CASSISA, Giovanni (Giovan, Gian) Salvatore

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
CASSISA, Giovanni (Giovan, Gian) Salvatore

Date di esistenza

Luogo di nascita
Trapani
Data di nascita
March 1 1899
Luogo di morte
Trapani

Biografia / Storia

Nasce a Trapani l’8 maggio 1862 da Cristoforo e Giuseppa Allotta, soprannominato “Mangiasale” o “Mangiafave”, impiegato municipale. Fin da giovanetto coltiva ambizioni letterarie e professa principi radicali e repubblicani. Diplomatosi all’Istituto Tecnico di Trapani e abbandonati gli studi, dopo aver frequentato per un anno la facoltà d’ingegneria all’Università di Palermo, esercita il mestiere di barbiere nel sobborgo dell’Annunziata. Legatosi in particolar modo ad Alberto Giannitrapani, e poi ai giovani anarchici Mazzarese e Ilari di Trapani, Azzaretti, Giuseppe Monacò e Spedale di Marsala, diviene uno dei più attivi membri del gruppo anarchico che si costituisce nei primi mesi del 1888 per opera specialmente di Gaetano Combatti-Lentini. Interrotta la collaborazione con «La Nuova Età», giornale mazziniano moderato di Marsala, invia corrispondenze a «L’Operaio» di Tunisi e al «Riscatto» di Messina, con lo pseudonimo di “Asissac”. Redattore de «La Riscossa», settimanale apparso a Trapani il 15 agosto 1889, ne assume la responsabilità dopo l’arresto del direttore Antonio Costantino, mutandone il nome in «La Nuova Riscossa». Due in particolare le campagne che conduce su questo giornale: quella per “l’anarchia senza aggettivi”, direttamente mutuata dal dibattito in corso in Spagna (gli anarchici trapanesi intrattengono intensi rapporti con quelli di Barcellona), volto a depurare l’anarchismo dalle varie aggettivazioni (socialista, comunista, collettivista ecc.) che contribuiscono a ingenerare confusione al suo interno; e l’agitazione pro-Sceusa, che sfocia nella candidatura-protesta dell’ex internazionalista esule in Australia. Quest’ultima attira numerose simpatie intorno al piccolo gruppo trapanese, che da lì prende uno sviluppo impetuoso, ma allo stesso tempo dure critiche da parte del movimento nazionale. C. si giustifica pubblicando prima sul giornale, poi in opuscolo, lo scritto, importante anche per le notizie storiche in esso contenute, su Francesco Sceusa e l’Internazionale in Trapani (Trapani, 1890). «La Nuova Riscossa» cessa le pubblicazioni l’11 novembre 1890 fondendosi con «Il Proletario» di Marsala. C., che ha dovuto affrontare diversi processi, difeso dall’avvocato Vito Grignani, “mago della parola” e “compagno di strada” degli anarchici trapanesi per oltre un ventennio, s’impegna nella compilazione e diffusione di numerosi lavori letterari e teatrali d’indole sociale. Nel marzo 1891 viene accusato di far propaganda anarchica nell’esercito e tra i coatti di Favignana, Pantelleria e Lipari, spedendovi il programma scritto da F.S. Merlino per gli anarchici siciliani alla vigilia del congresso di Capolago. Nella primavera del 1892 promuove la nascita a Marsala del periodico «L’Uguaglianza sociale» (il primo numero compare il 9 luglio dello stesso anno), che ha tra i propri scopi quello di unificare in Sicilia le varie tendenze del movimento secondo la formula che “ogni mezzo è buono purché miri alla conquista del fine”. Ma ben presto le differenze emerse sul modo d’intendere il rapporto coi socialisti e coi nascenti Fasci dei lavoratori, induce C. a cessare la sua collaborazione al giornale. Alla vigilia dello stato d’assedio del gennaio 1894 è intento a crearsi una posizione economica, come impiegato municipale e insegnante privato. Dopo anni di silenzio, interrotto talvolta da conferenze educative e commemorative pubblicate anche in opuscolo, ricompare sulla ribalta politica trapanese quale leader del “nasismo” e direttore de «Il Giornale di Trapani», organo di quel movimento. Il “nasismo” ha origine dalla vicenda giudiziaria di Nunzio Nasi, ministro trapanese alla Pubblica Istruzione, costretto a dimettersi dal governo nel 1904 per eccesso di clientelismo e a riparare in Francia per evitare una pesante condanna. Prima a Trapani e poi in tutta la Sicilia la vicenda Nasi viene interpretata come un attacco all’onorabilità e agli interessi delle popolazioni isolane, da parte del governo Giolitti e dei ricchi proprietari del Nord Italia. Alcuni anarchici – specie del trapanese – tra cui C., aderiscono al “nasismo” sotto la spinta popolare e partecipano alle manifestazioni, anche cruente, che hanno luogo in varie città dell’isola. Anni dopo, C. spiegherà di aver preso a pretesto quel movimento per educare “il popolo trapanese ai sensi di quella Giustizia universale”, che forma il substrato dell’idea anarchica. Per esso egli compone l’Inno Popolare Nasi, il cui ritornello recita appunto: “In alto la bandiera Giustizia e Verità …/ Se infuria la bufera vogliamo Libertà”. La rivendicazione sicilianista, che col “nasismo” fa la sua ricomparsa nell’orizzonte anarchico siciliano, finisce con l’influenzare anche «Il Proletario anarchico», il giornale fondato nel 1911 da Paolo Schicchi a Marsala e del quale C. è tra i principali redattori. Con i suoi drammi sociali, alcuni dei quali oggi introvabili – rappresentati al Teatro Comunale di Trapani e in quelli della provincia principalmente dalla Filodrammatica Sociale, aggregata al Circolo di Studii Sociali di Marsala – C. raggiunge anche una certa notorietà nel movimento nazionale. La sua drammaturgia, di matrice verista anche se non priva di pathos e di introspezione, rimanda per certi versi al teatro goriano (cfr. la sua vibrante epigrafe in occasione della morte di P. Gori, da lui conosciuto nel corso dei viaggi che il toscano compie in Sicilia nel 1903 e nel 1905) e per altri alle concezioni educative di Francisco Ferrer (a cui dedica alcuni articoli publicati nel n.u. «Tredici ottobre» e un discorso commemorativo tenuto a Marsala il 20 ottobre 1910). Entrato in crisi il progetto di ricompattamento dell’anarchismo siciliano, imperniato su «Il Proletario anarchico», e dopo un periodo di collaborazione a «L’Avvenire anarchico» di Pisa (che gli costa una polemica e una querela da parte di Sceusa), C. torna per qualche tempo a militare nel movimento nasiano. Nell’immediato primo dopoguerra lo si ritrova saltuario collaboratore de «Il Vespro anarchico» di Schicchi, con articoli di cultura varia e anticlericali. Una paralisi ne riduce drasticamente ogni attività, tanto da essere radiato, nel 1927, dallo schedario dei sovversivi. Muore a Trapani il 15 marzo 1940.
 

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio dello Stato - Trapani, Tribunale penale, Corte d’Assise Trapani, Processi, bb. 319 (1891) e 324 (1891).

Bibliografia: Scritti di C.: Annita. Scene popolari in 4 atti, Trapani 1889; I ladri, Trapani 1890; Congiura naturale, Marsala 1891; Il paradiso dei poverelli, Trapani 1894; La trovatura, Trapani 1895; Il cieco, Trapani 1900; Ricordo. Parole pronunziate al Cimitero Comunale di Trapani, il giorno 16 luglio 1903, sul feretro del compianto amico Antonio Nocitra, Trapani 1903; XX Settembre. Discorso pronunziato il 20 settembre 1906 nella sede della società “Garibaldi”, Trapani 1906; Inno Popolare Nasi, musica di G. Bulgarella, Trapani 26 mar. 1906; La questione Nasi in Trapani e l’ex-internazionalista Francesco Sceusa, «L’Avvenire Anarchico», Pisa, 3 mag. 1912; La bella Catania, Roma 1913; Don Patata, Trapani 1927. Scritti su C.: G.V. Grignani, L’anarchia alla Corte d’assise, Marsala 1891; Letteratura sociale, «L’Aurora», Ravenna 14 mar. 1909; M. Vaina, Popolarisno e nasismo in Sicilia, Firenze 1911; E. Santarelli, Il socialismo anarchico in Italia, nuova ed. riv. e ampl. Milano 1973, ad indicem; S. Costanza, Dizionario biografico dei trapanesi, «Trapani: Rassegna della Provincia», giu. 1969, ad nomen

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Cristoforo e Giuseppa Allotta

Bibliografia

2003

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Collezione

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