CASELLA, Antonio Silvio

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
CASELLA, Antonio Silvio

Date di esistenza

Luogo di nascita
La Spezia
Data di nascita
March 23 1895

Biografia / Storia

Nasce alla Spezia il 23 marzo 1895 da Luigi e Maria Cecilia Angella, fonditore. Frequentate le scuole elementari, si avvicina giovanissimo agli ambienti anarchici e, trasferitosi insieme alla famiglia a Savona, già nel 1912 si mette in luce partecipando alle attività del movimento nel gruppo “P. Gori” (L. Gamba, G. De Ceglie, Segatta e altri). Operaio negli stabilimenti industriali di Savona e di Vado Ligure, si forma una discreta cultura politica, leggendo avidamente le pubblicazioni sovversive e nel 1914 si pronuncia fermamente contro l’intervento italiano. Chiamato alle armi il 27 ottobre 1915 e arruolato nella Marina militare, presta servizio sulle navi fino al 1919, allorché viene congedato. Ripresa a Savona “la sua attività politica in seno al partito anarchico, facendo attiva propaganda”, rientra alla Spezia nel 1921, intervenendo alle manifestazioni sovversive e collaborando con un gruppo di militanti libertari, che sono legati a Pasquale Binazzi e Ottavio Tonietti. Membro del Comitato spezzino di difesa proletaria, C. entra nelle formazioni degli Arditi del popolo e si oppone con estrema decisione alle violenze squadristiche. Denunciato per l’uccisione dei fascisti Augusto Bisagno e Amedeo Mariani, avvenuta a Sarzana nel luglio 1921, emigra clandestinamente in Francia nel 1922 e fissa la propria residenza a Marsiglia, dove conosce Gino Lucetti e ha modo di apprenderne le intenzioni e i progetti. Prosciolto, per insufficienza di prove, dal Tribunale di Genova, il 17 luglio 1924, dalle imputazioni relative ai fatti di Sarzana, si sposta a Parigi, dove – se si presta fede alle fonti di polizia – cerca di arruolarsi nelle “legioni” di Ricciotti Garibaldi. Qualche mese più tardi si trasferisce a Lione, da dove spedisce delle piccole somme a «La Diana» di Parigi. Accusato, il 25 ottobre 1926, da un commissario di Pubblica sicurezza “in missione” di essere implicato nell’attentato di Lucetti e di essersi espresso in favore di un altro piano terroristico, ideato da Renato Siglich, allo scopo di uccidere Arnaldo Mussolini, per attirare il capo del fascismo al funerale del fratello e liquidarlo con due o tre bombe, è colpito, il 26 maggio 1927, da mandato di cattura del Tribunale speciale, che gli contesta di aver rafforzato la determinazione “criminosa” di Lucetti a uccidere Mussolini, dicendogli che se il suo gesto “fosse riuscito sarebbe finito il fascismo in Italia, con l’avvento dei partiti estremi al potere”. C. viene prosciolto, il 3 dicembre 1927, dalle accuse inerenti l’attentato Lucetti e segnalato perché frequenta gli anarchici Egisto Serni, Marcello Bianconi, Ennio Mattias e Attilio Scarsi, esuli nella regione rodaniana. Spostatosi a Parigi, insieme alla sua compagna Josephine Pourcel e al figlio, si guadagna da vivere, facendo il rappresentante di libri, mentre in Italia la sua situazione giudiziaria torna a farsi critica, dopo l’annullamento della sentenza assolutoria del 17 luglio 1924 per i fatti di Sarzana. Il procedimento a suo carico viene riaperto e la Corte di Assise di Genova lo condanna a 30 anni di reclusione il 15 dicembre 1930. Tre anni dopo C. è ad Algeri, dove lavora alla Librairie Cosmopolite e frequenta i correligionari Ugo Boccardi, Cesare Lari e Gino Lucchini. Incluso fra gli attentatori nel settembre 1933, è oggetto di un telegramma, con il quale il capo della polizia fascista ordina ai prefetti, nell’aprile 1934, di intensificare la vigilanza per arrestarlo, giacché starebbe complottando con Bruno Borghini, Lorenzo Gaetano Berti, Silvio Sardi e Tommaso Biondi, per compiere degli attentati nel Regno. Nel 1935 C. vede spesso gli anarchici Vindice Rabitti e Antonio Scottu ad Algeri e nella primavera del 1936 assiste alle conferenze, che Tintino Rasi tiene, a Parigi, sul diritto d’asilo e sul comunismo libertario. Di nuovo ad Algeri nel 1936, informa la madre di Rabitti, Marta Torri, che il figlio è partito per la Spagna. Spostatosi in Francia, il 4 dicembre lascia Tolone, diretto in Spagna, insieme a “un cecoslovacco poliglotta inviato da Bacconi” e a molti anarchici e comunisti. Il 2 agosto 1937 il console italiano di Salamanca insinua che C. abbia partecipato ad “atti vandalici in Barcellona” e “ad orrendi delitti contro sacerdoti, ufficiali ed elementi delle destre” e il 24 marzo 1938 l’omologo di Lione riferisce che C. si trova, al momento, a Villeurbanne, insieme a Josephine Pourcel. Nell’autunno del 1940 C. figura nelle liste dei sovversivi pericolosi residenti in Francia, trasmesse dai fascisti italiani alla polizia hitleriana, per agevolarne la cattura, e alla fine dell’anno gestisce ad Algeri una bottega di romanzi a dispense. S’ignorano data e luogo di morte.
 

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; ivi, H2, b.15; Sanguinoso scontro tra fascisti e carabinieri a Sarzana…, «Il Corriere della sera», 22 lug. 1921; Rievocazione dei fatti di Sarzana, «L’Unità», 28 lug. 1925; Amministrazione, «La Diana», 20 ago. 1926; Rievocazione dei fatti di Sarzana, «Il Comunista Libertario», 19 ago. 1945; U. Marzocchi, Rimembranze, «Il Libertario», n.u. 1903-1946.

Bibliografia: La Spagna nel nostro cuore. 1936-1939, Tre anni di storia da non dimenticare, Roma 1996, ad indicem; L. Di Lembo, Guerra di classe e lotta umana. L’Anarchismo in Italia dal Biennio rosso alla Guerra di Spagna, Pisa 2001, ad indicem.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Luigi e Maria Cecilia Angella

Bibliografia

2003

Persona

Collezione