CASPANI, Antonio Ernesto

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
CASPANI, Antonio Ernesto

Date di esistenza

Luogo di nascita
Milano
Data di nascita
November 29 1872
Luogo di morte
Milano

Biografia / Storia

Nasce a Milano il 29 novembre 1872 da Carlo e Giovanna Bianchi, “affissatore di manifesti”, ha frequentato fino alla 4a elementare. Agli inizi degli anni Novanta è, secondo la Questura, “uno dei più esaltati anarchici milanesi”, in stretto rapporto con Dionigi Malagoli, un fabbro ferraio modenese trasferitosi a Parigi dopo essere stato uno degli animatori del gruppo “Il Sole dell’avvenire” a Milano sul finire degli anni Ottanta. La sua attività di propaganda è considerata “importante ed estesa: oltre che clandestino distributore di manifesti e stampe sediziose, corrispond[e] altresì su giornali sovversivi, soffermandosi più spesso a manifestare il suo odio contro i socialisti, a lui invisi ancor più della borghesia”. Una inesatta trascrizione o il fraintendimento della grafia produce un curioso fenomeno, in occasione del processo agli anarchici torinesi del 1892, Caspani diventa Cassani, quel Cassani che nelle carte della Questura di Torino studiate da Dora Marucco (Processi anarchici a Torino tra il 1892 ed il 1894, in Anarchici e anarchia nel mondo contemporaneo, Torino 1971, p. 217 ss.), nel febbraio 1892 emigra a Ginevra con Luigi Farinetti, Romano Gurlino, Francesco Repossi e Alberto Guabello e poi, in compagnia del solo Guabello, si reca a Parigi. Il supposto Cassani viene indicato come autore dell’opuscolo Amore e odio, pubblicizzato da «L’Amico del popolo» di Milano e diffuso da Sante Caserio. E di Caserio il supposto Cassani è amico come dimostra la lettera scritta da Parigi il 13 aprile 1892 e sequestrata con un pacco di opuscoli e sempre con Caserio sembra avesse affittato a Milano un abbaino “per farne deposito di stampa anarchica da distribuire”. La conferma di questo rapporto verrà molti anni dopo, quando, il 30 luglio 1947, apparirà ne «Il Libertario» di Milano un breve pezzo dal titolo Sante Caserio. Testimonianze, a firma Ernesto Caspani, con la rievocazione del gruppo di Porta Genova n. 17, creato da Caserio, con sede in un abbaino e con un unico “lusso speciale: una bandiera rossonera con la scritta: “Gruppo comunista anarchico a pee” (“a bolletta”)”. Definito erroneamente battiloro, Cassani sarebbe solito celarsi sotto lo pseudonimo di Riccardo Bertagnoli. In realtà a utilizzare un passaporto a nome di Riccardo Bertagnola è proprio Caspani che, nell’aprile 1892, viene fermato, al suo rientro in Italia, alla frontiera di Bardonecchia, processato e condannato a un mese di reclusione per uso di falso passaporto. Tra il giugno 1892 e il gennaio 1893 C. ottiene il non luogo a procede per insufficienza di indizi dai Tribunali di Milano, Torino e Biella per imputazioni che vanno dall’associazione di malfattori alla rapina. Chiamato alle armi agli inizi del 1893, viene assegnato al 9° rgt bersaglieri di stanza a Firenze, ma ben presto è trasferito a Caprera ed è sospettato, malgrado infruttose perquisizioni, di essere ancora in rapporti epistolari con Sante Caserio. Dopo il congedo si trasferisce a Torino, dove risiede fino al settembre 1895, quando fa ritorno a Milano. Durante il periodo torinese C. avrebbe fatto “abiura delle teorie anarchiche”, senza tuttavia convincere la polizia che, persuasa del suo “gesuitismo”, non interrompe la sorveglianza. Infatti, nel settembre 1897, viene arrestato sotto l’accusa di diffusione di opuscoli sovversivi, tra i quali un manifesto I socialisti anarchici al popolo, anche se riesce a ottenere il proscioglimento per mancanza di indizi. Minor fortuna ha sul finire dello stesso anno, quando viene imputato di offesa al pudore per la pubblicazione dell’opuscolo Amori proibiti, ovvero Il segreto dell’Alta Scuola, che gli procurerà 90 giorni di reclusione e una multa. Arrestato nel maggio 1898 perché sospettato di aver preso parte ai “moti rivoluzionari” milanesi, ma rilasciato per assenza di prove, C. si trasferisce a Chiasso dove vende giornali alla stazione fino al febbraio 1899, quando ritorna a Milano. Nel 1901 è di nuovo in Svizzera, a Lugano, e nel 1902 a Lione, dove viene espulso in seguito a una condanna a otto mesi per furto e tentata truffa. Ormai C., che si sposta da un centro all’altro dell’hinterland milanese, non ha più rapporti con gli anarchici e la sua vita è un susseguirsi di arresti e condanne per truffa. Non perde l’abitudine di assumere l’identità altrui e nel 1914 il Tribunale di Milano lo condanna a tre anni e nove mesi di reclusione, nonché a un anno di vigilanza speciale, per “contraffazione di monete metalliche nazionali”. Alla fine degli anni Venti risiede a Baggio, dove è venditore ambulante di giornali, e, “serbando regolare condotta”, viene proposto per la radiazione dallo schedario dei sovversivi. Muore a Milano il 4 febbraio 1954. 
 

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio dello Stato - Milano, Gabinetto di Prefettura, Partiti politici, Pratiche individuali.

Bibliografia: D. Marucco, Processi anarchici a Torino tra il 1892 ed il 1894, in Anarchici e anarchia nel mondo contemporaneo, Torino 1971.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Carla e Giovanna Bianchi

Bibliografia

2003

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