CASTELNUOVO, Umberto

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
CASTELNUOVO, Umberto

Date di esistenza

Luogo di nascita
Milano
Data di nascita
March 16 1878

Biografia / Storia

Nasce a Milano il 16 marzo 1878 da Carlo e Enrichetta Dubini. Dopo le elementari, viene avviato al lavoro di incisore. Avvicinatosi all’anarchismo su influsso di P. Gori, alle cui conferenze è definito “immancabile”, C. fa parte dei 200 anarchici convenuti nel marzo 1894 al Circolo “Il Risveglio” di via Lomazzo per ascoltare la parola del giovane avvocato toscano a cui si deve, agli inizi degli anni Novanta, il rilancio del movimento libertario milanese. All’irruzione della polizia, C. tenta di favorire la fuga di Emanuele Boselli, detto “Melo”, ricercato per essere inviato al coatto. Si ritiene riscuota “una certa considerazione” fra i compagni “per la virulenza dei suoi propositi”. Nel 1897 partecipa alle iniziative destinate a ricostituire il movimento milanese, scompaginato dalla repressione crispina, ed è più volte fermato nelle osterie e nei circoli in cui gli anarchici si davano convegno (all’osteria del Gregori presso la scalo merci di Porta Garibaldi con Mauro Fraschini e Giuseppe Locatelli, all’osteria della Speranza a S. Cristoforo, insieme con una trentina di anarchici, tra i quali Francisco Ballesta y Camos, “uno dei bombardieri di Catalogna”, Carlo Lodi, coatto in liberazione condizionale, Carlo Scolari ecc., al Circolo di studi sociali di via Speronari). Denunciato per associazione a delinquere, viene assolto per insufficienza di prove. Durante i fatti del maggio ’98 C. è segnalato come “uno dei più accaniti nella propaganda rivoluzionaria e nel lanciare sassi contro la truppa e gli agenti in via Ponte Seveso e Napo Torriani”. Condannato dal Tribunale di guerra a due anni e un mese di reclusione, viene inviato al reclusorio di Finalborgo, da cui è liberato nel febbraio 1899 in seguito all’indulto del dicembre precedente. Nell’aprile 1899, munito di regolare passaporto, C. si imbarca sul Duca di Galliera e parte da Genova alla volta di Buenos Aires, dove risiede con certezza fino al 1911 quando l’Ambasciata italiana lo perde di vista non riuscendo più a rintracciarlo. Ancora nel settembre 1941 il Ministero dell’Interno lo dà per irreperibile. S’ignorano data e luogo di morte.
 

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Carlo ed Enrichetta Dubini

Bibliografia

2003

Persona

Collezione

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