CAVALLI, Baldo Bixio
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- CAVALLI, Baldo Bixio
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Scarlino
- Data di nascita
- November 27 1887
- Luogo di morte
- Livorno
Biografia / Storia
- Nasce a Scarlino (Gr) il 27 novembre 1887, calzolaio. Divenuto anarchico, scrive, dal 1907 al 1910, qualche articolo sulla «Gioventù libertaria» di Roma e su «Il Martello» di Piombino. Nel 1908 partecipa alla fondazione del Circolo rivoluzionario di studi sociali del suo paese e nel 1911 alla costituzione del Gruppo anarchico locale. Nel 1910 collabora ai numeri unici «Montjuich» e «Il Rinnovatore» di Scarlino, poi scrive su «L’Avvenire anarchico» di Pisa e, fino al 1912, fa il segretario della Federazione anarchica maremmana. Anticlericale convinto, tenta vanamente di laicizzare la Pubblica assistenza e, il 4 febbraio 1912, prende parte al Convegno di Follonica contro la guerra e la reazione. In seguito firma, insieme a Giovanni Camerini e a Adamo Petrai, l’odg del III Convegno anarchico maremmano, che si tiene a Piombino il 21 aprile 1912, e presenta all’assise libertaria la relazione morale e finanziaria. Sostituito alla testa della Federazione dal grossetano Enrico Marcucci, si dimette dall’organizzazione in aprile, ma non abbandona l’impegno politico e continua a invitare il proletariato maremmano, dai fogli anarchici e sindacalisti, a dar vita a leghe di resistenza. Favorevole a una forte e disciplinata organizzazione del movimento libertario, cura, dal 1913 al 1915, insieme a Martino Masotti, il supplemento «Il Presente scarlinese» de «L’Avvenire anarchico» e il 24 aprile 1913 illustra il rendiconto morale e finanziario della Federazione al IV Convegno anarchico maremmano, che si svolge a Follonica. Intransigente avversario degli interventisti, è presente, il 31 gennaio 1915, al Congresso follonichese contro la guerra, in cui viene approvato un ordine del giorno, che minaccia lo sciopero insurrezionale in caso di mobilitazione. Richiamato alle armi, diserta ed emigra clandestinamente in Svizzera, stabilendosi a Bellinzona e mantenendosi in contatto con Giovacchino Bianciardi, Giovanni Fassina, Sandro Conconi, Roberto Rizza e altri refrattari e disertori, che si trovano nella Repubblica elvetica. Rientrato in Italia nel novembre 1919, viene denunciato, con l’accusa di aver partecipato, il 10 dicembre, all’assalto delle abitazioni di alcune famiglie benestanti scarlinesi, dopo un alterco, conclusosi con il ferimento di un sovversivo, a colpi di pistola. Il 2 ottobre 1920 occupa, insieme ad altri anarchici, la chiesa scarlinese di San Martino, reclamata dalla popolazione locale per farvi un teatro. Una bandiera nera sventola sul campanile per due giorni, poi l’edificio sacro torna al prete e C. è denunciato, insieme a cinque compagni di idee. Il 16 novembre 1920 invia un telegramma al presidente del Consiglio Giovanni Giolitti per protestare, a nome della Lega dei muratori e dei braccianti, contro la detenzione di Malatesta, e il 25 novembre viene schedato. Il 19 luglio 1921 abbandona Scarlino, ormai in mano ai fascisti, e si rifugia, con la moglie e il figlio Michele, a Livorno, dove fa parte, sino al 1923, del Comitato anarchico pro vittime politiche, costituito dai gruppi “Qualcuno guastò la festa” e “I senza patria”. Fermato il 9 maggio 1938, in occasione della visita di Hitler a Firenze, C. viene arrestato il 10 ottobre 1939, dopo il ritrovamento a Livorno di un certo numero di volantini antifascisti, poi, nel 1941, permette che nella sua casa di via della Campana si tenga una riunione clandestina, alla quale partecipano il comunista Dino Frangioni e altri antifascisti. Favorevole, dopo il 1945, all’iscrizione degli anarchici al PCI, difende questa posizione nelle rare visite, che effettua a Scarlino. Muore a Livorno verso la metà degli anni Cinquanta.
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; ivi, Pubblica sicurezza 1919, b. 148, J 4, Movimento sovversivo all’estero: Svizzera; Archivio privato Fausto Bucci - Follonica, Testimonianze di Narciso Portanti, Follonica, 25 feb. 1975 e Antonio Toninelli, Follonica, 22 feb. 1974.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Bibliografia
- 2003