​GUIDI, Giuseppe

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​GUIDI, Giuseppe

Date di esistenza

Luogo di nascita
Castel Bolognese
Data di nascita
September 15 1881
Luogo di morte
Milano

Biografia / Storia

Nasce a Castel Bolognese (RA) il 15 settembre 1881 da Mario e Luigia Galeati, pittore. Detto “Sladacc”. Compie gli studi classici presso il ginnasio Torricelli di Faenza, senza concluderli per mancanza di mezzi, a causa del fallimento del padre negoziante salumiere che getta la famiglia pressoché nella miseria. Nel maggio 1900 viene condannato a cinque mesi e 25 giorni di reclusione per due furti consumati in casa di un compagno di scuola. È con ogni probabilità subito do-po questo episodio, che lo emargina completamente dal “ceto civile” del paese, che si colloca la sua adesione all’anarchismo. Diventa ben presto un attivo propagandista e già nel 1902 le fonti di polizia segnalano che esercita molta influenza sui compagni, anche se limitata all’ambito locale, per la sua cultura e anche per il carattere “ardimentoso, esaltato”. Considerato “molto intelligente”, svolge una “attivissima propaganda fra gli adolescenti conquistando sempre nuovi proseliti al partito”. Appartiene al gruppo “Diritto all’esistenza” di Castel Bolognese e ne è “una delle menti direttive”. Pubblica articoli e corrispondenze su argomenti economici e di attualità su «L’Agitazione» di Roma, su «L’Avvenire sociale» di Messina e su «L’Aurora» di Ravenna con lo pseudonimo “Activos”. Nel luglio del 1902 si trasferisce a S. Giorgio di Nogaro (UD) per ragioni di lavoro, impiegandosi come elettricista in uno zuccherificio. Il 2 marzo 1903 è arrestato sotto l’imputazione di furto continuato di og-getti meccanici e chimici ai danni dello stesso zuccherificio, e il 20 maggio il Tribunale di Udine lo condanna a 14 mesi e 17 giorni di reclu-sione. Il 18 maggio 1904 viene rilasciato per pe-na ultimata e viene rimpatriato a Castel Bolognese con foglio di via obbligatorio. Il 7 agosto 1904 riparte alla volta di Trieste, dove il successivo 20 novembre viene sorpreso dalla polizia in un gruppo di nove muratori intenti a cantare l’inno di Caserio; tutti vengono condannati a un mese di arresto ciascuno. In seguito soggiorna a Vienna dove lavora come imbianchino e decoratore, e contemporaneamente studia pittura. Dopo avere venduto un primo quadro in un’esposizione a Budapest, partecipa a Vienna al “Salone dei Secessionisti”. Il movimento della Secessione viennese eserciterà un’evidente influenza anche sulla sua produzione artistica successiva. Nel novembre 1905 è espulso dai territori dell’impero austriaco e rimpatriato a Castel Bolognese con foglio di via, come sospetto anarchico. Dopo una sosta di alcuni mesi a Milano, dove non trova lavoro, si reca a Parigi dove, costretto dalla fame, si adatta a dipingere cartelloni pubblicitari per fiere, giostre e circhi equestri. Riesce comunque a presentare una sua tela al “Salone degli Indipendenti”. Alla fine del 1908 si trasferisce definitivamente a Milano, dove secondo la polizia “conserva regolare condotta e non si occupa di politica”. Prima lavora presso una manifattura di ricami e passemanerie, poi dal 1912 apre uno studio di pittore. Nel novembre del 1915 si arruola volontario nella Croce Rossa. Dopo il congedo riprende la sua attività di pittore, peraltro mai del tutto interrotta. Nel dopoguerra, prima dell’avvento al potere del fascismo, ospita più volte a casa sua Benito Mussolini, al quale è legato da rapporti di parentela (il padre di G. è fratello del padre di Rachele Guidi, moglie di Mussolini). Il prefetto di Milano, comunicando nel 1925 al Ministero dell’Interno la decisione di sospendere la vigilanza nei suoi confronti, segnala che dal 1918 in poi non si è interessato più di politica e non è più anarchico: “Attualmente non manca di esaltare il movimento fascista”. Si dedica ormai solo alla sua carriera di artista (pittura a olio, acqueforti e incisioni, smalti su metallo), nella quale – dopo anni d’intenso lavoro e di limitate soddisfazioni – otterrà infine lusinghieri riconoscimenti. Gabriele d’Annunzio, che lo apprezza, gli commissiona un’intera Via crucis per il suo Vittoriale a Gardone Riviera. Dal 1926 riceve un incarico d’insegnamento di Tecniche dell’incisione presso la R. Accademia di Belle Arti di Milano. Espone le sue opere in diverse mostre ed esposizioni, tra cui la XVII Biennale d’Arte di Venezia nel 1930. Muore a Milano il 7 novembre 1931. (G. Landi)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Biblioteca comunale L. Dal Pane, Castel Bolognese, Fondo Personaggi e artisti; Biblioteca libertaria A. Borghi, Fondo Anarchici castellani.
 
Bibliografia: P. Costa, Un paese di Romagna .Castelbolognese fra due battaglie (1797-1945), Imola 1971; O. Diversi, Il territorio di Castelbolognese, Imola 1972; E. Macerati, Gli anarchici a Trieste durante il dominio asburgico, Milano 1977; Castelbolognese nelle immagini del passato, Imola 1983; Castelbolognese; V. Donati, Un artista nell’ombra. Giuseppe Guidi (1881-1931), Castel Bolognese 1991.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Mario e Luigia Galeati

Bibliografia

2003

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