piombino, fa l’operaio agli Alti forni e aderisce alla CdL sindacalista, intervenendo a tutte le manifestazioni sovversive e proletarie, che si svolgono nella città. Licenziato, per essersi dato “in braccio al partito anarchico”, viene arrestato il 22 maggio 1913 perché ha “rampognato” e minacciato i “musicanti” di Suvereto, che erano andati a Piombino per suonare il giorno del Corpus Domini, e il 12 agosto finisce in carcere per aver impedito a un gruppo di crumiri di lavorare durante lo sciopero generale. Rilasciato il 21 settembre, torna a Marsiglia, dove “frequenta costantemente ritrovi ed elementi sovversivi” e partecipa, il 20 giugno 1914, al comizio di protesta per i fatti della Settimana rossa. Rientrato in Italia, viene arrestato a Bufalla il 6 novembre e “rimpatriato” coercitivamente a Massa Marittima. L’8 settembre è schedato dalla Prefettura di Grosseto, che lo descrive come persona di “carattere chiuso, arrogante, prepotente”, che conduce “vita girovaga”, frequenta gli anarchici della CdL e fa “propaganda dei suoi principi”. Contrario all’intervento italiano, questo profeta itinerante della rivoluzione viene chiamato alle armi nel 1916, incorporato in un reggimento di fanteria stanziato a Torino e tenuto sotto stretta sorveglianza per impedirgli di svolgere la propaganda antibellica fra i soldati. Di nuovo a Piombino a guerra finita, viene denunciato per aver commemorato “abusivamente”, a Monterotondo, il 20 febbraio 1920, insieme ad Alessandro Cinci e Riccardo Sacconi, i proletari caduti in guerra. Il 22 febbraio parla a Portoferraio, Rio Elba, Rio Marina e Cavo, insieme a Sacconi, e il 1° marzo subisce un’altra denuncia per “eccitamento alla guerra civile”. Membro del Consiglio generale della CdL sindacalista, parla a Piombino l’8 aprile, dopo l’uccisione dell’anarchico Campagnoli e di altri sette operai a Decima di Persiceto, incitando “all’odio di classe”, con “linguaggio violentissimo”, e oltraggiando “gli ufficiali della polizia giudiziaria”, presenti al comizio. Il 23 maggio interviene al Congresso anarchico di Follonica, dopo il discorso di apertura di Tintino Persio Rasi, e nel pomeriggio tiene un comizio in piazza Sivieri, insieme a Giulio Bacconi, criticando il riformismo dei socialisti. In ottobre sottoscrive, insieme a Luigi Arrigoni, Salvatore Salvadori e altri anarchici, per «Umanità nova», ricordando l’“eroico gesto” di Bruno Filippi. L’11 novembre parla a Piombino, insieme a Giulio Bacconi e Riccardo Sacconi, dopo l’oltraggio fascista alla targa di P. Gori, e, al principio del 1921, presenta al IV Congresso della CdL sindacalista di Piombino un odg “per la completa liberazione di tutte le vittime che gemono sotto il regime reazionario”. In autunno assiste al III Congresso nazionale dell’uai, in veste di delegato dei compagni di Piombino. Nell’aprile 1924 torna a Marsiglia, dove fa il facchino al porto e viene notato per l’attività sovversiva. Il 28 giugno 1924 è condannato in contumacia dalla Corte di assise di Pisa a 15 mesi di reclusione e una multa per “insurrezione contro i poteri dello Stato” e in novembre si fa promotore di una sottoscrizione per dar vita, a Marsiglia, al giornale anarchico «Il Combattimento». Nel febbraio 1925 è ad Avignone, in ottobre fa l’operaio in una fabbrica chimica di Eygalières e il 24 gennaio 1926 assiste alla commemorazione di Gori a Marsiglia. Il 12 gennaio 1930 viene incluso nella lista degli elementi “sovversivi e antinazionali” e il 26 ottobre la Prefettura di Grosseto chiede la sua iscrizione nella “Rubrica di frontiera” e nel «Bollettino delle ricerche». Il 13 ottobre 1939 viene confermata dalla Prefettura di Livorno la sua inclusione nella “Rubrica di frontiera” per la misura di arresto e il 4 maggio 1942 C. è ancora all’estero, irreperibile. In Italia vive, invece, un suo fratello, Giuseppe, che, nel giugno 1944, viene ucciso dai nazifascisti negli scontri, che portano alla liberazione di Grosseto. S’ignorano data e luogo di morte. (F. Bucci – G. Piermaria)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Giovanni e Argia Nuti
Bibliografia
- 2003