​LACCHINI, Vivaldo

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​LACCHINI, Vivaldo

Date di esistenza

Luogo di nascita
Imola
Data di nascita
December 21 1872

Biografia / Storia

Nasce a Lugo (RA) il 21 dicembre 1872 da Carlo e Teresa Marzetti. Detto “Magrin” e “Ravachol”, laureato in farmacia a Bologna e in chimica a Parma, commesso di farmacia. Cresciuto nell’ambiente ribelle della cittadina romagnola, giunge all’anarchismo in giovane età, ed è del giugno 1892 la sua prima condanna a una pena pecuniaria per contravvenzione all’art. 457. Descritto nei rapporti di polizia come “il più fanatico degli anarchici di Lugo [...] dotato di molta attività e discreta intelligenza”, entra in contatto con gli anarchici del capoluogo emiliano e porta la sua propaganda anche fra gli studenti universitari dell’ateneo felsineo. Nell’aprile del 1893, in previsione delle manifestazioni per il 1° maggio, la prefettura ne ordina l’arresto preventivo; in settembre è fra i principali promotori del numero unico lughese «I Malfattori», subito sequestrato dal fisco. Il 29 settembre 1893, al termine di un processo a 15 anarchici lughesi, durante il quale rivendica orgogliosamente e intelligentemente il proprio ideale, viene condannato dal Tribunale di Ravenna a un anno di reclusione e uno di vigilanza per associazione a delinquere. Nel gennaio 1897, denunciato per oltraggio al Ministro dell’Istruzione, si sottrae all’arresto fino all’assoluzione giunta il mese successivo. È questo un periodo di intensissima attività, che lo vede costantemente impegnato sia sul fronte della propaganda orale che su quello della collaborazione alla stampa. Amico di Genuzio Bentini e in relazione con i più influenti anarchici romagnoli, è anche fra i promotori della costituenda Federazione Anarchica Romagnola. Sempre nel 1897 partecipa con grande slancio alla campagna contro il progetto di legge del domicilio coatto sia a Bologna, dove prende la parola, a nome degli anarchici, a una riunione pubblica nella Sala dei Notai, sia nelle Marche e nelle Romagne. In novembre, accompagnato dall’anconetano Rodolfo Felicioli, si reca a Fossombrone e a Senigallia per tenervi veementi comizi e il mese successivo, ricevuto da Alceste Cipriani, parla a Rimini, a Santa Sofia e a Meldola. Assertore della necessità di serrare le numerose fila degli anarchici italiani, convinto sostenitore dell’organizzazione, nel gennaio 1898 con Nino Samaja rappresenta gli anarchici bolognesi a una riunione tenutasi a Faenza per gettare le basi riorganizzative del movimento romagnolo. Nell’aprile 1898, con Luigi Fabbri, Felice Vezzani, Domenico Zavattero e Samaja è fra quanti garantiscono l’uscita de «L’Agitazione» di Ancona, diretta da Malatesta, dopo che l’intero corpo redazionale era stato arrestato nel febbraio 1898 al termine dei moti del pane anconetani. Nelle infuocate giornate del maggio 1898 si sottrae a un nuovo arresto rifugiandosi prima a Nizza e poi a Parigi, ma nel dicembre successivo viene proposto per cinque anni di domicilio coatto. Nell’estate 1898 collabora, con Vezzani ed Ersilia Cavedagni, al periodico «L’Agitatore», fondato da Giuseppe Ciancabilla a Neuchâtel. Nei primi del 1900, ancora con Samaja e Antonio Cavallazzi, fa parte del gruppo di esuli che contribuiranno a far nascere a Ginevra «Il Risveglio socialista anarchico» ma nel maggio del 1900, rientra a Lugo per terminare gli studi. Dopo pochi giorni di carcere viene messo in libertà condizionata con la promessa di mantenere buona condotta, ma presto riprende contatto con i compagni, ricevendo nella sua casa gli affiliati ai partiti sovversivi che si recano a Lugo. In novembre si laurea in Farmacia e in questo periodo inizia il suo avvicinamento al Partito Repubblicano, al quale aderisce formalmente nel gennaio 1902, con una lettera apparsa su «Il Pensiero Romagnolo». L’anno precedente, nonostante un suo ricorso, gli era stata confermata la condanna al domicilio coatto, pur ridotta da cinque a due anni, condanna che sconta in libertà vigilata fino al giugno 1902. In questo periodo gestisce una farmacia dapprima a San Lorenzo di Lugo poi nella città natale. Non si interessa quasi più di politica, “frequenta persone dabbene e tiene condotta regolarissima”. Nel 1904 si laurea in chimica all’Università di Parma ma poco dopo lo colgono i primi sintomi della malattia mentale che lo accompagnerà per il resto della vita, segnata da continui, quasi frenetici spostamenti per lavoro in varie città italiane e frequenti, sempre più lunghi ricoveri nel manicomio di Imola. Rientrato a Lugo nel 1914 torna in manicomio per tre anni, e dopo una breve parentesi e un nuovo ricovero urgente, il manicomio imolese diventa la sua triste, abituale residenza. Fino al 21 novembre 1928, quando termina, fra quelle mura, la sua esistenza ribelle. (T. Marabini – M.Ortalli )

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.
 
Bibliografia: L. Bettini, Bibliografia dell’anarchismo, vol. 1 t. 1. Periodici e numeri unici anarchici in lingua italiana pubblicati in Italia (1872-1971), Firenze 1972, ad indicem; F. Biagini, Il Risveglio (1900-1922), Manduria 1991, ad indicem.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Carlo e Teresa Marzetti

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

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