GUERRINI, Giulio
Intestazione di autorità
- Intestazione
- GUERRINI, Giulio
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Roma
- Data di nascita
- 01/01/1893
- Note
- in alcuni documenti è riportato l'anno 1895
- Luogo di morte
- Leitmeritz (Litoměřice)
- Data di morte
- 05/05/1945
Attività e/o professione
- Qualifica
- Falegname
Nazionalità
- Italiana
Biografia / Storia
Nasce a Roma il 1° gennaio 1893 da Augusto e Aida Modesti, falegname, nome di battaglia “Gigi”. Si trasferisce con la famiglia a Genova nel 1906 e successivamente a Torino. È uno dei primi organizzatori degli Arditi del popolo torinesi. Nel luglio 1921 è arrestato e accusato di “essere il capo degli Arditi del popolo del Pilonetto e di aver comandato e condotto una squadra di questi ad una festa proletaria a Moncalieri”. Il processo, che è celebrato l’anno successivo con diversi accusati (fra cui Raffaele Schiavina), si conclude con l’assoluzione di tutti gli imputati. Appena rilasciato, G. emigra a Londra, ma non riesce a ottenere il permesso di soggiorno, per cui si trasferisce a Bruxelles, alternando la residenza fra le due città fin al 1928, anno in cui si stabilisce definitivamente nella capitale belga, ove partecipa alle attività della comunità anarchica italiana.
Il suo nome appare sovente nei rapporti informativi del consolato italiano ed è iscritto nella “Rubrica di frontiera”. Nel 1940, in seguito all’occupazione nazista del Belgio, rientra in Italia, dove è arrestato e rilasciato dopo pochi giorni. G. fa rientro a Torino dove è diffidato. Dopo l’8 settembre 1943 si dedica interamente alla lotta clandestina e fa parte delle formazioni partigiane della Val Pellice con l’incarico di far da tramite coi compagni di Torino.
Nel gennaio 1944 è arrestato e in seguito liberato con uno scambio di prigionieri. Rientra a Torino ove milita nella Resistenza nella divisione cittadina di GL. In ottobre è arrestato, risulta passato dalle carceri milanesi, da dove viene poi trasferito al Campo di concentramento di Bolzano (N. matricola: 6577). Il 19 gennaio 1945 viene deportato a Flossenbürg, dove giunge il 23 gennaio per poi, il 3 febbraio 1945, essere trasferito al sottocampo di Porschdorf. N. di matricola: 43645. Classificato con la categoria Pol. È infine destinato in Cecoslovacchia (oggi Repubblica Ceca), dove muore nell’ospedale di Leitmeritz (Litoměřice) il 5 maggio 1945. (T. Imperato e redazione DBAI)
Fonti
Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Arolsen Archives. https://arolsen-archives.org, ad nomen; «Era nuova», 1 apr. 1946; Così caddero i nostri compagni, «L’Impulso», 15 aprile 1955, p. 2.
Sitografia: Dictionnaire international des militants anarchistes, versione on-line, http://militants-anarchistes.info
Bibliografia: D. Gay Rochat, La Resistenza nelle Valli Valdesi, Torino 1969, p. 63; M. Rossi, Avanti siam ribelli, Pisa 1985, p. 98; E. Francescangeli, Arditi del popolo. Argo Secondari e la prima organizzazione antifascista (1917-1922), Roma 2000, ad indicem; T. Imperato, Anarchici torinesi scomparsi nei lager nazisti, pro manuscripto; F. Bertolucci, Gli anarchici italiani deportati in Germania durante il Secondo conflitto mondiale, «A : rivista anarchica», aprile 2017, pp. 63-98.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181