GUNSCHER (Guntscher), Rodolfo
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- GUNSCHER (Guntscher), Rodolfo
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Trieste
- Data di nascita
- December 29 1902
- Luogo di morte
- Barcellona
Biografia / Storia
- Nasce a Trieste il 29 dicembre 1902 da Giovanni e Lucia Zupancich, operaio meccanico, detto “Rudi” (all’anagrafe risulta come Guntscher). Dopo aver cercato inutilmente lavoro a Vienna tra il 1919 e il 1920, ritorna nell’agitato ambiente del dopoguerra triestino nel quale gli scontri con le squadre fasciste sono assai frequenti. Si iscrive, per un breve periodo, al PCdI, dal quale risulta espulso, già nel 1921, per “indisciplina” e aderisce al movimento anarchico, quasi contemporaneamente a Umberto Tommasini. Si dedica alla diffusione di «Fede!» e di «Libero accordo», mentre s’impegna anche in attività sindacali, collaborando con Nicola Modugno e Alibrando Giovannetti, in particolare cercando di dar vita a una sezione locale dell’USI tra i lavoratori del mare. Partecipa ad altre attività semiclandestine degli anarchici triestini e riesce ad attrarre in ambito libertario gruppi di giovani comunisti. Nel 1925, dopo un breve periodo di lavoro e di attività nell’USI a Milano, si propone di creare un gruppo specifico di propaganda e azione dal nome “Fiamme libere”, insieme a Ludovico Blokar che lo incoraggia nell’impresa (e che sarà scoperto, nel Secondo dopoguerra, quale informatore della polizia fascista). G. è tra i primi confinati a partire da Trieste nel novembre del 1926 e sconta i cinque anni assegnati prima a Favignana, poi a Ustica e Lipari. Qui subisce una condanna per la protesta collettiva contro la riduzione a metà del sussidio ai confinati. Resta a Trieste meno di un mese ed espatria clandestinamente, nel febbraio 1932, a Lugano dove trova lavoro e dove frequenta, oltre a Assunto Zamboni, “anarchici pericolosissimi già implicati in atti terroristici et in complotti contro S.E. Capo Governo”, secondo quanto afferma un ap-posito telegramma del Ministero dell’Interno diramato, nel giugno, a tutti i Prefetti. Nell’ottobre del 1932 prepara un tranello nel quale cade un agente dell’OVRA (poi processato, condannato ed espulso) e riesce quindi a smontare una rete locale dello spionaggio fascista. Promuove inoltre manifestazioni contro un giornalista italiano inviato nel Canton Ticino per fare propaganda per il regime. Per quest’ultima iniziativa G. è ammonito dalla polizia svizzera e poco dopo è licenziato dalla ditta di autotrasporti turistici nel quale lavora come interprete dal tedesco. È quindi espulso dalla Svizzera, malgrado le vive proteste della comunità degli antifascisti italiani, insieme al repubblicano Randolfo Pacciardi: entrambi sono accusati di preparare a Ginevra un attentato contro il ministro degli Esteri Dino Grandi. Nella primavera del 1933 si trova a Parigi, dove lavora come operaio in una fabbrica di vetro e partecipa, insieme a Tommasini e ai Giglioli, alle riunioni per rafforzare il movimento degli esuli anarchici e per favorire la collaborazione con le altre tendenze dell’antifascismo, in particolare con gl, dalle quali “è tenuto in considerazione di uomo deciso e coraggioso”, secondo una nota dell’Ambasciata d’Italia. Nell’aprile del 1935, G., con il nome falso di “Bixio Sorbi”, e la sua compagna Ida Caroni, originaria del Canton Ticino, sono respinti dalle autorità francesi a Tunisi, dove si reca per collaborare con Luigi Damiani, e reimbarcati per Marsiglia, ed espulsi dalla Francia. G. assume il nome di “Jean Herlay” (o Helary) e resta comunque a Parigi: nell’estate è ricoverato per tbc ma riesce a partecipare a varie riunioni organizzative con C. Berneri, Umberto Marzocchi e altri. Malgrado i seri problemi di salute, parte alla fine di luglio 1936 per la Spagna, passando, come molti altri libertari, per Perpignano e Port Bou. Resta sul fronte aragonese per molti mesi, partecipando a vari scontri armati, a partire da quello di Monte Pelato, come mitragliere della Sezione Italiana della Colonna “Ascaso” CNT-FAIb. Dopo lo scioglimento della Sezione, entra nel Battaglione “Matteotti” e diventa capitano responsabile di varie centurie nel Vallès Orientale (Catalogna). I prolungati sforzi fisici aggravano la malattia respiratoria di G. che muore, di polmonite, nel proprio domicilio di Barcellona la sera del 1° marzo 1938. (C. Venza)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; ivi, Confino politico, ad nomen.
Bibliografia: Umberto Tommasini. L’anarchico triestino, a cura di C. Venza, Milano 1984, ad indicem; La Spagna nel nostro cuore. 1936-1939, Tre anni di storia da non dimenticare, Roma 1996, ad nomen.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Giovanni e Lucia Zupancich
Bibliografia
- 2003