CAVEDAGNI, Ersilia

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
CAVEDAGNI, Ersilia

Date di esistenza

Luogo di nascita
Bologna
Data di nascita
April 2 1864

Biografia / Storia

Nasce a Bologna il 2 aprile 1864 da Francesco ed Enrica Amadei. Compie gli studi elementari, è donna di casa. In gioventù sposa l’anarchico bolognese Giulio Grandi da cui ha una figlia di nome Edvige. Donna di notevole e vivace intelligenza è una delle poche presenze femminili significative nel movimento anarchico della regione. “Di belle fattezze” gode di notevole influenza e simpatia fra i compagni della città felsinea e la sua casa bolognese sarà a lungo luogo di ritrovo per le attività del movimento e di riparo per numerosi militanti fra i quali P. Gori e Vivaldo Lacchini. Sempre presente a tutte le iniziative, contribuisce alla propaganda non solo diffondendo regolarmente la stampa ma anche prendendo più volte la parola con discorsi rivolti soprattutto alle donne proletarie. Fra le sue frequentazioni più assidue vi è Luigia Minguzzi, l’ardente internazionalista ravennate trasferitasi a Firenze con il marito Francesco Pezzi. Nel settembre del 1894 viene assegnata al domicilio coatto a Bassano Veneto e rientra a Bologna solo nell’aprile del 1895, dove promuove la fondazione del Circolo Giordano Bruno che “sotto la parvenza dell’anticlericalismo mira[va] ad organizzare gli anarchici di Bologna”. Nel 1897 viene denunciata quale promotrice di una riunione, poi sciolta dalla polizia, del Circolo nella locanda della Coroncina. Anche se assolta “per inesistenza di reato” il Circolo viene sciolto nel luglio dello stesso anno. In una riunione tenutasi il 7 settembre per organizzare la campagna contro il domicilio coatto, C. presenta insieme ad altri anarchici il seguente odg: “I sottoscritti a nome degli anarchici di Bologna, dichiarano di trovarsi sempre pronti a combattere la battaglia in favore del popolo, e di combatterla a fianco di qualunque partito. Approvano la necessità di un’agitazione di fronte agli ordinamenti attuali e respingono la tattica e la lotta parlamentare”. Sono per lei, quelli, anni di particolare fervore militante, documentato dalle numerose corrispondenze firmate Ersilia Grandi inviate a «La Questione sociale» di Paterson e a «L’Agitazione» di Ancona, dai frequenti giri di propaganda nelle Romagne e nelle Marche, dalla presenza fra gli anarchici di Napoli e Roma. A lei vengono recapitati giornali e stampati come «Oppresso ricordati» firmato dagli anarchici di Alessandria d’Egitto e sequestratole in grande numero di copie. Costantemente seguita e spiata dalla Questura, ritroviamo nelle citazioni a lei dedicate dai suoi persecutori tutto l’astio e la malignità di chi non si capacita come una donna possa dedicare la propria esistenza alla rivoluzione sociale e non alle cure della casa: “Per sottrarsi alle conseguenze della vita libera che mena […] riscuote cattiva fama […] anche per essere di costumi licenziosi [...], frequenta[va] la compagnia degli anarchici più convinti e più esaltati ai quali abbandona[va] anche la persona […] . È propagandista attivissima ed indefessa e con buon profitto, addimostrandosi in ogni contingenza solertissima ed acerrima nemica dell’ordine”. In quel mese conosce a Bologna Giuseppe Ciancabilla – presente in città per partecipare ai lavori del Congresso socialista – il cui clamoroso e subitaneo passaggio dal socialismo all’anarchismo, sfociato poi nella famosa intervista sull’«Avanti!» a E. Malatesta, coincide perfettamente con la sua conoscenza con C. e non è difficile ipotizzare, pertanto, che “la propagandista attivissima ed indefessa” abbia giocato un ruolo importante, se non decisivo, in questa svolta politica. Fatto sta che il 20 ottobre abbandona la propria casa bolognese e parte alla volta di Parigi con Ciancabilla e, escluso un breve rientro a Bologna il dicembre seguente, lo seguirà nelle sue peregrinazioni fino alla morte di lui.  Da Parigi, dopo una breve permanenza in Svizzera, ai primi del 1899 parte alla volta degli Stati Uniti dove, dopo alcuni mesi passati a New York, giunge a Paterson dove Ciancabilla è chiamato a dirigere «La Questione sociale». Nel 1903 è a San Francisco ed è ancora ritenuta, dalle autorità italiane, che non rinunciano alla sua sorveglianza, pericolosissima. Della sua instancabile attività a favore del movimento anarchico ci lasciano un bel ricordo Epifane [Ettore Molinari] e Ireos [Nella Giacomelli] nell’opuscolo del 1909 Un triste caso di libellismo anarchico (Milano 1909) dove è scritto: “In questo modo alla Posta andavano accumulandosi sempre più i denari che dall’Italia e dall’America – per opera specialmente di Ciancabilla e di Ersilia Cavedagni – generosamente affluivano per noi, a sostegno della nostra battaglia, a incoraggiamento della nostra resistenza, a conforto dei nostri sacrifici”. Dopo la morte di Ciancabilla, avvenuta a San Francisco nel settembre del 1904, di lei abbiamo poche notizie, riferibili principalmente a corrispondenze e sottoscrizioni a numerosi giornali anarchici, testimonianza comunque di un forte impegno che non verrà mai a cessare. Nel 1906 è a Philadelphia e verso la fine del 1910 è nuovamente a New York. Nel 1912 sottoscrive da Seattle, dove convive con l’anarchico spagnolo Leon Morel, a favore de «Il Libertario» della Spezia e risulta un suo abbonamento allo stesso giornale nel 1917 da Vancouver in Canada. Nel 1923 è segnalata a New York e nel 1926 a San Francisco dove ancora presta la sua attività al movimento. Nel 1932, sempre da San Francisco, dove probabilmente terminerà i suoi giorni, sottoscrive in favore di un giro di propaganda di Carlo Tresca. Nel 1938 comunica al console italiano di Stockton in California che non intende rientrare in Italia e nel 1939, all’età di 75 anni, viene radiata dalla “Rubrica di frontiera” e dallo schedario pur rimanendo nel novero dei sovversivi. L’ultima segnalazione è del 1941 quando la polizia italiana, che non ha mai cessato di interessarsi a questa “acerrima nemica dell’ordine”, la dà ancora residente all’estero. S’ignorano data e luogo di morte. (T. Marabini, M. Ortalli)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio storico della Federazione Anarchica Italiana – Imola (Bo)Fondo Anarchici Bolognesi.

Bibliografia: G. Galzerano, Gaetano Bresci, Casalvelino Scalo 2001, ad indicem.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

183

Note

Paternità e maternità: Francesco ed Enrica Amadei

Bibliografia

2003

Collezione

Persona