CECCOTTI, Umberto

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
CECCOTTI, Umberto

Date di esistenza

Luogo di nascita
Lari
Data di nascita
October 15 1894
Luogo di morte
Pisa

Biografia / Storia

Nasce a Lari (Pi) il 15 ottobre 1894 da Eugenio e Teresa Burgalassi, operaio. Soldato in un reparto di fanteria durante la Prima Guerra mondiale, trova lavoro, nel 1921, presso gli “Oleifici nazionali” di Livorno. Membro influente della CdL sindacalista labronica, si fa notare per le convinzioni anarchiche. Passato con le ferrovie dello Stato e licenziato per l’adesione allo sciopero generale dell’agosto 1922, C. emigra clandestinamente in Francia nel 1923, con la moglie e i tre figli, e si stabilisce a Marsiglia, dove fa, nel 1926, lo spedizioniere. Due anni dopo il suo nome viene scoperto in un taccuino di appunti di C. Berneri, insieme a quelli di Bixio Sorbi, Idilio Volpi, Ersilio Belloni, Isidoro Bertazzon ecc., e nel 1929 una sua lettera al fratello Alfredo è intercettata dai fascisti. “È una dolorosa constatazione” vi si legge “vedere gente che si arricchiscono e gente che muoiono di fame, pazienza, non siamo ancora vecchi e quindi siamo in tempo a vedere cose nuove”. Iscritto, alla fine del 1929, nel «Bollettino delle ricerche» come anarchico da rintracciare e perquisire, C. rappresenta, al principio del 1931, la LIDU a una riunione del Comitato marsigliese della Concentrazione antifascista, poi viene incluso nelle liste dei sovversivi pericolosi residenti all’estero e il 18 marzo diventa consigliere del Comitato locale della LIDU, insieme ai repubblicani Osvaldo Pesce e Carlo Alberto Bartolena. Al principio del 1933 interviene a una conferenza di Lussu sulla rivoluzione italiana, durante la quale Luca Bregliano inneggia all’attentato di Angelo Sbardellotto, quindi partecipa alla fondazione di un Comitato di azione antifascista, che si propone di aiutare l’anarchico Pietro Cociancich, condannato a cinque anni di reclusione per un attentato dinamitardo alla sede degli ex combattenti italiani di Aubagne. All’inizio del 1935 assiste alla conferenza di Silvio Trentin sul Crepuscolo del diritto dello Stato borghese. Nel 1936 è il responsabile dell'Unione anarchica italiana;  il 6 agosto partecipa a una riunione sulla guerra di Spagna, indetta nella sede dell’Università proletaria di Marsiglia, e alla proposta di Francesco Volterra di dar vita a un comitato unitario, che sostenga i combattenti repubblicani spagnoli, risponde che “crede difficile che gli anarchici possano aderire dato che sono già raggruppati in un Comitato italo-franco-spagnolo”. In seguito si impegna moltissimo nella raccolta dei fondi per gli anarchici, che combattono sul fronte aragonese, e riceve “denari di ogni provenienza, per conto del Comitato anarchico pro Spagna”, come scrivono “tutti i giornali anarchici italiani”, pubblicando il suo indirizzo. Membro anche della Fédération anarchiste provençale, partecipa regolarmente agli incontri dell'Athénée libertaire. Ritenuto “sempre uno dei più attivi e accaniti anarchici” di Marsiglia, cerca di tranquillizzare, il 1° luglio 1937, il padre dell’anarchico livornese Guglielmo Nannucci, volontario in Spagna, e ha frequenti contatti con un altro compagno di fede, Giuseppe Pasotti, che a Perpigna, agevola il passaggio degli antifascisti nella penisola iberica. Assieme a Giulio Bacconi e Marcello Gregori, redige il «Bollettino d'informazioni dellUnione anarchica italiana», che esce a Marsiglia per 14 numeri dal marzo 1938 al dicembre 1939. L’11 gennaio 1939, informa il fratello Alfredo che il governo e il popolo francese “non cederanno un palmo di terreno a Mussolini”, che pretende la Tunisia, Gibuti, la Savoia e la Corsica. Il 16 giugno viene confermata la sua iscrizione nella “Rubrica di frontiera” per la misura di arresto e nel 1940 compare nelle liste dei sovversivi italiani pericolosi, residenti in Francia, “da arrestare e consegnare all’Italia”, trasmessi dai fascisti alla polizia nazista, per favorirne la cattura. Nel dopoguerra aderisce alla Federazione anarchica italiana ed è il responsabile per Marsiglia del coordinamento dei militanti italiani esiliati in Belgio, Francia e colonie. Muore a Pisa il 15 settembre 1972.

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio privato Fausto Bucci - Follonica, Carte di Renato Palmizzi.

Sitografia: Dictionnaire des militants anarchistes.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Eugenio e Teresa Burgalassi

Bibliografia

2015

Ente

Collezione

città