CASTRO, Ferdinando

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
CASTRO, Ferdinando

Date di esistenza

Luogo di nascita
Trieste
Data di nascita
August 23 1869
Luogo di morte
Graz

Biografia / Storia

Nasce a Trieste il 23 agosto 1869 da Antonio e Maria Henry, fabbro, fuochista. Dopo la 5a elementare lascia la scuola per intraprendere l’arte del fabbro. Il padre lo ricorda in una deposizione rilasciata alla Direzione di Polizia il 12 settembre 1900 come un figlio che “ebbe sempre pochissima voglia di lavorare e ciò per non essere soggetto ai padroni [...] per questo suo carattere indomito era spesso senza lavoro”. Dopo essere stato per quasi nove mesi imbarcato sulla corvetta Alfa della marina da guerra austriaca l’11 ottobre 1891 diserta dalla base navale di Pola e ritorna a Trieste per poi recarsi a Udine passando clandestinamente il confine italiano. In seguito viaggia per l’Italia settentrionale lavorando saltuariamente e spesso è costretto a vivere con il denaro che la famiglia gli invia mensilmente da Trieste, passa poi in Francia e dopo va Londra dove lavora per sei mesi come fabbro, ritorna in Francia e quindi va a Genova dove viene arrestato. Rilasciato nel 1896 si reca a Udine dove subisce un altro arresto di sette giorni in quanto “anarchico pericoloso”. Il 22 marzo 1899 C. invia una lettera al Comando della Marina Militare di Trieste e chiede, dopo più di sette anni di “doloroso esilio”, di poter regolarizzare la propria posizione puntando sull’attesa amnistia per il Giubileo Imperiale, non ottenendo nessuna risposta. Si reca quindi a Milano dove acquista dei documenti rubati intestati a Antonio Kumer di Trieste. Con questa nuova identità va a Marsiglia per poi imbarcarsi su diversi piroscafi prima come carbonaio e in seguito come fuochista. Nel 1900 torna a Genova dove viene arrestato per 16 giorni; indi viene spedito con il foglio di via a Udine, ma giunto a Milano scende dal treno e a piedi raggiunge Venezia da dove fa ritorno a Marsiglia. In questa città nell’agosto 1900 incontra Giuseppe Barbul, originario di Gorizia ex commilitone e discorre con lui del recente attentato al re d’Italia Umberto i, e fantastica sulla possibilità di emulare il gesto. Il Barbul che ha precedenti penali per vari reati di truffa, informa la polizia di certi progetti del C., vengono diramate circolari in cui C. è sospettato di un possibile attentato nei confronti dell’Imperatore d’Austria. Durante la sua permanenza a Marsiglia viene coinvolto in numerosi scioperi, come afferma in una lettera del 3 settembre 1900 inviata alla famiglia a Trieste. Verso la fine di settembre del 1900, ricercato dalla polizia di Marsiglia, si nasconde a bordo del piroscafo Buda. A Genova sbarca clandestinamente e si reca a piedi a Savona. Qui si nasconde su un piroscafo del Consorzio Carboni di Savona che raggiunge l’Inghilterra; si imbarca su un vapore inglese e arriva a Odessa in Russia, dove decide di sbarcare. Raggiunge quindi Costantinopoli e si imbarca per l’Italia con l’intenzione di sbarcare a Brindisi, ma continua il viaggio per Trieste dove viene arrestato “cadendo nella bocca del lupo” come dice alla polizia nella deposizione resa in carcere nel dicembre 1900. Nei primi anni del Novecento, a Trieste C. è attivo nel vivace movimento anarchico locale. Nel febbraio 1902 scoppia la vertenza dei fuochisti del Lloyd Austriaco di Navigazione contro le insostenibili condizioni di lavoro. C. assieme al compagno Antonio Tinta, fa parte del Comitato di Resistenza costituito dai fuochisti svolgendo un’intensa azione di stimolo tra i compagni di lavoro e criticando la tattica attendista dei socialisti verso lo sciopero generale. Il 13 febbraio 1902 viene infine proclamato lo sciopero generale (uno dei primi in Europa): l’adesione è pressoché totale, la controparte è costretta a cedere, e viene istituito un arbitrato. Nel pomeriggio il PSI convoca un affollato comizio al Politeama Rossetti di Trieste, durante il quale i suoi dirigenti illustrano i termini dell’arbitrato. C. prende la parola in rappresentanza dei fuochisti. Dopo il comizio, la folla entusiasta scende in corteo e si dirige alla sede del Lloyd Austriaco, ma viene accolta con cariche alla baionetta e spari di fucileria dai soldati. 14 morti, una cinquantina di feriti, di cui “una ventina in gravi condizioni, tra i dimostranti e la proclamazione dello stato d’assedio sono il bilancio di questa epica lotta. Nel 1907 C. è tra i collaboratori di Luigi Marcello Andriani nella redazione del periodico «Germinal» di Trieste dove cura una rubrica intitolata Comizio Antimilitarista assieme a Federico Pagnacco. Negli anni successivi rimane costantemente sorvegliato dalla polizia. Muore all’ospedale militare di Graz il 13 ottobre 1918.

Fonti

Fonti: Archivio dello Stato - Trieste, Direz. di polizia atti presidiali ris. b. 245.

​Bibliografia: E. Maserati, Gli anarchici a Trieste durante il dominio asburgico, Milano 1977, ad indicem.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Antonio e Maria Henry

Bibliografia

2003

Persona

Collezione

città